ASEPTICA - L'esclusione occupa i punti nevralgici del continente giovanile. Le sorgenti del disimpegno hanno colpevoli radici soprattutto nell'erogazione mediatica. "E' pronta? - chiese un microfonista alla donna col permesso di soggiorno in mano - Lei fece un segno positivo, ma sapeva dentro di sé che entrando in quello studio la regia avrebbe inquadrato l'ennesima vittima nella fossa dei leoni pronta a sacrificarsi per il teatrino in cui si recita un copione di nome deresponsabilizzazione pieno di solitudini, indifferenze e qualunquismo. Ed eccola lì ben truccata e pettinata, pronta a mentire ed a dare all'utenza dall'altra parte dello schermo una falsa immagine pubblica, una mera metafora commerciale di protagonismo artificiale studiato a tavolino e azionato dal mercato televisivo, che rende consueta e pubblica una rappresentazione surrettizia e surrogatoria del mondo politico. Lei, un onorevole migrante la cui storia drammatica e cruda diviene presenza reale e viva sanguigna nella società, come occasione di incontro con chi ce l'ha fatta nonostante faccia parte ora di un piccolo mondo di cose e di valori disfunzionali che accendono il disco verde alle sirene del disimpegno, dell'evasione e dell'isolamento nelle spettacolazioni di massa e dell'universo telematico. Ed ecco entrare in studio la presentatrice con il suo fare spigliato, che prontamente inquadra il regista che inizia "Buongiorno, siamo qui oggi per intervistare l'onorevole Abigail  e per far vedere allo spettatore che con la tenacia e la caparbietà i sogni si possono avverare. Onorevole, come si sente oggi a fare parte di quelle persone fortunate che ce la fanno a raggiungere i propri obiettivi?" - "Sono orgogliosa e fiera di me stessa, soprattutto di avere superato dopo anni la frustrazione nella voglia di contare con il farisaismo delle promesse che conducono alla rinuncia nei confronti dei valori della disponibilità e della responsabilità. In primis però bisogna intervenire nei circuiti formativi della scuola, dove i giovani abitualmente sono posti di fronte ad un doppio blackout, a 2 zone buie di socializzazione e di partecipazione politica. Il primo disco rosso sbarra il passaggio alla comprensione nella cultura antropologica e scientifica. L'out va imputato alla scuola come fabbrica di un'istruzione depositaria non aggiornata e calcificata. La seconda sbarra va al disimpegno istituzionale dove l'imputata è la scuola separata dal territorio reale della vita giovanile e quindi chiusa nelle blindate pareti delle classi. Nei circuiti formativi dell'extrascuola, i giovani rischiano di estinguere la loro presenza sociale e pubblica sotto l'incalzare prepotente dei vecchi e nuovi mediatori culturali che divengono personal media alla mercè del primo passante di turno. Siamo tutti agli arresti sociali disseminati da una falsa immagine pubblica, per una sua strumentale metafora commerciale più appetibile e piacevole." "Allora - riprese la presentatrice - quale dovrebbe essere secondo lei la risposta del mondo politico di fronte a questo tipo di protagonismo artificiale offerto dal mercato televisivo ed informatico?" "Tendenzialmente, purtroppo - riprese Abigail - la reazione a caldo sono il reflusso e il ripiegamento intimistico, che portano alla fuga nel disimpegno personale e collettivo. Questi generano chiusure esistenziali non classificabili semplicisticamente usando l'alfabeto della privatizzazione anticonformista che, nella vita metropolitana, si consuma non di rado tramite linguaggi della droga, della liberalizzazione sessuale sfrenata. Si ha così una defuturizzazione vuota e spoglia di cifre valoriali e miope quanto a sguardi progettuali e utopici. E' qui che dobbiamo intervenire prima che tutto si traduca in un effetto notte di un mondo privo di cieli costellati di utopie irrinunciabili per poter scrivere e progettare una vita nel segno preponderante della giustizia, della solidarietà, del rispetto delle diversità, della convivenza e della cooperazione sociale. La parola d'ordine per un onorevole deve essere consapevolezza del ruolo che anrà a ricoprire nei suoi risvolti." 

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