RIMEDIO - Un curioso aspetto dell'argomento morale è che molti pensano che l'esistenza di Dio sia necessaria per ristabilire la giustizia nel mondo; dove c'è tanta ingiustizia: i buoni spesso soffrono, i malvagi invece prosperano e ciò è parecchio fastidioso e perciò deve pur esserci un modo per ristabilire un certo equilibrio. Il migliore sistema per riuscire a sopportare il male e di confermare il bene è il buon senso di ammettere i propri errori e di saper chiedere scusa quando si sbaglia offendendo il prossimo e provocandogli dolori e sofferenze. Questo discorso però risultava difficile al protagonista della nostra storia perché quando fuggì dal suo paese per tentare di cambiare vita ed avere opportunità migliori di quelle che la sua residenza gli poteva proporre, non si sarebbe mai aspettato, al suo ritorno che la moralità dei suoi compaesani si basasse sulla sua raffigurazione mitica che lo faceva vedere come un eroe che era riuscito a farsi strada, quando invece egli era tristemente fallito nel suo intento. Tuttavia, i capi del popolo lo pregano di non svelare mai la verità, nemmeno quella degli imbrogli che avevano commesso e che venivano coperti per l'appunto, dalla sensazione di eroicità che davano alla gente nel dire che lo stavano imitando e ciò per fare in modo che la corruzione non dilagasse troppo nonostante si potesse immaginare che la debolezza e la fragilità umane potessero far facilmente cedere chiunque. In realtà noi spesso ci basiamo su raffigurazioni mitiche che ci fanno sentire forti, incorruttibili, potenti contro il male per riuscire a sconfiggere la malvagità che impera attorno a noi. Bernardo, il nostro protagonista era partito alla volta di una grande città, fuggendo dalla sua banale e meschina vita che lo teneva segregato dentro una fabbrica per 8 ore al giorno, con ritmi alienanti che non gli consentivano nemmeno di accorgersi del tempo che passava e di poter avere dei momenti di respiro. A casa lasciava un fratello ed una sorella, che non se la sentivano di affrontare l'avventura e che preferivano la sicurezza del loro ambiente, quello dove avevano vissuto fin da bambini. Ma mentre i fratelli Luigi e Annina si erano costruiti una famiglia, Bernardo era rimasto solo senza arte e né parte a doversi subire una vita da scarto, fatta di ritmi ripetitivi che lo annullavano. Salito sul primo treno, con una sola valigia, Bernardo non sapeva cosa l'avrebbe aspettato e sinceramente sperava, al suo ritorno dopo 20 anni che lo avrebbero accolto bene e che si fosse avvertita la sua mancanza, ed invece di lui i suoi fratelli avevano costruito il mito che non era e avevano falsato la verità dei fatti per poter governare a loro piacimento e potersi permettere così la vita agiata tanto sognata. Arrivato al suo paese, si rese conto di aver commesso un madornale errore nel voler credere che avrebbe potuto migliorare la sua posizione da un altra parte, quando non aveva gli strumenti per farlo se non la finzione di doversi procurare una falsa laurea di dottore comprandola all'estero, per poter poi esercitare la professione di medico improvvisandosi tale dopo aver osservato la zia infermiera e averla ascoltata quando riferiva alcuni episodi del suo lavoro come quello di dover sempre rendere presente ai pazienti che incontrava che i tumori che si ritrovavano dipendono sempre dallo stile di vita che uno assume e che in questo bisogna porre attenzione avendo una certa disciplina alimentare e una vita poco sedentaria. Inoltre, Bernardo si era portato dietro un librone con raffigurazioni anatomiche che ogni tanto consultava anche per essere più credibile e per trovare soluzioni ai problemi. Un giorno, però, si era presentato al suo studio di medico un uomo a cui era stato diagnosticato un K prostatico per cui egli aveva visto in un giornale medico che aveva sfogliato da un collega urologo che tale tumore potesse derivare dalla diversa acidità della secrezione liquida prostatica che contribuisce alla formazione dello sperma, e volendo fare tale sperimentazione aveva deciso di dare al paziente un farmaco che riportasse la secrezione alla sua originale alcalinità combinando un gran pasticcio che portò in breve tempo a peggiorare la situazione e quindi anche ad essere scopeto nella sua falsa professionalità e fu proprio per questo che fuggì di nuovo senza affrontare le proprie responsabilità in merito e solo per evitare una condanna e un pagamento di risarcimento danni milionario. Infondo, però, per alcuni lui aveva fatto un favore alla comunità dato che l'uomo era un narcisista cattivo che sfruttava sempre i suoi vicini e parenti facendo la vittima per farsi compatire e per ottenere dei favori a proprio vantaggio. Più e più volte, poi questo individuo aveva osteggiato con dispetti e offese di ogni genere coloro che riteneva avversari alla propria ascesa sociale, nel farsi grande e potente davanti agli occhi di tutti e poter risultare così un uomo brillante che sapeva gestire al meglio ogni situazione, riuscendo a fare le cose per proprio conto senza l'aiuto di nessuno. Invece è poi la vita che ti ridimensiona e ti riporta a riconsiderare il tuo ruolo umano e ti fa comprendere che siamo esseri estremamente fragili e vulnerabili che hanno bisogno di aiuto e di sostegno anche da coloro che fino a quel momento avevamo malversato con le nostre considerazioni ed azioni di ostacolo alla loro realizzazione e tutto ciò per la nostra stupida invidia e gelosia nei loro confronti. Ecco è la vita che ti mette alla sbarra del peggiore o migliore giudizio e che ti fa riflettere meglio su ciò che è veramente giusto e buono e su ciò che non lo è e che costituisce una falsità della nostra immagine per poter raccogliere consensi che poi svaniscono quando ti ritrovi debole e vessato da una malattia. Non c'è migliore insegnamento di questo: capire dalla vita che siamo deboli e rassegnarsi al fatto che dobbiamo sopportare e tollerare questa nostra condizione ed i limiti che essa comporta. 

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