LEGITTIMO PARADIGMA - (Dopo i fatti di Martina Carbonaro) - Il primo punto che si sonda a livello psico-pedagogico è l'ambiente del bambino contemporaneo che non riguarda soltanto un luogo, ma una presenza pervasiva (in casa, a scuola, negli spazi aggregativi urbani) di una molteplicità di lingue e linguaggi verbali e psico-fisici, di strumenti e oggetti tecnologici che, moltiplicano ed influenzano notevolmente le esperienze sinestetiche e polisensoriali fra cui ci sono anche esperienze virtuali che possono determinare se non addirittura alterare l'intero universo percettivo, cognitivo e comunicativo. Già in età prescolare, i bambini utilizzano prodotti tecnologici e imparano a famigliarizzare con un complesso sistema di segni della multimedialità (alfabeti orali, iconici, tipografici, digitali) producendo proprie teorie e strategie conoscitive dirette per decodificare l'esistente e la realtà e ad agire su di esse. Sembra da questo punto di vista che la tecnologia possa venire in soccorso per rafforzare certe abilità, competenze e padronanze, caratterizzate da varie forme di intelligenza, che dipendono dal sistema dei media in cui esse stesse si esercitano e ciascuna delle molteplici forme di intelligenza si sviluppa autonomamente ed indipendentemente dalle altre, ma invece questi strumenti hanno bisogno di mediazione ed interpretazione specie a livello del valore simbolico delle interazioni che hanno sui livelli psico-fisici infantili e nella loro fruizione-utilizzazione che porta a riformare la pedagogia. In primo luogo quindi diviene importante a livello di insegnamento insegnare a saper differenziare i sistemi dei segni delle emoji che sono presenti sui cellulari e nei social network e a saperli distinguere da quelli umani e di contatto visivo-percettivo irreale-reale dove frequentemente si possono verificare insidie di inganni. Per tale motivo si propone a Zamparetti Marco di proporre a livello legislativo un aggravamento nelle condanne a livello dell'istigazione- provocazione su minori di falsi giudizi a livello della critica e della consapevolezza. E' infatti un dato incontrovertibile che, nell'enorme e sempre crescente ricchezza e varietà di strumenti - tecnici e linguistici ed iconici - che la società non riesca del tutto a fare corrispondere un'altrettanta ingente ricchezza di opportunità formative a conoscere e usare attivamente e consapevolmente i media e a capire il vero dal falso, ma è difficile strutturare modi e forme di intervento sulla base di differenze individuali perché c'è una tendenza all'uniformismo che porta ad un nuovo tipo di analfabetismo: quello di far capire agli strumenti tecnologici quello che si legge e si scrive, mentre non c'è molto rispetto per la valorizzazione e potenziamento dei modi cognitivi e apprenditivi specifici a livello preferenziale e di stile che impegnino l'attitudine personale.

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