COME ERRORI UMANI - "E' come assimiliamo le cose che ci fa sbagliare spesso perché quando assimiliamo adeguiamo un nuovo contenuto di coscienza ad un materiale soggettivo pronto a riceverlo, ragion per cui viene dato particolare rilievo alla somiglianza del nuovo contenuto con il materiale soggettivo preesistente, eventualmente anche a spese delle qualità specifiche del nuovo contenuto. L'assimilazione è in fondo un processo appercettivo che viene adeguato al materiale soggettivo. Questo processo formativo come dice Wundt compare prima di tutto nelle rappresentazioni quando gli elementi assimilati da impressioni più che altro sensoriali immediate e da elementi mnemonici vengono immessi, in un certo qual modo nell'oggetto esterno, così che, specialmente se l'oggetto esterno e i suoi elementi riproduttivi differiscono notevolmente fra di loro per un errore di valutazione o comprensione-interpretazione, l'avvenuta percezione sensoriale ed i suoi effetti appaiono come un'illusione che inganna sulla vera natura delle cose." Questo affermava il dottor Zamparetti Marco in un suo simposio dal titolo "Psicosi degli errori umani" che si teneva a Milano fiera. In tale ambito era stato chiamato ad intervenire i notissimi economisti Carlo Cottarelli e Braccaccio per il discorso di come era stato assimilato il concetto di "Capacità contributiva" nei suoi principi fondamentali tra cui il primo è quello del sacrificio EGUALITARIO; il 2° è che il sacrificio debba essere PROPORZIONALE ed il 3° è che debba essere MINIMO. Il primo prescrive che si debba portare a tutti le medesime quantità di utilità marginali da cui si desume che l'imposizione non debba essere proprio del tutto proporzionale ma PROGRESSIVA ad aliquote crescenti. Tuttavia, seguendo poi meglio il 2° principio, ci si rende conto che si deve portare via una certa quota di utilità proporzionale a quella che i soggetti totalmente possono avere a disposizione personale. Se ne desume che si abbia una maggiore progressività. Successivamente seguendo il 3° principio si potrebbe pensare ad un livellamento, ma in realtà si prelevano le utilità più basse per livellare il reddito dei più abbienti a quello di chi ha in media di meno in modo da poi eseguire il prelievo su questi. Ma, in tale calcolo non si tiene conto solo del sacrificio immediato, ma di quello a medio termine e perciò il risultato che si produce muta nel tempo. Gli studiosi moderni pensano che con l'avvento del digitale e della I:A: le utilità marginali crescano specie quando si passa a categorie di reddito medie e medio-alte, perché allora i bisogni si ampliano e si affinano ai mezzi per soddisfarli. Inoltre, pare di comune osservazione che non tutti i soggetti abbiano le medesime sensibilità e desideri in quanto alcuni si appagano con poco ed altri hanno sempre bisogno di denaro o meglio della sicurezza che offre il cumulo di denaro in banca. Il principio nuovo del sacrificio dovrebbe portare a tassare di meno i primi dei secondi, perché l'utilità che essi sacrificano a favore della collettività e di chi gira senza portafoglio e non vuole spendere nemmeno un minino possibile per i più disagiati  è per lo più comunque abbastanza alta e ciò non appare affatto equo. 

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