IMMIGRATO - Quando Samy aveva deciso di lasciare il Pakistan per avere un futuro migliore lo aveva fatto perché non era ancora riuscito, dopo 15 anni di lavoro come pony di consegne ad effettuare un servizio che potesse ritenere buono e perciò il suo capo gli suggerì di eseguire un'operazione sulla sua mente che consisteva per 30 giorni di tagliare fuori tutti i pensieri negativi della sua situazione che lo assillavano come quello di poter regalare una prospettiva migliore alla moglie e ai suoi 2 figli. Alla fine dei 30 giorni, però le cose non cambiarono ed egli così decise di partire, lasciando tutto perché l'ambiente dove viveva non lo favoriva affatto nel potersi determinare. Quando arrivò in Italia, però l'unico posto che trovò fu una tenda in un campeggio dove si mise a fare il lavapiatti per pochi soldi che gli bastavano a malapena per pagarsi l'affitto dell'area sosta, da mangiare e mandare qualcosa in Pakistan. A quel punto pensava che sarebbe stato per sempre un uomo infelice, vivendo in un costante senso di malinconia e con la continua sensazione di essere un fallito ed il sintomo più penoso di uno strano mal di testa che gli veniva di solito ogni 2 o 3 giorni rendendolo incapace di poter fare qualsiasi cosa e fissare la propria attenzione su ciò che potesse essere buono ed utile, ignorando tutto il resto. Del resto poteva anche pensare di abbandonare tutta la sua filosofia del male, ma cos'era questo intento a confronto del sogno di una vita felice ed appagante? Samy capiva che il suo spirito si era ammalato e che peggiorava sempre più per il fatto che la sua vita scarna peggiorava sempre più fino al punto da diventare intollerabile vivere in un ripostiglio, dormire su un materassino gonfiabile ed avere un bagno in comune con altri migranti dentro una struttura di accoglienza che puzzava di fogna fino all'inverosimile. Tuttavia, sempre meglio di niente, di quel niente che lo aveva condotto a fare tante restrizioni al punto da contare persino la carta igienica che usava e da sentire nel profondo una solitudine abissale in cui doversi rinchiudere per non rimanere deluso nelle sue aspirazioni di poter un giorno aprire un negozietto bazar sul lungomare di Rimini. "I mutamenti esteriori della mia vita - diceva Samy - sono conseguenze del mio modo di pensare, della mentalità sfortunata e fallimentare che mi hanno sempre inculcato. Ad esempio: ambivo profondamente al riconoscimento di alcuni fra i più noti uomini d'affari e non ne ebbi mai l'opportunità perché chi avrebbe mai dato credito ad uno straniero che vuole avere una possibilità di vita decente? Poi decisi di dare ascolto ad un maestro di scuola con cui divenni amico e che dopo avermi insegnato bene a leggere e scrivere in italiano, mi invitò a raccontare in un podcast la mia storia e poi a pubblicarlo rendendo le mie giornate con un senso di utilità superiore a quello che avevo avuto fino ad ora e facendomi credere maggiormente in me stesso. Ed ora mi sento come una persona che, quasi senza rendersene conto, trova finalmente un sentiero che la condurrà verso una nuova vita e vorrei condividere tutto questo con il mondo intero perché solo così otterrò il migliore premio che uno possa mai meritare: il successo del sorriso di poter dire "Io ce l'ho fatta". 

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