ASPETTATIVE EMOTIVE - Arriva prima o poi quel momento in cui ci si trova in Crisi e pare che tutto quello che si è costruito in quel momento vada in pezzi e che tu faccia parte delle macerie di quel crollo tellurico ed allora ti trovi davanti ad un senso profondo di nullità. In quel momento il Giudice Marco scriveva:"Mi sono reso conto che fino ad ora sia nel Codice Civile che nell'accezione comune si è usato il termine sbagliato nel suo significato più deleterio e cioè si è usato il termine AUTORITA' GENITORIALE anziché il termine AUTOREVOLEZZA GENITORIALE EDUCATIVA. Infatti l'autorità viene intesa come un potere e funzione costituita più che altro a livello gerarchico per imporre obbedienza che però potrebbe generare FORZATURA e di conseguenza paura ed ansietà dovute a soggiogamento e sottomissione, senso di oppressione nella prevaricazione. L'AUTOREVOLEZZA invece deriva dall'ispirazione CARISMATICA che si percepisce ed intuisce nei confronti di modelli di comportamento di INTEGRITA' e di dedizione all'impegno come nel caso del carabiniere Daprà Valerio. L'educatore sa credere nelle capacità ed opportunità del giovane, ma nel contempo lo forgia e lo forma ad orientarsi verso la disciplina del DECORO e del rispetto della massima CIVILTA'. Si deve spiegare che correggere significa ORIENTARE all'autocoscienza critica che volge alla virtù e che il bene passa anche attraverso il CONTEGNO di sentimenti ed emozioni di odio, di discredito, di denigrazione, di offesa, di ingiuria verso l'altro. E' compito di TUTTI gli adulti maturi orientare i giovani, è loro RESPONSABILITA' guidarli nella luce del bene. Io come Giudice per una migliore psicopedagogia direi "NON dovete obbedire a me in quanto Giudice, ma alla legge, ma prima di tutto questa legge DEVE essere scritta nei vostri cuori ed avvertita giusta e buona per la vostra indole, perché NON si può agire per mero istinto o pulsione, ma si deve agire per ragionevolezza, comprensione profonda che va ben al di là di interpretazioni superficiali ed inique". Perciò quando una signora mi ha riferito che un finanziere usa la bestemmia e gli improperi come sfogo terapeutico su facebook io sinceramente gli avrei risposto "Saranno terapeutiche per lei, ma NON per chi le deve subire come MOLESTE!" Bisogna chiamare le cose con il loro nome e le ingiurie, e gli improperi fanno parte di u  torpiloquio che NON va accettato dal Giudice che rispetta la deontica oltre che l'etica se no si prevede la censura ed il reato di DIFFAMAZIONE. Sono convinto di fare bene perché ho imparato bene!" 

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