INUTILI CORPI - I° CORPO - Se rifletto sulle caratteristiche del mio corpo in me stesso vedo che il mio essere era corruttibile, di cui l'anima caduta nel suo atto meramente intellettuale era prigioniera. La strumentalità del corpo ha per fine l'anima razionale e le sue operazioni in alcuni istanti, mentre in altri agisce sotto l'influsso di pulsioni e condizionamenti materialistici. Il mio corpo ora non possiede più null'altro se non una sostanza fredda che giace passiva senza attributo di pensiero alcuno. Prima ero una macchina produttiva che veniva sfruttata come un oggetto per la viltà, ed ora non sono più identificabile con la mia volontà di esperienza pacifica. Non vedete come sono stato ridotto con la schiena ricurva e le mie fragili ossa. Infondo non ero che un surrogato di una banale idea che subivo nella sofferenza e nella disperazione: una esistenza di poco conto che è durata solo un attimo e che non ha avuto modo di aprirsi al mondo perché è sempre rimasta confinata e sorvegliata da una coscienza di colpa che soggiogava ed opprimeva ogni moto facendomi diventare un automa che non riesce mai ad assaporare la presenza esistenziale ed anzi l'aborre come se fosse la peggiore cosa che conosce e capisce. Io non ho mai vissuto se non da miserabile che povero elemosina una luce fra le tenebre dei conflitti che lo attagliano fino alla fine del mondo. 

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