VISIONI DI PACE - "Sono figlio di un medico aristocratico, decaduto e assai stravagante e dispotico che dopo la morte prematura di mia madre è stato iscritto controvoglia alla scuola del genio militare, perché qui in Ucraina si combatte ormai da tempo una durissima battaglia fino all'ultimo sangue. Tuttavia, i miei veri interessi, sono ormai da tempo indirizzati verso la letteratura, ma so perfettamente che non riuscirei bene a campare con questa perché è un arte molto incerta dove c'è molta competizione e si sta attuando, purtroppo un degrado culturale tanto che una sede giornalistica è stata assalita da terroristi determinando scompiglio. Infondo, però, coloro che hanno assaltato la sede di un giornale sono per la maggior parte povera gente, che ha bisogno di attenzione pietosa per trovarsi anonimi fra persone perse nel mondo. Successivamente, poi mi sono accorto che in coloro che combattono, esiste una specie di sdoppiamento psichico, dove ognuno e specialmente coloro che sono investiti delle responsabilità di strategie di guerra, viene travolto dall'incubo della guerra fino ad aver paura persino della propria ombra e dell'anima tremenda e mostruosa che si è fissata in lui, come uno spirito cattivo che combatte senza sapere nemmeno molto il perché. Ora sto vivendo come molti connazionali un periodo durissimo, dove manca tutto: dall'elettricità, dal cibo e perfino l'acqua e si ha paura di uscire a rifornirsi perché si incorre in seri pericoli e si rischia la vita. Comunque, si deve tentare per la sopravvivenza ed uno spirito di conservazione, ma anche per riportare un equilibrio nel dialogo verso accordi di pace. Ora, come ora, però, non mi aspetto nulla di più che è stato fatto fino ad ora: prendere tempo almeno per una minima tregua e respiro da entrambe le parti e comunque domani è un altro giorno, il giorno migliore per ricominciare a credere in visioni di pace."
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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