RICATTI AFFETTIVI - C'è sempre stato da parte dell'essere umano il tentativo di unificare il mondo interiore con quello della natura (2 specie: la prima visibile e la 2° invisibile), nel fatto che ambedue partecipano ad un 3° mondo, quello delle Idee, in cui si trovano tanto le cause dell'agire umano (per esempio i valori come la giustizia nel rispetto della privacy fino a costituire un Garante che la possa assicurare) quanto quelle dei fenomeni e degli esseri di natura (per esempio gli archetipi degli elementi fisici e le forme geometriche). Per tale motivo è stata inventata la Meta-fisica, cioè una scienza delle realtà che stanno al di sopra della sfera naturale e la determinano, nel modo in cui il modello archetipico determina la copia, o se si vuole, il sigillo possa definire la forma per cui si applica. A tale riguardo, alla causa fisica dei fenomeni, cioè quella efficiente, se ne deve aggiungere un'altra di carattere paradigmatico o meglio esemplare, la quale ha come caratteristica peculiare il fatto di non essere dello stesso livello di effetto e ciò crea problemi seri ci COMPATIBILITA' con il concetto di sapienza umana da cui partono le mosse della Giustizia univoca che ha per tutti i componenti del Garante della privacy nell'applicazione delle leggi la medesima causa: l'Idea. I ricatti morali ed affettivi nascono proprio dall'Idea che abbiamo del rapporto affettivo negli effetti che produce sull'Altro e su di noi e dei cambiamenti e miglioramenti che dovrebbe generare per poter raggiungere un Ideale-Mito che ci siamo prefissati e che cerchiamo di trovare nei comportamenti ed atteggiamenti di chi ci circonda e dice di volerci bene. Indubbiamente il primo rischio da evitare anche a livello giornalistico e di cui deve tenere conto persino Sigfrido Ranucci è quello di considerare l'Idea (politica, religiosa, culturale o della personalità) come una realtà inconsistente, dotata di labilità (questo vale solo per l'idea intesa come contenuto della mente), ma non per le idee intese come oggetti REALI e STABILI di quelli sensibili. Innanzitutto le idee giornalistiche sono parte dell'intelletto perché rendono perspicaci nel vagliare le realtà fisiche (in quanto l'idea è intelligibile), e poi perché a differenza delle cose sensibili che mutano nel tempo e nello spazio in continuazione, ogni singola idea permane sempre identica, e quindi non passa mai dall'essere al non essere ed è quindi molto più facile da afferrare e comprendere. Dunque nel caso Ranucci Sigfrido che durante la trasmissione Report ha mandato in onda un audio tra la moglie di Sangiuliano e lui stesso che svelava il rapporto con la signora Boccia ci si rende conto che c'era in atto una idea di TRIANGOLO in cui le proprietà ideali sono sempre identiche, mentre i triangoli amorosi e materiali si deformano. Per questo era stato mandato in onda quell'audio e cioè per mancanza di idee giornalistiche che aumentassero lo share in quella fascia di fruizione del servizio televisivo? Non poteva forse Ranucci conoscere le idee che sono essere in sé e sono soprattutto la ragione d'essere delle altre cose su cui influisce l'informazione? Cioè in pratica Ranucci non poteva conoscere la normatività ONTOLOGICA dell'Idea giornalistica?? Forse sia Sangiuliano che Ranucci dovrebbero porsi la stessa domanda che si pose Anassagora cioè saper spiegare a livello giornalistico cosa sia meglio inseguire se lo share oppure un corrispettivo economico perfetto di 150.000 euro di multa, o ancora, invece una causa giusta ed etica o piuttosto ancora l'inseparabilità e la consequenzialità di queste idee nel giornalismo. Ciò equivarrebbe a dire che le idee giornalistiche tutte insieme debbono costituire un ORDINE ESPLICATIVO del mondo che ci circonda, tanto nei particolari che negli oggetti e quanto negli insiemi perché le Idee siano legate fra loro da nessi e regole precise, le quali estendono ulteriormente le cose in modo che NON divengano mai esposte e comprese in una forma imprecisa e confusa. Insomma le idee restituiscono l'essenza agli individui terreni spiegando che le loro relazioni debbono restare entro certi limiti ovvero sia RISERVATE. Ranucci doveva studiare meglio la Dialettica per saper cogliere l'idea migliore da mettere sul piatto e cioè non screditare un collega, ma bensì fare capire che siamo tutti esseri umani che possiamo sbagliare se inseguiamo sogni irrealistici e fasulli, mentre invece il giornalismo culturale NON è gossip, ma COMPETENZA su ciò che conta davvero e cioè mettere l'informazione sostanziale al centro perché allo spettatore NON deve interessare cosa combina quello o quell'altro, ma bensì cosa si sta facendo di concreto per aiutare il ceto medio. Questo conta davvero e per il resto sono solo chiacchiere al vento.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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