IL VIAGGIO DELLE PAROLE - C'è sempre una forma di dicotomia fra dire e fare, tra vero e falso e tra fatto e valore ed il monaco Bruno lo sapeva ed era per questo che era andato a lezione. Il professore di dizione il primo giorno però aveva detto "Ricordatevi bene che non tutti gli enunciati sono constativi ed hanno quindi lo scopo di asserire o riportare qualcosa di valido; infatti esistono anche enunciati performativi che non descrivono nulla per cui in essi dire qualcosa (qualunque cosa) equivale a fare qualcosa, come assumersi un impegno o fare una scommessa. Dunque, poiché non possono essere né veri e né falsi questi enunciati non hanno delle particolari condizioni da seguire di verità, tuttavia riescono comunque nel loro intento solo se vengono rispettate determinate condizioni di "felicità". Deve, però, innanzi tutto esistere una procedura consolidata a livello sociale, la quale prevede che le persone pronuncino alcune parole in determinate circostanze; tale procedura deve essere svolta correttamente in tutte le sue parti e messa in atto nelle circostanze appropriate dalle persone competenti, in quanto chi emette l'enunciato in questione deve poi farle con l'atteggiamento o l'intenzione giusta (cosa non accade affatto, quando c'è adulazione) e deve espletare il compito che si è assunto proferendolo. Per tale motivo, quando non si verificano le prime 2 condizioni l'atto che l'enunciato vorrebbe eseguire ed istituire è nullo e l'enunciato stesso risulta essere "un colpo a vuoto", perché la procedura non è stata riconosciuta o viene dichiarata mai eseguita, se non si verificano le ultime 2 condizioni, invece, il performativo è infelice e l'atto viene dichiarato un abuso procedurale." Con questa spiegazione il professor Austin, pretendeva dai suoi allievi che analizzassero le relazioni che intercorrono tra gli enunciati performativi ed il valore delle verità delle asserzioni loro associate, ma in definitiva le lezioni centrali e ciò che avevano compreso gli allievi dimostravano che non era possibile dare una definizione grammaticale, perché non hanno una tipologia standard e quindi è impossibile redigere una lista di usi dei verbi performativi, perché le stesse frasi possono essere usate in diverse occasioni e modi stando però attenti per serietà a non cambiarne il senso ed il peso del valore.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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