CORPI INVISIBILI - Delle volte quando Lisa si presentava in studio lo psicologo svampito pensava che infondo i dottori trattano solo di curare organi che si trattino di menti oppure di mente non importa per loro si trattano di casi, di studi che magari riportano a delle conferenze come quella che qualche tempo fa aveva assistito a Milano organizzata dalla società medica Aism di cui faceva parte il dottor Tinazzi e la dottoressa Laganà che parlava di endocardite che come si sa è provocata da agenti infettivi di cui però si riportava il caso di un certo Giorgio di cui non si era capito che la sua endocardite derivava da meningococco e che si trattava della sindrome di Austrian una sindrome piuttosto rara che prevede un triplete di infiammazioni tra cui quella polmonare ed in quella conferenza veniva anche riportato il caso di una paziente (donna) che nell'infanzia aveva avuto una serie di polmoniti curate con la pennicilina, ma che nel tempo si era incuneata nel tessuto dell'endocardio nello strato sotto-endoteliale (punto piuttosto critico perché particolarmente sottile nella paziente in causa). E' proprio vero che delle volte si trascurano dei particolari perché si guarda più alle analisi, ai dati tecnici piuttosto che ascoltare la storia della paziente in quanto spesso i corpi sono invisibili per i medici e divengono casi, divengono delle tesi di laurea, dei dati accademici su cui discutere ed aggiornarsi e basta. Eppure, così tanto per romanzare di più la storia, lo psicologo aveva sentito dire che probabilmente bisognasse fare il test del fibrinogeno proteina solubile del plasma sanguigno per vedere se il processo di coagulazione tendesse alla trombosi. Lo psicologo infondo non si intendeva di cuore, ma comunque aveva una sviluppata curiosità che lo faceva interessare ad altre specializzazioni perché voleva capire come mai il corpo scompare ed ad un certo punto quando si presenta il rigor mortis si pensa immediatamente alla cenere e alla polvere con cui si riduce tutto e poi non si esiste più e diventiamo davvero invisibili. Certe volte lo psicologo si sentiva come un automa che agisce per una forma schematica in cui si ascoltano racconti che spesso sono drammatizzati, in cui frequentemente al paziente piace essere compatito in un corpo che diventa come quello di una marionetta che si muove ai sottili fili di un amaro e tragico destino in cui pare non trovarsi speranza o un varco di luce. Siamo tutti un poco schiacciati dal nostro destino ed a volte non abbiamo molte alternative che rassegnarci ad accettarlo per ciò che è perché si tratta molto spesso di fortuna o sfortuna, di una serie di eventi che portano alla distruzione come il fatto di abitare in paesi dove c'è la guerra, il fatto di essere considerati merce di scambio per raggiungere accordi di pace che siano proficui per una egemonia o un altra. Comunque, lui era abituato ad essere invisibile a restare fermo immobile come un camaleonte che deve riuscire a confondersi con l'ambiente mentale dei suoi pazienti ed era per questo che diceva spesso ai suoi pazienti "La prego non abbia timore o non si faccia scrupoli, faccia finta che io non ci sia e che lei debba parlare a se stessa cosa si direbbe?". Quasi sempre allora i pazienti preferivano distendersi su quel divanetto di vellutino e poi chiudere gli occhi per poi parlare a braccio ed esprimersi così come gli saltava in mente in quel momento, raccontarsi a vanvera, a spizzichi e bocconi perché la mente spesso vaga da un punto all'altro e poi tocca allo psicologo cercare di mettere insieme i vari pezzi e costruirci un quadro, una immagine in cui capire dove inserirsi e come agire. Ma non bisognava illudersi, in quanto era parecchio difficoltoso fare uscire alcuni pazienti dal tunnel buio in cui si trovavano perché erano come delle talpe che vivevano già sottoterra senza mai poter vedere il cielo che ci sovrasta ed il suo infinito. Curare gli invisibili era davvero una ardua impresa. 

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