INUTILI CORPI - Possiamo parlare anche noi? - chiesero dei corpi di donne uccise per l'ossessione gelosa del possesso oggettivo mascolino. Certo - rispose la psicoterapeuta - vogliamo sentire anche la vostra voce e vogliamo capire come mai vi siete lasciate sedurre e soggiogare da uomini violenti. In primo luogo noi non siamo propriamente corpi - risposero le donne in coro - siamo più che altro realtà psichiche di piacere che impongono al maschio alfa la gratificazione fisica per la via più breve: quella fantasmatica. Perciò il principio di realtà che prevede il rinvio delle esigenze libidiche e sessuali lasciando il maschio insoddisfatto in rapporto all'ambiente esterno con cui si confronta, porta il maschio alfa a concentrarsi principalmente sul fare accadere il proprio desiderio, la brama agognata su cui punta tutta la propria esistenza. Tuttavia, il maschio alfa riesce a raggiungere i suoi scopi per via esclusivamente allucinatoria che si insinua nella sua evoluzione di maturazione soprattutto attraverso la prima comparsa di un pensiero cosciente che non accetta la sconfitta e la perdita ed anzi lo considera un disonore ed un discredito per atteggiamento appreso. Tutto, viene poi riassunto nel principio di realtà all'Io scaturito dall'impatto fra l'intimità inespressa e la realtà esterna femminile con la quale si confronta in maniera spesso conflittuale. L'effetto strutturale che ci si presenta di fronte è diverso a seconda della natura delle pulsioni specie di quelle di autoconservazione, in cui la realtà prefigurata prende facilmente e irreversibilmente il posto dell'esperienza allucinatoria, mentre nel caso delle pulsioni sessuali il principio di piacere diviene totalmente faticoso e quindi per il disagio che provoca difficilmente si lascia trasformare in principio di realtà contestuale soprattutto in seguito ai processi di identificazione caratteristici della fase edipica o di quella di castrazione della parte maschile che si sviluppa al femminile o a livello androgino. Questo volevamo più dire.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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