L'ADOMBRATORE - La campagna elettorale era frenetica ed ogni giorno fra distribuzione di volantini, comizi o interviste in radio ed in TV c'erano degli impegni da rispettare e perciò Marcos non aveva mai del tempo libero per se stesso o per la propria famiglia, che rendeva orfana della propria presenza al punto tale da aver generato una separazione dalla moglie Delia ed un inevitabile allontanamento dal figlio Dario che, subendo la sua assenza, non aveva più alcun stimolo a studiare. In effetti, la teoria politica è ben diversa dalla quotidianità di una famiglia media che deve superare tanti problemi ed ostacoli per riuscire a barcamenarsi ed inoltre nella sua funzione di valore sociale avverte spesso di essere marginale e quindi di valere poco a livello del termine affettivo. Infatti, la politica non guarda mai a quello stato di sentimento che potrebbe disturbare il suo decorso rappresentativo e perciò spesso innalza delle frontiere specie riguardo la presenza di stranieri e la loro inclusività ed integrazione sociale che vengono intese più come un peso per il riconoscimento e l'acquisizione della cittadinanza piuttosto che come una risorsa non solo di manodopera, ma anche di contributo sostanziale al bene della collettività. D'altronde, la politica dovrebbe tenere in debito conto della corrispondenza di certi atteggiamenti emarginanti e settari con l'ambiente circostante, per cui viene richiesto uno sforzo di tollerabilità e di sopportazione di altre culture, altre visioni ed altri modi di vivere che si devono intersecare con movimenti diversi determinati da diverse abitudini con le quali ci si identifica e ci si orienta per superare necessità, esigenze ed aspettative che vanno in base a certi propositi ed aspirazioni personali che potrebbero entrare in contrasto con quelle di altri soggetti che si sono già instaurati e che vivendo da tempo nella collettività ritengono di avere diritto a maggiori riguardi e privilegi rispetto ai nuovi arrivati. Da qui nasce la rabbia e la ribellione che possono addirittura sfociare in odio fino a giungere alla delinquenza data da abusi, soprusi ed illegalità per poter ottenere la prevalenza ed il comando su alcuni posti di rilievo sociale e quindi avere diritto alla massima considerazione. La rabbia, questo è il vero nemico da combattere dovuto a quei vaghi ed oscuri moti, sentimenti, pensieri, sensazioni che non possiamo dimostrare provenienti dalla continuità di una esperienza marginale, che affiorano come elementi perturbatori ed inibitori anche in maniera irrazionale nella nostra mente fino a diventare recessi brutali della coscienza che nella loro complessità costituiscono la percezione della vita nel nostro inconscio. Per la politica tutti sono probabili antagonisti e quindi vanno tenuti a debita distanza perché non vi sia accessibiltà alla propria natura intima e ciò determina una chiusura che potrebbe portare a forti alterazioni ed instabilità di umore, per non riuscire a realizzare e perseguire quelle vaghe emozioni e quei frammenti di fantasie, che servono al riposo e alla distrazione dell'uomo più normale e che vengono considerate sciocchezze che un politico non si può permettere nel suo esemplificativo percorso. L'atteggiamento a tali fenomeni e credenze che appartengono ai sogni di mete da raggiungere può essere di carattere superficiale e lasciare molti indifferenti ed altri completamente soggiogati e suggestionati al punto da rovinarsi l'esistenza con continue sensazioni sgradevoli che poi si possono tradurre fisiologicamente in gastriti o dermatiti da stress finanche a diventare ipocondria. C'era forse chi non si era mai del tutto accorto di queste cose come qualcosa per cui non valeva la pena pensare o occuparsi giornalmente, ma invece, queste cose non erano altro che un problema costantemente rimuginato fino al punto da diventare enorme e poi scoppiare in aggressivirà, violenza, nevrosi e psicosi gravi. Marcos doveva per tale motivo tenersi sotto controllo da un valido psicologo.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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