LA NEBBIA DI NATALE - Sono il Natale e vengo tutti gli anni, ma nel corso degli ultimi 50 anni mi sono presentato spesso fra la nebbia inquinata. Infatti le pressioni sulle globalizzazioni delle economie hanno conferito alla variabile ambientale una precisa valenza strategica: offrire parcheggi e navette gratuite per poter effettuare gli acquisti di regali. Tuttavia non c'è mai stata per me una reale efficienza ecologica ed ecco il motivo per cui in questo periodo spesso ci si trova di fronte ad un cielo bigio, carico di polveri sottili e imperniato di grave umidità che appesantisce il respiro. Di fatto, l'impatto ambientale che si crea a Natale nello scartare i regali, negli scarti e nell'immondizia che si accumula prevedono una precisa strategia: fare uso di carta riciclata e di regali utili. Certo, me ne rendo perfettamente conto che ciò significherebbe indirizzare l'intera organizzazione di impresa, orientando il processo di innovazione verso la custodia e preservazione della natura e che tale onere comporta dei costi maggiori di gestione, ma sono anche convinto che una migliore definizione di impegno netto ed esplicito porterebbe nel futuro a molti benefici ed ecco perché propongo che nella valutazione della qualità di un prodotto si introduca anche il rispetto dell'ambiente e la sostenibilità dell'impresa nel generare meno rifiuti o usare meno sostanze inquinanti e tossiche. Molte aziende scrivono sugli imballaggi se nella filiera produttiva sono state rispettate le regole di determinare meno inquinamento possibile perché noi dobbiamo tutelare il pianeta e poter consegnare alle giovani generazioni un pianeta libero da impurità, dove il respiro della vita diventi il motore portante dell'esistenza umana. Facciamo tutti la nostra parte buttando i rifiuti negli appositi contenitori, ma soprattutto partecipando alla campagna di sensibilizzazione perché il domani ci risevi alberi e non carri armati, cieli limpidi e non solcati da droni, aerei da caccia o missili perché la vera minaccia è perdere il valore della natura in cui viviamo e trascurarlo lasciandolo andare alla deriva.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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