INUTILI CORPI - II° CORPO - Così, più mi guardavo attorno soprattutto a livello social e più mi rendevo conto che diventava importante inseguire un modello di donna magra che in realtà ingannava. Ma quando decisi di ricorrere a diete e a fare in modo di rallentare la mia voracità ero giunta a pesare un quintale. Poi mi sono accorta che era alquanto dannoso assumere un atteggiamento morale sull'argomento cibo perché tutte le volte che prendevo l'impegno di dimagrire, poi lo rimandavo sempre. Guardandomi allo specchio, mi vedevo deforme e tuttavia avevo spesso una fame nervosa dove sfogavo le mie repressioni ingozzandomi e tutto questo perché avevo imparato che un affetto particolare per qualcuno è un peccato, ma inibendo le cattive emozioni si inibisce anche l'espressione di quelle buone. Il fatto è che come metro più equilibrato per giudicare le reazioni emotive non è quello della bontà o cattiveria, bensì nell'opportunità o inopportunità di poterle esprimere. Infatti persino l'ira se controllata e diretta nel modo giusto è un importante elemento di coraggio e di determinazione al cambiamento. Invece, io davo retta a degli standard e mi lasciavo stigmatizzare da dei canoni prestabiliti da coscienze distorte e irrealistiche che mi rendevano codarda tanto da essere troppo preoccupata del mio aspetto fisico e di come mi presentassi esteriormente e non accorgermi che esageravo quando ritenevo di essere indegna di meritare una qualche considerazione. Per tale motivo mi sono trattenuta quando avvertivo la passione dentro di me e quella sognante libido che mi trasportava magneticamente verso l'Altro con le sue seduzioni. Sentivo intimamente che non sarebbe stato giusto diventare un oggetto, un pezzo di carne su cui sfogare le pulsioni del momento, eppure al contempo desideravo fortemente avere un senso di appartenenza ed avevo quindi una sproporzionata reazione negativa davanti all'espressione sessuale della mia persona. Tutto ciò traeva origine da una coscienza "deviata" per la paura di essere punita per il mio peccato di volermi sentire importante per qualcuno, una perla preziosa da custodire e di cui occuparsi con soddisfazione. Io avevo in effetti molta paura di essere qualcuno, tutte cose che mi hanno fatto intendere come errate o suscettibili di punizione e ciò dimostra come vi sia la tendenza a sopprimere l'Io per averne il controllo e la supremazia e farlo diventare una marionetta nelle nostre incerte ed insicure mani.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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