IL MILIZIANO - Sono stata incaricata come giornalista di capire le ragioni della guerra fra Hamas ed Israele, ma mi sono ritrovata davanti a molte notizie fra cui anche quella dell'intervento del segretario di Stato Vaticano Parolin che diceva che anche Israele era colpevole nel genocidio e oltretutto che pregare servisse a poco e che come cristiani bisognasse fare qualcosa a favore del dialogo. Eppure quando sono andata ad intervistare un miliziano, mi sono trovata davanti ad una sorpresa davvero molto interessante. Per giungere al luogo di incontro pattuito ho dovuto attraversare dei territori bendata e sotto scorta armata ed avere un tesserino di riconoscimento giornalistico altrimenti rischiavo la pelle. Poi il capo dei miliziani mi si è presentato davanti con il volto coperto per non svelare la propria identità e questo come tutela presa nel fare in modo da non essere riconosciuto ed evitare ritorsioni nei confronti dei propri famigliari che potessero essere presi come ostaggi, trucidati o seviziati. "Come mai avete attaccato Israele durante una festa il 7 ottobre?" "E' il diavolo che spinge alla guerra e ci fa infuriare davanti al fatto che non vengano considerati dei nostri diritti di essere un popolo con una propria identità sia religiosa che politica" Ecco, che appariva il personaggio del diavolo e come non gli si poteva dare torto di fronte a tanta distruzione, di fronte a gente affamata, turbata e sofferente per la guerra che la circondava e la costringeva a lasciare le proprie case e a rifugiarsi in campi profughi improvvisati e disumani dove la dignità scompare? Eppure in alcune chiese cattoliche poco lontane si prega sotto il suono delle bombe ed alcuni se ne stanno in silenzio con il rosario in mano, mentre si avvertono i colpi di cannoni e calasnicov tutto intorno. Si presentava così davanti agli occhi il contrasto fra chi non credeva più alla potenza della preghiera e pensava solo alla manifestazione della rabbia e dell'odio, e chi invece ci credeva ancora. Molti che in gruppi di preghiera impetravano l'aiuto della regina della pace ed altri che andavano a manifestare nelle piazze riportando in luce una verità nascosta: il demonio si impossessa delle anime e le porta con il suo inganno e le sue lusinghe a voler diventare vanagloriosi, superbi, prevaricatori. Il miliziano perciò deve sapere di cosa sta parlando visto che l'inferno lo vive tutti i giorni e gli si presenta davanti ogni volta che combatte, talvolta contro i suoi stessi incubi tanto che mi dice "Qui come vede è tutto un inferno e noi siamo alla mercè di un amaro destino di perverso potere da parte di Satana". Fra i vari gruppi che si erano presi l'impegno di pregare c'è un gruppo di suore che ha la pazienza di starsene lì davanti alla statua della Vergine Maria a implorare la pace e a sgranare un rosario, nella convinzione che sarà una potente arma contro il maligno e che diverrà la chiave di volta per ottenere la conversione dei cuori induriti e succubi del diavolo. "Perché preghi" chiesi ad una suora "Perché la preghiera è un modo per rimanere saldi nella fiducia che prima o poi le cose si risolveranno e che gli uomini capiranno che è meglio mettersi d'accordo piuttosto che farsi la guerra". Io rimanevo attonita ed impotente, ed al contempo sentendomi piccola ed intimidita da tanta efferatezza di intenti mi misi a pregare come se fosse l'unica possibilità per uscire da quella crisi che si avvertiva e che era più pesante del conflitto che mi circondava. Vedendo, poi, solo gli occhi del miliziano mi accorsi che erano segnati dalla stanchezza e dal dispiacere di dover continuare in quel delirio per cui era stato precettato eppure egli doveva obbedire a degli ordini. "Anche noi - mi disse una suora - obbediamo ad un ordine superiore: quello di pregare e vegliare per la conversione dei cuori che avvenga presto e che possano ritrovare la strada per la pace interiore più che quella esteriore" Anche il miliziano era d'accordo "Io faccio fatica a dormire, gli incubi mi colpiscono e imbraccio il fucile solo per la paura di essere preso alla sprovvista da un attacco del nemico, però non vorrei mai uccidere o distruggere, ma sono costretto a farlo anche per difendere la vita, ma non mi sento affatto un eroe anzi sono vittima come tutti gli altri dell'egoismo umano che vuole vincere con il potere, la ricchezza e la gloria della vittoria contro chi o contro cosa ormai non lo sappiamo più. Noi obbediamo e basta le decisioni importanti le prendono i capi di governo mentre tutti gli altri non sono che burattini nelle loro mani" "Noi invece siamo libere - rispose la suora - e rispondiamo solo al comando di Maria di affidarci al Sacro cuore di suo figlio Gesù e di credere che lui ha saputo vincere per sempre la morte e crederci fino infondo e dunque ci costa poco pregare ed avere tale devozione. Per cui mi sono davvero sorpresa nel sentire che il cardinale Parolin creda così poco alla potenza della preghiera, forse non l'ha bene sperimentata e compresa. Che Dio lo perdoni per la sua poca fede".
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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