SOLITUDINI - Accendo la TV e lo vedo dappertutto il senso di solitudine, di abbandono, la tristezza, la disperazione, il baratro e mi viene un nodo alla gola di angoscia, su una cronaca che pare non lasciare respiro e ti soffoca con le sue immagini di guerra e di distruzione, con bambini affamati che con i loro occhi piangenti ed affamati chiedono aiuto; lo vedo il senso di nullità nell'immagine di quella bara bianca di quel quattordicenne che si è suicidato e dei suoi genitori che non si danno pace per il fatto che tutti pur sapendo hanno chiuso gli occhi, sono rimasti muti e sordi. C'è un grave danno emotivo che fa fatica ad essere riparato e questo lo dimostra l'immensa folla che partecipa al rito in memoria di Charlie Kirk un influencer politico che è stato ucciso per idee troppo forti e perché in giro ci sono molti squilibrati come quello che aveva fumato la cannabis e che per gli effetti di quella droga, di cui aveva fatto abuso, ha falciato 2 ragazze di 20 anni con il suo furgone. Gli squilibri sono dovuti alla rigidità, alla cupidigia, all'apatia, all'ossessione sessuale, e soprattutto a forti nevrosi riguardo agli impulsi erotici oppure all'estetica. Ed io lo vedo che siamo ingenui sognatori, che siamo orgogliosi fino ad essere esageratamente cerebrali oppure ingiustificatamente ignoranti, io lo vedo nei forti impacci, nell'aggressività con cui talvolta reagiamo, nella smisuratezza con cui mangiamo o beviamo, lo vedo, lo vedo eppure cambio canale, non voglio ascoltare per niente la vocina che mi dice "Spetta anche a te darti da fare" Tuttavia, non considero i mass-media o i cellulari giusti modelli di comunicazione, perché spesso sono preda di retaggi infantili e poi perché quando c'è qualcosa di sbagliato non sono in grado di spiegarsi se non con uno psicoterapeuta che arriva sempre quando è troppo tardi per porre qualche rimedio. Io allora capisco che non ci può essere alcuna sicurezza e che anche ora ci potrebbe essere una escalation perché nessuno ha la vera padronanza delle proprie azioni, figuriamoci poi degli ideali, nessuno riesce ad avere il controllo sull'impulso a sbottare, a sbraitare, a urlare per la rabbia, alla violenza, al conflitto e alla competizione e quindi nessuno è veramente pronto ad affrontare una guerra che distrugge l'umanità a vedersi di fronte il dolore, la sofferenza che produce un missile o un drone che in un attimo spazza via il lavoro di una vita e produce tante vittime. Pare inutile dunque fare giornate della memoria, ripassare la storia del fascismo ed i danni morali e materiali che ha prodotto, pare assurdo che la storia si ripeta e che non ci sia possibilità di dialogo fra fazioni, di accordi fra popoli perché non si accetta la diversità e non si riescono ad appianare divergenze. La guerra che è stata vissuta dai nostri nonni è ancora devastante e assurda e fa paura nella mente. Eppure nonostante le esperienze e le moltissime testimonianze documentali di ciò che è stato e della miseria che ha provocato con il suo eco, ancora oggi non ci liberiamo dal conflitto peggiore: quello con il nostro Super-Io che sa essere pittoresco e complesso. Invece, non lo si interpreta al meglio il Super-Io e perciò lo si crede valido solo quando è prepotente, risoluto, testardo, autoritario, dittatoriale, totalitario e non con un rafforzato senso di sé o della realtà decadente. La sua unica speranza è che, alla fine, saremo in grado di ammettere, che dentro di noi c'è un bambino confuso che deve essere aiutato a trovare la strada. Non abbiamo molto tempo per farlo anche se ne occorrerebbe tanto eppure dobbiamo riuscire in un qualche modo a decodificare questa umanità prima che sia troppo tardi e che giunga ad autodistruggersi senza lasciare più traccia alcuna del suo passaggio, un qualcosa che ricordi che c'è stata e che ha lavorato, sofferto e si è sacrificata per il bene, per la vita e la libertà e la democrazia. Fintanto che siamo qui dobbiamo fare il possibile per fermare la mano omicida, la cattiveria insensata, la brutalità e l'ingiustizia, ma non so se riusciremo a farlo con gli scioperi, con le proteste di piazza, con le manifestazioni polemiche, con gli insulti a chi governa, con le bagarre al parlamento che dimostrano nient'altro che uno stato confusionale, un delirio profondo. Una comprensione intellettuale non basterà mai a spegnere la sete di emergere, di renderci soddisfatti della nostra esistenza perché quando abbiamo raggiunto un traguardo poi dobbiamo trovare altre motivazioni per restare svegli altrimenti se ci addormentiamo poi siamo già morti e non saranno state le bombe a farci morire, ma il silenzio, l'indifferenza, l'abitudine, la banalità, la viltà, la meschinità. Comunque ci serve una energia, una qualche ispirazione per andare avanti se no se viaggiamo per inerzia, allora siamo solo automi imbambolati, marionette manipolate da malcapitati di turno. Forse ci servirebbe la stessa energia che prendevano gli antichi dalla statua del dio Apollo che aveva le braccia mozzate, ma mostrava ancora intelligenza e la dignità della sua cultura che eccitava chi apprezzava la bellezza, la fantasia, l'ingegno facendoci capire che non serve stravolgere la nostra vita, basta vederla sotto un altra prospettiva che non sia quella del romanticismo astruso per pensare ed esprimere se stessi, ma che sia quella della coscienza dell'armonia. Le circostanze possono essere tante per cadere in tentazione di distruggere tutto, di fallire, di precipitare verso il maligno, ma il principio è universale: ciascuno di noi può stare a capo del mondo, ma poi viene subito la notte dei tempi ed anche lui deve lasciare il posto ad altri, accettare suo malgrado di scomparire e di morire, poi non può nemmeno scegliere se morire da eroe oppure da codardo spetta ai posteri collocarlo dalla parte dei gloriosi oppure del nemico e lui non sarà comunque più nessuno se non un passaggio della storia. 

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