INGESTIBILE - A volte vedendo certi soggetti malati Ginevra pensava che ci fosse davvero una specie di Giustizia divina che li avesse colpiti per il fatto di ripagarli di tutto il male che avevano commesso durante la loro vita. Come per esempio quel signore che aveva sempre maltrattato la madre malata di Alzhaimer, oppure quel paziente che aveva sempre fatto la cresta sulla spesa e si era fatto persino pagare la benzina da qui e lì per andare a fare la spesa per una suocera invalida, oppure ancora quella paziente che era fuggita per natale o per ferragosto e quando ce n'era più bisogno per allontanarsi dalle proprie responsabilità e doveri di figlia nei confronti di genitori malati. Ma poi quando li vedevi malati ed accasciati a terra per il dolore, allora ti impietosivi e ti dicevi che anche loro meritavano comunque compassione e pena umana perché infondo dovevano vivere proprio per comprendere il male che avevano commesso in quanto questa memoria li avrebbe aiutati a farsi un esame di coscienza per chiedere il perdono e riuscire a cambiare verso la bontà d'animo. Tuttavia non era affatto facile, che ciò avvenisse veramente perché la vita retta, come di solito si intende, richiede una quantità di presupposti sociali, senza dei quali non può essere realizzata: essa dovrebbe essere ispirata all'amore e guidata dalla conoscenza. Ma la conoscenza necessaria può esistere solo dove la classe dirigente impegni se stessa a diffonderla e questo appare scarsamente avvenire nonostante i tentativi di accordi internazionali per evitare una de-escalation tra Iran ed Iraq nella questione medio-orientale ed anche in quella tra Russia ed Ucraina. Pur nella differenza fra vita onesta e disonesta il mondo rappresenta una unità, e colui che pretende di stare  fra letto e divano a condurre una vita comoda senza tanti scossoni avulso dalla società è un parassita più o meno consapevole. Per persone come queste esiste solo il dispotismo senza pensare che la vita retta richiede tante altre cose oltre alle virtù in senso lato del termine. La coscienza umana, difatti, può diventare una guida molto fallace, poiché consiste spesso in vaghe reminiscenze di precetti appresi durante l'infanzia che magari sono stati enfatizzati per ottenere obbedienza. Per condurre una vita retta nel senso più ampio, un essere umano dovrebbe possedere una buona educazione, amici, amore, figli e mezzi sufficienti che lo tengano lontano dai bisogni di possedere le cose altrui, e dalle preoccupazioni, buona salute e un lavoro soddisfacente che serva a mantenere un dignitoso tenore di vita, ma come si fa ad avere tutto questo rimanendo praticamente immobili? La vita retta dovrebbe essere vissuta in una buona società, altrimenti non è pienamente realizzabile ed invece c'è molta crudeltà in giro per il mondo. Nel pensiero immobile del paziente che si vuole fare servire da capo a piedi senza volersi effettivamente risollevare da quel divano l'infelicità, la crudeltà e la degradazione umane sono dovute a tiranni, preti, capitalisti e distruttori e mai a se stessi perché infondo anche se sono come gli ignavi danteschi essi distruggono il lavoro infermieristico e quello dell'impegno sociale e solidale in genere perché non intendono affatto mutare i loro cuori e finiscono come coloro che si sono riuniti nella città che aveva il suo stesso nome, Ginevra per credere che in nome di principi che ritengono validi come l'infedeltà religiosa debbano sempre essere pronti a fare una guerra per finirne un altra e così finisce che alla fine i più fortunati saranno gli sconfitti ed i caduti perché chi ha la sfortuna di uscire vittorioso da conflitti viene poi spinto al cinismo più cupo e alla disperazione dal crollo irreversibile delle sue ardenti speranze. Certo, le rivoluzioni sono state necessarie per raggiungere scopi di benessere generale e valori come la libertà, ma sarebbe molto meglio costruire a poco a poco con intelligenza e ponderazione se no si finisce per dare lo stesso farmaco a tutti per problemi di calcolo, di graduale progresso, di continuo tirocinio, di diuturni esperimenti estremi. Soltanto l'impazienza fa credere nella possibilità di miglioramenti improvvisi. Per questo rimanere immobili sul divano come un moralista che vuole migliorare la condotta altrui senza guardare alla trave nel proprio occhio, nella maggior parte dei casi è una condotta deplorevole specie per il metodo che usa di non sentirsi mai coinvolto nel doversi migliorare ed impegnare a farlo perché in realtà come un ortodosso, il suo è tutto un sistema di ricompense e punizioni economiche che alla fin fine non realizzano mai niente di veramente duraturo e di importante a livello di influenza storica ed umana. 

Commenti

Post popolari in questo blog