BOZZONE - MAPPE DI PERCORSI PSICOLOGICI - (con la gentile revisione del dottor Zamparetti Marco) - La reazione normale ed universale della mente e del corpo ad una situazione intesa di grave minaccia è quella di prepararsi all'azione affrontando il pericolo oppure darsi alla fuga. Già all'età pre-puberale (9 anni circa) si prepara una mappa con un "tragitto" che il bambino deve fare per raggiungere uno scopo e in tale mappa si segnano con il punto esclamativo i pericoli o si segnalano possibili "salvagenti" per poter dare autonomia individuale e poter fare in modo che si attivi una coscienza critica. Per il genere femminile poi si pone la spinosa questione di essere esposte al rischio di sguardi indiscreti e attenzioni pericolose da parte di malintenzionati, vivendo situazioni di particolare disagio o paura e sentirsi disorientate e non sapere a chi rivolgersi per poter rimanere tranquille e serene in un mondo dove, come è successo a Luciana Ronchi si può essere aggredite mortalmente per mano di un ex marito o compagno geloso e possessivo. In effetti, il grado di movimento delle ragazze e delle donne, registra lo scarso livello di civiltà sociale in cui viviamo e diviene una questione squisitamente politica, nel senso originario del termine perché riguarda tutta la polis. Ma procediamo con ordine. C'è un'ampia letteratura di psicologia classica dello sviluppo che si è dedicata molto al ruolo del contesto nel cercare di favorire validi processi di apprendimento e progresso di funzioni superiori. E' una letteratura che prende le mosse dal concetto di "zona di sviluppo prossimale", secondo cui il bambino può raggiungere superiori livelli di sviluppo a contatto con adulti e pari, che siano in grado di stimolarlo nei suoi progressi. La zona di sviluppo prossimale indica nella mappatura la distanza che intercorre tra ciò che il bambino può fare in autonomia e ciò che può fare insieme ad altri, siano essi adulti o bambini più grandi ed esperti a cui oggi si aggiunge ciò che può fare sotto l'influenza e i condizionamenti social. Secondo questa teoria l'esperienza di apprendimento conoscerebbe 3 fasi + 1 che possono generare ansie e tensioni diversificate: 1° fase - prevede la prestazione del bambino sia volta sotto la guida diretta ed il controllo del genitore che potrebbe essere iperprotettivo e quindi fare andare in bici senza rotelle all'età di 9 anni e generare insicurezze; 2° fase - la prestazione viene svolta in autonomia sotto il controllo del bambino stesso e quindi il bambino impara a pedalare da solo controllando i propri movimenti per rimanere in equilibrio, ma bisogna mettere in conto le possibili cadute; 3° fase prevede una prestazione automatizzata e meccanicistica e cioè il bambino non si accorge più di pedalare; il + 1 prevede che il bambino riesca ad adattarsi a condizioni avverse del tipo si è rotto un braccio ma comunque riesce a superare il disagio adattandosi alla sua condizione e andando comunque in bici. In questo ultimo caso di disabilità momentanea o continua la dimensione della zona prossimale può ampliarsi notevolmente tramite interazioni con simili capaci di allestire nuove esperienze e creando "tutor apprendisti" e "tutor accompagnatori" ovvero situazioni di integrazione e di inclusione. Difatti ogni apprendimento nasce all'interno di relazioni specie con esperti che debbono calibrare la propria presenza per evitare di essere di ostacolo alla capacità di sperimentazione e di comprensione del bambino ed al contempo proteggerlo da esperienze e relazioni fuori dalla sua portata o comunque pericolose e nocive al suo sviluppo. D'altronde non possiamo evitare alle bambine di avventurarsi in relazioni con il sesso opposto per paura perché ciò significherebbe soffocarle o precludere loro infinite possibilità che riserva la vita. E allora come poteva fare Luciana Ronchi ed altre a difendersi dagli aggressori che le vogliono tutte per sé? Bisogna tenerle al riparo dall'idea romantica e retorica che spesso aleggia attorno a questo concetto di avventura che è soggetto a false interpretazioni e facili edulcorati romanticismi. L'avventura, è inutile negarlo, ha molto a che fare con la corporeità, con la sessualità e la materialità, ma anche con l'intelligenza e la razionalità, costituendo spesso per la donna una esperienza formativa fondamentale di guardarsi attorno. Restituire alla bambina il gusto dell'avventura implica la possibilità concreta di viverla nella pratica di tutti i giorni e nelle dinamiche psicopedagogiche come una dimensione fondamentale di un percorso formativo della persona. Le vere occasioni per diventare una donna sono quelle del discernimento nelle scelte si chi frequentare e nel capire se il desiderio dell'Altro sia autentico o dettato piuttosto da possedimento e soggiogazione. Luciana Ronchi se avesse appreso questo forse si sarebbe salvata evitando di sposare quell'uomo.
 IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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