A frate Gabriele Trivellin - AMMAESTRAMENTO FRANCESCANO - Ho scelto san Francesco come maestro spirituale perché oggi c'è un decadimento della religione cattolica che va riconosciuto nel fatto che il Dio biblico, non è più legato agli aspetti dell'onnipotenza ed onniscienza, ma risulta un modello ideale dei "grandi" del mondo, mentre le gerarchie ecclesiastiche ed il clero sono blandi mediatori tra Dio ed il popolo. Con lo sviluppo di alcune contestazioni politiche e sociali, si sta manifestando il disagio ad attuare un nuovo impegno da parte dei ceti medi e popolari specie nel campo della vita civile e religiosa. L'esperienza storica di san Francesco d'Assisi, che non era né nobile né sacerdote, si colloca, invece,. allo sbocco di un processo di iniziale riforma della Chiesa che segna per lui come per i suoi adepti, una svolta esistenziale, nello scoprire la vera natura del Signore attraverso l'approfondimento della sua relazione con Dio e con gli altri; e ciò si esprime innanzitutto dopo avere incontrato i lebbrosi ed avere "usato misericordia con loro", e nel sentirsi trasformato in un altro dopo tale esperienza. Da qui parte il vero processo di cambiamento, quando camminando per le strade della Palestina, come un vagabondo in mezzo agli ebrei del suo tempo si rese conto che gli uomini possono salvarsi solo seguendo le tracce di Gesù: da quel momento Francesco scelse la strada della povertà e dell'umiltà, intese non come virtù morali ma come rifiuto del potere e di ogni forma di dominio. Ma oggi appare inutile tentare di inviare aiuti umanitari a Gaza e sembra che la sfortuna di alcuni popoli, divenga lo sfondo per campagne politiche, mentre scompare il vero sovrano del Bene e cioè Dio. Non appare nemmeno più la prospettiva della fraternità e si deve parlare piuttosto di vicinanza alla sofferenza di molta gente esule ed affamata, di cui si vuole cogliere il giusto significato nel fatto che nemmeno il Poverello di Assisi, è maki stato il campione di un cristianesimo dolorista o più umano, come talvolta viene maldestramente descritto in molti racconti. Egli, cercava solo di adeguare i suoi passi a quelli del Salvatore, che fin dalla nascita era stato rigettato dai potenti e che aveva assunto su di sé una condizione carnale. Dunque per entrare in un giusto rapporto col Cristo, bisogna immedesimarsi nei poveri e nei sofferenti, con gli emarginati guardandoli non come uno strumento per conseguire la salvezza o la gloria di un ipocrita pietà, ma come uno strumento per conseguire la salvezza con l'elemosina dei ricchi, trovando in ciò una vera rappresentazione di Cristo per conferire dignità umana e religiosa più specifica.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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