DESIDERABILE - "Cosa vorrei raggiungere se non una carità che mi possa procurare felicità? La carità va ben oltre le donazioni di denaro e consiste nell'offrire a qualcuno qualcosa che forse non si merita ed io ti chiedo, mio Signore, di farmi tutta tua anche se non ti merito. Voglio essere quel tutto che mi manca, quel tutto che sa andare oltre il senso del dovere e che sa diventare solidarietà. Spesso, mi sono sentita in balia di cose sconosciute e mi sono sentita come una mendicante sgradita perché ero fra quelli insofferenti ed inflessibili e proprio come una dei più miserabili accattoni avevo perso il rispetto di coloro che ritenevo giusti. Però mi sono avventata lo stesso a venire qui e fino ad ora non me ne sono pentita perché ho bisogno di carità e cioè ho bisogno di interpretarti mio Signore e ciò sarebbe per me un dono prezioso e generoso che colmerebbe la mia stupidità, debolezza, eccentricità o peggio vanagloria e falsità. Ho bisogno che tu mi guardi e che mi spieghi come posso diventare. Anche se non conosco i dettagli, voglio fare uno sforzo di immaginazione per capire come mai sono diventata così sciagurata. Sotto la mia tonaca, c'è dolore e rimpianto e dietro l'arroganza c'è la vulnerabilità. Ecco perché ti offro la mia intera vita fatta di silenzi e di pazienza ad aspettare che tu mi faccia diventare pentita e che poi mi possa impegnare a trovare un frammento di verità che possa gettare una luce sulla mia esistenza. Infondo, nel donare si sperimenta solo un lato di un equazione, rimanendo per tutta la vita donatori e mai riceventi, ed invece, quando ti ho ricevuto nell'eucarestia ho scoperto che eri tu che ti volevi donare tutto a me e che volevi che io fossi per sempre una tua ricevente. Dopo ho capito che dovevo condividere il tuo dono, ma che dovevo farlo in questo diario per dire che voglio avere il tuo stesso spirito di interpretazione generosa delle vite degli altri pensando che la Salvezza è per tutti e nessuno ne ha l'esclusiva. Perciò debbo essere gentile, e disponibile a fare molto di più che condannare i peccatori: perdonare. La società è molto più interessata ai vincenti, ma tu hai guadagnato l'eternità attraverso il sacrificio della croce, che è stato inteso come un fallimento. Da chi dipendeva il successo o il fallimento di una croce era scritto nel destino di colui che lo provava e che aveva volto la propria storia in una catastrofe. Ecco il motivo per cui confido in te che hai trasformato una tragedia e la più terribile condanna che non ti eri meritato perché non possa esprimere facili giudizi morali e liquidare una persona con un benservito. La tragedia del calvario è un resoconto ancora incompreso e moralmente complesso dei modi in cui persone valide possano finire male e vuole insegnarci che di rado veniamo ricompensati per la nostra virtù anche se davanti al ladrone pentito si è prospettato subito il riscatto. Mi rendo conto che ho fatto il più grande errore della mia vita di non voler ammettere la sconfitta quando invece è da questa che è nata la Salvezza: un affidamento a te fra le spine dell'esistenza."
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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