IL VIAGGIO DELLE PAROLE - Guardandosi intorno il monaco Bruno si domandava spesso dove fosse finita la parola Carità quando la pazienza finisce per lasciare il posto alla rabbia, all'aggressività, alla violenza ed al sopruso. La Carità pareva aver perso la sua benignità ed essersi eclissata chissà dove, quando, invece l'umanità ne aveva un disperato bisogno tanto da restare in attesa di un segno che col dialogo si potessero risolvere tanti problemi sulla faccia della terra. Ma Bruno si ricordava di quel racconto di sua nonna, quando diceva che l'amore è una valigia che va riempita di volta in volta di sagge esperienze e di speranze fino a quando raggiunga il suo giusto ed imperterrito valore. Certo che Bruno talvolta si sentiva come vuoto d'amore ed era per questo principalmente che pregava il buon Dio che lo colmasse lui di quel vuoto che aveva dentro e che lo rendeva impaziente, borioso, pedante, critico ed indolente fino al punto di non avere nemmeno voglia di alzarsi dal letto e di voler restare immobile a guardare il soffitto convinto che il proprio contributo contasse come un granello di sabbia nel deserto. Non parliamo poi della comprensione umana che fuggiva via vile di fronte al mettersi in discussione e al cercare di impegnarsi seriamente. L'essere umano vuole raggiungere i propri obiettivi al più presto e con poca fatica, ma invece c'è sempre uno scotto da pagare, un prezzo per essere soddisfatti del proprio esistere e di ciò che si può diventare nel corso del cammino. Sua nonna gli raccontava inoltre che i peggiori ostacoli dell'amore erano le parole invidia, gelosia, vanagloria, superbia che sbarrano sempre la strada e che giungono a scardinare e minare presto la tranquillità del genere umano. Perciò Bruno aveva deciso di scrivere quella storia dove un protagonista simile a lui decideva di mettere sul treno dei desideri le parole Pace, Speranza, Benessere, Solidarietà, Ascolto, Pietà e Misericordia, ma tali espressioni erano molto pesanti e dovevano pagare un supplemento per rimanere fisse dentro ai vagoni. Invece, durante il viaggio le parole più importanti venivano perdute oppure buttate via al vento lontane da quella linea che le poteva connettere all'umanità e così le persone che salivano sul treno non le avvertivano e si sentivano schiacciate dal potere provocatore del Male che riusciva ad incutere loro timore minacciando di poterli soffocare nel giorno del giudizio universale insinuando in essi un profondo senso di colpa che li riduceva a brandelli fino al punto di denigrarli al fango. Perciò il viaggio delle parole determinanti alla vita umana per riuscire ad elevarla e renderla nobile, finiva presto e non si ritrovava che qualche pezzo sparso nei vagoni che doveva essere ricostruito per potersi incastrare nell'anima e poi acquistare il merito di aver resistito fino alla fine. Il viaggio delle parole dipendeva dunque dalla dovizia umana e dalla disciplina cose difficili da praticare, ma comunque possibili da ricercare ogni volta, ogni giorno in cui la vita dovesse riconquistare il suo giusto valore, il suo giusto posto ed inqjuadramento: quello dell'amore incondizionato ed umile. 

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