LA REPUBBLICA DEL CONSIGLIO - Durante il ritiro spirituale si meditarono le opere di misericordia spirituali cioè, consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, perdonare i molesti, pregare per i vivi e per i morti. In particolare modo, questi atteggiamenti vennero presi come modo per cercare di vincere le guerre perché l'orrore del sangue umano, è riuscito a travolgere il diritto alla verità che per secoli ha difeso l'attività degli intellettuali da verifiche storiche e reali. Quindi rispetto ai recenti attacchi degli USA ad alcuni presidi nucleari iraniani apre nell'intento di Trump dovrebbe aprire un varco per i negoziati in difesa di quella parte disprezzata ed inutile che è sfuggita al processo secolare che nei tempi dei tempi si è svolto sotto variabili talvolta brillanti ed ingegnose del pensiero unico della globalizzazione, di un mercato totale, che non ha considerato lo scarto umano, come non ha affatto preso in considerazione l'immondizia atomica dell'uranio impoverito e radioattivo con cui l'Iran vuole cercare di creare armi micidiali. Solo se lo scarto umano (cioè se Israele si decide a non imbracciare più le armi) cresce paurosamente nell'escalation allora perde tutto compreso lo sguardo di compassione e misericordia umana. Auschwitz, in tale senso, ha rappresentato il momento del dubbio totale teologico: quella vergogna che invade tutti i pori e che oggi dopo l'operazione "martello di mezzanotte" ha preso forma di nuovo. Difatti, lo sviluppo dell'ermeneutica del riconoscimento contro il dominio nella teologia è stato accanitamente ostacolato, perché s'è fatto più che mai valere un principio della conoscenza che trae origine dal pensiero dell'identità. Ci voleva la globalizzazione, l'impero monetario e quello dei dazi imposti per segnare la fine di una cultura metafisico-totalitaria, una visione filosofica che vorrebbe guidare il mondo nella rivoluzione integralista orientale. Tuttavia, tale cultura è crudele perché non tiene conto che il regno di Dio non è universale come essere, ma come divenire storico-sociale. Dal Concilio Vaticano II si apprende che forse conviene attuare una soluzione riformista più che radicale, che appare consistere in una comunità di chiese che renda più energica la centralizzazione della chiesa. Intanto, però, purtroppo la storia s'incarica di scoprire a spese di molte vittime di distruzione senza pietà il paradosso di una religiosità indifferente ed asettica alla sofferenza umana ed anche alle opere di misericordia in genere. Il giudizio quindi sulla trave che sta davanti ai nostri occhi e che ci rende ciechi si basa sulla realtà di un Occidente cristiano divenuto il centro iniquo di decisioni di distribuzione amorale, anzi addirittura assassina, dei beni della terra e di investimenti al riarmo con la scusa di rinforzare la difesa. Inevitabilmente da ciò nascono venti di guerra ed una spiritualità vuota. E' arrivato il tempo della verità dei fatti dell'inevitabile crisi dell'identità. La forma giubilare corre il pericolo di essere sfacciatamente troppo clamorosa per non fare credere di non avere l'intenzione di soffocare l'esigenza di giustizia per cui gridano tanti innocenti e che è segno che il processo occidentale cristiano rimane aperto. Perciò la teologia della liberazione adesso non ha il tempo di farsi accettare chiarendo e difendendo una forma di pensiero dell'identità della giustizia che sia rivolta a fatti concreti di salari ingiusti, sfruttamenti e simili che portano alla crisi del modernismo in cui la luce della ragione tenta di frugare in ogni angolo per riuscire a trovare accordi di pace che ammettano che il principio di autorità sia quello di una società finalmente liberata dagli ostacoli che ostacolano le rivelazione e che rappresenti la risposta della chiesa alle esigenze di chi vuole continuare a vivere nella fede senza ragione o sentimento per alimentare una domanda grave: si può restare ancora insensibili di fronte a tanta efferatezza da cui se ne apre un altra e cioè non diventiamo forse complici di ciò che sta accadendo in Iran, Israele, Ucraina e Russia? A questa domanda ognuno è chiamato in coscienza a rispondere.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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