FALLIMENTO ECCLESIALE - Oggi si riunisce la Conferenza episcopale italiana con la speranza che prenda in seria considerazione il fatto che ci siamo come assuefatti ai conflitti e alle loro tragedie che vediamo e sentiamo ogni giorno ripetersi nel mondo. Diventa quindi urgente prendere in esame i modi e metodi con cui si possa cercare di preservare la convivenza civile e le condizioni di pace. Punto principale dell'analisi è il naturale desiderio dell'essere umano di una vita sufficiens, cioè di un minimo benessere che spinga oltre la mera sopravvivenza. In questo senso le varie forme di associazione sono una possibile risposta a tale desiderio, anche se non sono del tutto in grado di tutelare una pacifica convivenza, perché permane in esse il contrasto di interessi individuali: non solo di natura politica, ma di trovare un ordinamento positivo costituito da leggi che salvaguardino la pace. Non ci dovrebbe più essere a tale riguardo una contestazione della superiorità del potere ecclesiastico su quello politico: i poteri temporali del clero potrebbero rappresentare, di fatto, una usurpazione e la "plenitudo potestantis" del Papa un attentato alla stabilità ed alla pace. Solo la legge umana può infatti avere un potere coercitivo in questa vita, mentre la legge divina, assunta per fede, stabilisce premi e punizioni in riferimento ad una vita futura; nella sua penetrante lettura di passi evangelici come quello odierno di amare anche i nostri nemici e di pregare per coloro che ci perseguitano, si vede l'inequivocabile fondamento del vero potere papale, in quanto come successore di Pietro (e così anche per effetto apostolico) non ha ricevuto da Cristo alcun potere coattivo, neppure quello di punire gli eretici. Diviene chiaro che le leggi civili non derivano la loro legittimità dal potere spirituale, ma dal consenso del popolo, dalla "pars valentior", cioè dall'espressione che può essere interpretata quantitativamente (come maggioranza dei cittadini) ed anche qualitativamente come la parte migliore del popolo. Si è sempre sostenuto nella Chiesa il conciliarismo per una riforma ecclesiale in cui vi siano proposizioni di dibattito dottrinale a livello sia teologico che politico per cui la Chiesa rivesta un effettivo ruolo particolarmente rilevante nei momenti storici di crisi come quello attuale che stiamo vivendo, secondo il principio che "ciò che tocca tutti, deve essere discusso ed approvato da tutti". Tale principio dovrebbe però formare un sistema organico che acceleri modificazioni culturali sul consenso e sulla rappresentanza che si legano alla elaborazione e al successo di teorie conciliari. Si deve quindi dare indicazione di un processo dottrinale capace di operare quella riforma invocata ormai da secoli nella Chiesa. Il conciliarismo, infatti, è uscito sconfitto da uno scontro frontale che ha portato a conseguenze fallimentari disastrose di scisma ecclesiale specie all'interno disciplinare in modo tale di poter sopperire all'incombente esigenza in tutte le chiese (anche protestanti ed ortodosse) di rinnovare a tutti i livelli una effettiva pratica conciliare, che dia voce a tutte le forze presenti nella comunità. In particolare poi si spera nell'uso del termine russo "sobiornost" che pur avendo un ruolo e un'importanza sconosciuti richiama una tradizione orientale che può essere di grande aiuto per accordi di pace che tutti vogliono al più presto raggiungere.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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