LA GIUSTA DISTANZA - E' proprio vero, l'esistenza di un passato drammatico condiziona - e distorce fortemente - tutte le nostre reazioni del presente ed è per questo che basta un nonnulla per farci reagire con offensive provocazioni, insulti, aggressività verbali e fisiche, violenze e vandalismi: Interpretiamo quello che accade qui e ora - un silenzio di un capocantiere nel non presentare le proprie scuse, le nostre responsabilità nell'aver risposto arrogantemente, le nostre necessità di essere compresi e di ottenere il consenso altrui - sulla base di aspettative coltivate per lunghi anni e di cui storicamente abbiamo dimenticato la vera natura: Ed è proprio per questo che dobbiamo sforzarci a prendere le giuste distanze dal passato, dagli orrori, dagli abomini, dai conflitti interiori, dalle parole ed atteggiamenti che feriscono, dalle aggressività e violenze che contaminano pesantemente la mente intaccandola con i loro incubi che non riusciamo mai del tutto a dimenticare. Tendiamo a trasferire vecchie supposizioni e schemi mentali al contesto attuale e a generare nel nostro subconscio una serie di ambigue immagini che generano suggestioni che derivano da ciò che il nostro passato ci predispone a percepire perché ne siamo rimasti oppressi come per la strage di Damour del 20 gennaio del 1976 in Libano dovuta alla guerra civile che ha prodotto un massacro orribile prodotto da affiliati del Movimento Nazionale del Libano e Organizzazione per la Liberazione della Palestina di cui non solo non si è parlato molto, ma non si è fatta nemmeno giustizia di coloro che sono stati riconosciuti come criminali e che sono stati condannati solo a parole e mai nei fatti, come accade talvolta per gli atti mafiosi, per quelli illegali per cui Educaid con il suo presidente Riccardo Sirri insieme all'assessore Francesco Bragnani vorrebbe dare una risposta di divulgazione culturale basata sul progetto di partecipazione cittadina ad un osservatorio antimafia e per la legalità. In tale ambito si vorrebbe educare specialmente i giovani a diventare maturi tanto da riuscire a chiedere scusa quando si offende pesantemente qualcuno, quando non ci si prende le proprie responsabilità civiche e avere la serena accettazione che siamo tutti un pò manipolati dal nostro passato. Se siamo in grado di avere la capacità di prendere le giuste distanze dal passato, da ciò che ci provoca rabbia, rancore, alterigia allora potremmo giudicare ed agire con maggiore equità e neutralità nelle situazioni ambigue dove sia la parola detta male, sia lo schiaffo e la violenza viaggiano sullo stesso piano dell'uccisione della dignità umana, del sentimento di appartenenza ad una nazione ed un popolo e culturale-religiosa fin anche a quello di sentirsi parte di un progetto comunitario dove non c'è un luogo più disagiato di un altro, o una situazione più sofferta di un altra, ma semplicemente dobbiamo accettare la diversità e l'inclusione che porta alla pace. Sì, lo confesso, anche io Marilù l'ho dovuto fare spesso e soffrendo con sacrificio l'esercizio di prendere la giusta distanza dal passato dicendomi che io non sono la donna di ieri, né quella di domani sono quella dell'oggi che si ricostruisce ogni volta. 

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