MEDICINE INFANTILI - Partecipando al corso di specializzazione in Medicina Generale ho sentito dire che c'è una specie di veto nell'usare i beta-bloccanti perché si dovrebbe cercare di calcolare la gittata cardiaca reale, ma la viscosità del sangue tende a crescere pure quando diminuisce la velocità del flusso per effetto dell'accumulo di eritrociti che sono trasportati più lentamente. Aumentando la temperatura, invece la viscosità diminuisce, perciò nell'attività muscolare e con la febbre il lavoro del cuore è facilitato tenendo conto, però, dei fattori che controllano il diametro delle arteriole che possono controllare il meccanismo vaso-motorio, il quale, a sua volta, è posto in attività da variazioni sia della pressione sanguigna arteriosa sia al contenuto di ossigeno o di anidride carbonica del sangue arterioso. Da ciò è possibile affermare che la quantità di sangue che affluisce attraverso i distretti corporei per minuto è determinata dal gradiente di pressione sanguigna e dalla resistenza periferica che si esprime con una equazione matematica di Pressione arteriosa/resistenza periferica che a sua volta è proporzionale a 8 x l (lunghezza del vaso) x n (viscosità del sangue/pigreco x r alla 4 inteso come raggio del vaso. Per tale motivo si rende necessario stabilire una percentuale di diminuzione del raggio arteriolare per raddoppiare la resistenza e tale percentuale è del 20% circa. L'ipotesi è che se ci si trova in tale situazione può diventare critico usare il betabloccante specie poi se la depressione intraortica è alta e quindi aumenta consistentemente il gradiente di pressione fra le vene periferiche e le vene cave come è successo ad una paziente in montagna all'altezza di 2000 mt sul livello del mare dove ella (età 75 anni circa) con gli atti respiratori in contrazioni potenti del diaframma diminuiva la pressione a livello degli atrii aumentando così per contro quella della cavità e delle vene addominali e di conseguenza il volume di sangue venoso di ritorno al cuore che produceva una sensazione di forte fitta retrosternale al petto. Le contrazioni muscolari, invece, agiscono come pompe che in tali casi possono premere sulle valvole semilunari che quando i muscoli tentano di rilasciarsi dalla loro contrazione inviano il sangue di nuovo verso il sistema capillare dilatandoli che possono aumentare del 20% di diametro da 20 micron fino a 24 micron e quindi in ipotesi un singolo globulo rosso superiore di 0,04 micron con una quantità equivalente di plasma si sofferma in media per un periodo inferiore al secondo di altri 0,04 sec. al minuto e ciò crea un ostacolo alla circolazione oppure nella pervietà del dotto di Botallo una ulteriore espandimento lungo l'ansa del capillare progredendo nell'estremità arteriosa a quella venosa nella misura di 1/6 che in bambini potrebbe essere ridotta ad 1/4 con caduta generale della pressione arteriosa; ciò equivarrebbe a dire che solo 1/4 del lavoro cardiaco è impiegato a spingere il sangue attraverso i capillari, essendo il rimanente utilizzato per vincere la resistenza negli altri distretti vascolari e particolarmente in quello delle arteriole e perciò bisognerebbe rifare il diagramma dell'onda sfigmica per vedere se si è allontanata o meno dal cuore e quindi ad essere ulteriormente aritmica. Mi sono resa conto che tale studio è complesso, ma necessario e perciò che bisogna dedicarci altre considerazioni e ricerche. 

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