MALDICENZA ULTIMA LIBERTA'? A volte i discorsi riportati dai politici o dagli influencer sono sconnessi da superiori ambizioni specie se si tratta di un immenso deposito di rifiuti vocali, di frasi smozzicate qua e là dette da un intellettuale come Piergiorgio Odifreddi (un matematico, fra l'altro), brani male interpretati, limature d'odio, mestizia, acredine e persino rimpianti. Ma immaginiamo che ciò che diciamo non sia detto al vento o venga ascoltato da qualche cimice spia e che le nostre parole così come le idee che le supportano non vadano perdute ma restino per sempre incollate, come impalpabili emanazioni, alle pareti, ai soffitti delle stanze allora dobbiamo davvero spaventarci per i pettegolezzi che si trasformano in insulti, in dicerie divaganti e in immagini rubate da qualche telecamera nascosta che viola la nostra privacy e persino la nostra intimità. Come trattare questo sterminato mucchio di maldicenze? Ignorarlo? Denunciarlo come diffamazione? In effetti molte dicerie sono diventate famose come nell'indignato Misantropo di Molière, fino agli allegri ciarlatori goldoniani e alle riprovazioni di Parini per arrivare a certi crudi calchi "parlanti" di Belli e alle aperte complicità di Wilde, di Proust e infine alle disperate invettive di Cèline. Perciò Giorgia Meloni nel suo discorso sui comportamenti che dovrebbero tenere i politici non ha nulla di più da insegnarci perché agli intellettuali seri, pare che la maldicenza oggi meriti piuttosto di essere guardata da un nuovo punto di vista e cioè la gente non ama affatto le idee generali e scontate anche se è sollecitata dai mass media ad averne possibilmente coese con quelle di una maggioranza di governo che deve sottolineare i propri risultati come se fossero trofei. E non è affatto vero che siamo liberi di scegliere quello che vogliamo ascoltare o vedere, perché veniamo spesso spinti ad un passaggio obbligato che ci fa ritrovare in coda con gli altri riguardo la difesa dell'ambiente, sull'identità di genere LBGTQ+ per cui qualcuno ha precedentemente combattuto, sul contrasto alla mafia per il quale qualcuno ha dato la vita, sul contrasto all'imperialismo dei dazi doganali, sul contrasto ai pasticci urbanistici di qualche noto architetto e sulle corruzioni, sulla crisi monetaria ed il cattivo andamento dei prezzi e delle borse valori e poi sulle riforme delle separazioni delle carriere giudiziarie e persino sul gioco del calcio mercato che vengono presentati allo spettatore ormai sotto forme sempre meno concrete e interessanti e come argomenti triti e ritriti su cui soffermarsi a discutere per perdere tempo. Il povero intellettuale, invece, nella sua intelligenza diffida di questi piatti ambigui che hanno più o meno lo stesso sapore di protesta, di rassegnazione, di servizio a caso qua e là quando Odifreddi, da par suo, potrebbe parlare del criterio di Leibniz una serie numerica di termini a segno alterno che è convergente (come una convergenza politica per caso?) se la successione dei valori assoluti in cui si crede e si spera potrebbe diventare decrescente fino allo 0 assoluto; per una serie così fatta ogni somma parziale di indice pari e patta ad ogni politico di opposizione diventerebbe una stima per difetto della somma della serie e quindi apparirebbe chiaro che ogni somma di disparità politica (specie in vista di elezioni regionali prossime venture) sarebbe una stima per eccesso della Meloni ed il suo partito per sminuire l'avversario. I mass-media, allora potrebbero diventare uno strumento di opportunità culturale nell'offrire (non imporre) argomenti di istruzione che possano chiarire, illustrare ed illuminare sul da farsi e non per rinfocolare sciocchezze di terza o quarta mano, di chi sa essere più loquace e più attento nell'uso di espressioni. I veri intellettuali non scartano mai nemmeno l'ipotesi della maldicenza come estremo rifugio dell'individuo indipendente, il privato territorio dove ognuno può permettersi ancora di ragionare con la propria testa, esercitando ed affinando le proprie capacità di giudizio, di osservazione, di confronto, di critica e anche (perché no?) di satira ed ironia. Tagliare i panni addosso agli altri è forse l'ultima trincea del libero pensiero, e se anche noi come Chiarle Kirk potessimo avere a disposizione tale libertà allora, chissà il materiale raccolto potrebbe diventare più interessante tanto da sforare Diderot e D'Alembert per una grande enciclopedia della cultura.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
Commenti
Posta un commento