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 L'ALTRA PARTE DI ME - Sonia leggendo il libro "Metamorfosi superficiali" si rese conto che a causa di una indifferenza generale che l'aveva contaminata si era ritrovata con una personalità confusa, decadente e sepolta dietro cortine di perbenismo e di illusori accordi per l'agio. D'altronde facendo parte dello staff della Corte dei Conti sapeva di essere giudice esclusiva dei diritti e degli interessi nazionali e poteva venire a conoscenza di tutte le questioni pregiudiziali ed incidentali, salvo l'incidente di falso. "Non si tratta - scriveva in un suo memorandum - di semplici rendiconti, ma di un giudizio per danni causati all'amministrazione per problemi equitativi specie ora dopo gli accordi di Bruxelles per i dazi doganali al 15% senza tenere affatto conto che nei costi di gestione c'è da considerare la derivazione di quelli costanti per sviluppi tecnologici necessari per superamento di quelli comuni. Infatti, gli accordi europei con Tru...
 L'ALTRA PARTE DI ME - "Ci sono troppe metamorfosi, inversioni e schizofreniche doppiezze che le cronache della politica e del costume ci pongono di fronte ogni giorno - scriveva la giornalista Antonietta - cosicché passa quasi inosservata la pur straordinaria trasformazione dell'aggettivo concreto. Un tempo questa parola, nei panni del sostantivo "concrete" tirava avanti una virtuosa operosità lontano dalle lusinghe degli idoli del vitello d'oro e dalle varie insidie del  mondo. Erano i tempi in cui si poteva parlare di "validità" di poter condurre una vita brillante senza farsi però abbagliare da trionfi della sfrenatezza del miglioramento materiale illusorio delle classi lavoratrici di cui invece ci si serve con la voluttà dei dazi che assumono un tratto schiettamente venale, spesso rafforzato dalle situazioni contingenti che costringono ad accettare accordi in perdita con la superpotenza americana.  La muscolosa, aggressiva bellezza del sogno di...
 L'ALTRA PARTE DI ME - "La guerra è la vera idiozia" - rispose Miriam una donna che proveniva da Gaza city e che aveva perso fra le macerie della distruzione tutta la sua famiglia "Rimanere superstiti, questa è la colpa, ma non ci si può permettere di lasciarsi andare, altrimenti che speranza ci sarebbe? Anche se rimaniamo stremati, sconfitti e perduti, noi dobbiamo rimanere in piedi a dimostrare che l'arma più micidiale è la vita per la vita e non le bombe e nemmeno la prepotenza. Rimaniamo in piedi, sulla soglia della morte che ci sorride beffarda e ci fa sentire infimi, con quella sua opprimente e lacerante ombra che si stende su di noi con il suo denso fumo e la sua polvere maleodorante. Rimaniamo in piedi, fra lacrime e grida di disperazione con un silenzio vuoto fra le ossa e un arido vento di sconsiderazione fra le pieghe del tempo. Se resistiamo, nonostante le incursioni e la fame che ci dilania, forse potremmo avere perdono ed essere ascoltati perché que...
 L'ALTRA PARTE DI ME - Ida si ritrovò sola in quella stanza distesa su un letto sfatto dopo che aveva fatto sesso con Rinaldo che le aveva lasciato un biglietto con su scritto "Sono stato bene!" senza altre spiegazioni, ma la colpa era della libido che era come un fuoco che bruciava sotto la cenere e che la travolgeva vertiginosamente ubriacandola di voglia di avvinghiarsi all'altro come se fosse una zattera che la salvava da un naufragio in mezzo alle pervadenti onde ormonali del suo istinto procreatore. La carne era come le pieghe di quelle lenzuola, arrotolata sul suo stesso desiderio che la spingeva a protendersi verso quelle braccia d'ambrosia e le provocava una sete immensa che le seccava le labbra come un deserto di cui lei cercava un oasi costante. Rinaldo non era un uomo intraprendente, ma anzi era piuttosto piatto e banale però dopotutto la sapeva accontentare con le sue carezze ed i suoi baci ovunque lei volesse. "L'intimità, infondo mi calma -...
 L'ALTRA PARTE DI ME - Relazione della Sacra Rota riferentesi all'annullamento di un matrimonio per emotivismo "Si annulla il patto matrimoniale perché entrambi i coniugi avevano aspettative rimaste nel tempo disattese e deluse sul fatto che l'altro potesse esprimere o suscitare emozioni o atteggiamenti di attenzione, di cura, di affettività e di accoglienza che poi non hanno rispettato le aspettative e gli accordi intrapresi fra le parti in base alla coerenza dei desideri di entrambi." Le espressioni valutative, dunque, riguardo all'andamento del matrimonio, non avevano alcun significato o peso specie nell'ambito sociale, in quanto ad entrambe le parti interessava raggiungere quell'ideale di rapporto che si erano prefigurati prima di congiungersi in matrimonio, ed invece poi col passare del tempo si sono accorti che non ci sarebbe mai stata la favola agognata, ma solo un profondo senso di frustrazione e di inibizione continue. "Guardi - rispose l...
 IDENTITA' DISIDRATATE - Fabio, mescolando sapientemente i colori riportava ad un passato oscuro, gretto e perverso dove l'ossessione della gelosia competitiva prendeva il sopravvento al punto da fargli uccidere la moglie e da seppellirla in giardino con la scusa che se n'era andata dopo una crisi matrimoniale a trovare la sorella che abitava a Milano. La fretta e l'urgenza di ricostruire una storia credibile per gli inquirenti lo aveva reso cinico al punto da farlo diventare eternamente corrucciato, un tipo esistenziale-esplorativo delle regioni incontrollate del cervello nel mito di rappresentare un vero uomo verso una consapevolezza matura di cacciatore che pur sapendo di perdere la propria coscienza, si tramuta in preda delle sue stesse irrazionali pulsioni fino al punto di giungere al raptus che lo spinge a considerare seriamente l'idea di diventare egli stesso un ostaggio del proprio "Sé" che deve essere uccisa in quanto ostacolante e lesiva del suo ...
 IDENTITA' DISIDRATATE - I dolori, le tragedie, le insoddisfazioni, non hanno mai nociuto all'arte anche se ne rappresentano una componente ineluttabile, quasi complementare alla felicità. Fabio questo lo sapeva ed ecco perché aveva deciso di diventare un "pittore in carcere"- "Dipingo quello che non so dire, faccio fare una esperienza di ciò che provo" - diceva delle sue opere ed in effetti l'effetto che davano le sue immagini si potevano tradurre approssimativamente, in un molto meno poetico ed efficace "vagare con la mente senza una meta precisa, ma con la valigia piena di sogni e realtà sospese nel tempo". Così, nelle sue tele, Fabio giocava con le suggestioni e le sensazioni da lui sapientemente intrecciate alla realtà dell'ombra carceraria dove si sentiva perduto e si smarriva. Il critico d'arte, dunque, che doveva presentare la mostra "Al di là delle sbarre" si sentiva in dovere di animare le conversazioni troppo disper...