L'ALTRA PARTE DI ME - "La guerra è la vera idiozia" - rispose Miriam una donna che proveniva da Gaza city e che aveva perso fra le macerie della distruzione tutta la sua famiglia "Rimanere superstiti, questa è la colpa, ma non ci si può permettere di lasciarsi andare, altrimenti che speranza ci sarebbe? Anche se rimaniamo stremati, sconfitti e perduti, noi dobbiamo rimanere in piedi a dimostrare che l'arma più micidiale è la vita per la vita e non le bombe e nemmeno la prepotenza. Rimaniamo in piedi, sulla soglia della morte che ci sorride beffarda e ci fa sentire infimi, con quella sua opprimente e lacerante ombra che si stende su di noi con il suo denso fumo e la sua polvere maleodorante. Rimaniamo in piedi, fra lacrime e grida di disperazione con un silenzio vuoto fra le ossa e un arido vento di sconsiderazione fra le pieghe del tempo. Se resistiamo, nonostante le incursioni e la fame che ci dilania, forse potremmo avere perdono ed essere ascoltati perché questo grido possa avere pace e si ottenga una tregua in modo tale da avere un attimo di respiro Rimaniamo in piedi con le palme delle mani verso l'alto a chiedere misericordia verso il cielo e a impetrare il perdono consolatorio. Rimaniamo in piedi..." - "Certamente - rispose quasi come un eco Margherita - nemmeno possiamo immaginare cosa significhi perdere ogni cosa per cui si erano fatti tanti sacrifici, una vita spesa a raggiungere un sogno che poi viene distrutto nel giro di poco tempo. Viviamo la libertà scontenti e depressi per ogni piccolo piglio che non sia andato bene come noi ci eravamo prefigurati. Di fronte a competizioni riferiti a rivalità o paragoni con alter ego che contengono elementi abnormi, l'apparenza pare l'unica modalità cosciente per potersi esprimere superando repressioni inconsulte che creano circostanze per cui si ricorre ai social, scritture beffarde e pure offensive per un senso di assurdo che porta a nevrosi. Anche noi cerchiamo di rimanere in piedi resistendo alla tentazione di eclissarci rinchiudendoci dentro una bolla di sapone. La vita ci richiede fede e forza per non soccombere".
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
Commenti
Posta un commento