SULLE ORME DI CHIARA - "Messere, sono qui a scrivervi per sottopormi al giudizio ecclesiastico facendovi presente che per me la regula fidei è troppo angusta in quanto povera di contenuto, racchiudendo in sé pochi concetti, che immobilizzano il pensiero. Infatti se penso che il figlio di Dio è morto, allora credo che ciò è assolutamente degno di fede perché è una stoltezza agli occhi degli uomini razionali. Così, se medito sul fatto che Cristo fu sepolto e poi risorse al terzo giorno, credo che questo sia certo, perché è impossibile. D'altronde lo stato del sapere filosofico umano è davvero miserevole ed è per questo che i più respingono sdegnosamente ciò che proclamiamo su Cristo. Ma qui, io non mi richiamo ai Vangeli o alle testimonianze degli apostoli nella Bibbia, qui io mi rifaccio alla testimonianza del mio mondo interiore, alla sua intera realtà che è divenuta tutt'una con la fede e che io posso permettermi di elaborare in base ai nessi concettuali che mi sono stati insegnati. Invoco, la vostra pazienza, nell'ascoltare e fare di questo scritto memoria, anche se so che questa lettera potrebbe diventare la più discussa nel sistema di dottrine giacché costituisce tutta me stessa e ciò che voglio raccontare. Sono Chiara e mi trovo in un periodo in cui la Chiesa si trova nella necessità di scendere a patti con la massa, che è alterata per le molte situazioni di genocidio e di guerra che vengono presi come scuse per esprimere un disagio profondo. I violenti attaccano il governo che non prende posizioni per un processo di evoluzione governativa che pare sacrificare l'intelletto e una chiara conoscenza dei valori di accordi e compromessi. Se lo sviluppo intellettuale rimane precluso, si ha l'impressione di essere costretti ad assumere come base umanitaria della dignità la forza irrazionale che viene indicata dai mass-media come fondo dello spirito. In questo senso, allora i potenti paiono dare un'impronta prettamente intellettuale alla realtà dinamica e ciò non può che riuscire odioso specie a livello degli scambi favorevoli alla pace. Si genera perciò una antitesi assoluta del sapere e le forze che ci conducono alla contemplazione e all'amor di Dio. Tutto ciò che è materiale, dunque, viene rifuso a ciò che è spirituale in un caos di idee che lascia indietro l'obiettivo principale di ritrovare la calma fra lo spirito e la creatura di Dio e Dio stesso. Non c'è più tolleranza ed equanimità ed il rapporto oggettivo pare prendere il sopravvento nel suo simbolo sensuale e prettamente passionale. Invece, io non voglio immettermi in una falsa strada che mi conduca ad un anomismo etico e ad un assoluto libertinismo che non arretra nemmeno di fronte all'oscenità e perversità ed inverecondia per quanto abominevoli. Chi vuole sapere quale significato possa avere un intellettualismo ardito non può entrare in questa dimora perché rappresenta un pericolo per la sua soggiogazione e condizionamento all'oggetto. In tale senso non sono mai riuscita ad adattarmi all'ambiente perché ne rimango turbata e ciò mi spingerebbe a trovare una compensazione di sacrificio oppure di atteggiamento unilaterale che mi seccherebbe molto notare in me stessa e dunque non volendo accumulare una energia nociva preferisco piuttosto isolarmi in questa clausura e se poi tale atto risulta un deficit pazienza per me è un vero e proprio rivolgimento ed un desiderio profondo di redenzione che solo l'esperienza accanto a Cristo può darmi e non il mondo e perciò voi non potrete mai convincermi con le vostre lusinghe di uscire da questo porto sicuro in cui mi sono rifugiata ed in cui vivo pienamente il mio sommo bene. Vi prego dunque di lasciarmi nel mio destino ad amare Cristo." 

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