SEDICENTE DIARIO - "Oggi la preside della scuola che frequentava Martina Carbonara, ad Afragola, mi ha chiamato per occuparmi di educazione sessuale ed emotiva sperando che il mio intervento possa avere un effetto adeguato sia all'età adolescenziale e sia a quella adulta. - scriveva il sessuologo Caruson - ma io, lo confesso, mi sento impreparato specie sulla singolarità che assume ai giorni nostri la posizione femminile rispetto al godimento, che si caratterizza per il fatto di non essere del tutto ascrivibile a quello fallico maschile. In particolar modo, i giovani uomini vogliono avere un godimento del corpo, che pare essere al di là del fallo e che è completamente e totalmente fuori dal simbolico, e che sfugge quindi al suo disvelamento rimanendo, dunque piuttosto silente e nascosto. Si tratta, quindi per noi sessuologi di effettuare una elaborazione che, non solo finalmente apporti qualcosa di decisivo e logico sulla sessualità e il coinvolgimento emotivo in particolare femminile ma che, procedendo su questa strada, permetta di estendere a ciascun individuo la formula "Non per ogni x diverso da x c'è uno stimolo corrispondente all'eccitamento e al contempo al desiderio" arrivando così ad isolare il sintomo che conduce all'ossessione compulsiva verso il rapporto sessuale puramente istintivo. Tutto questo passaggio dall'Altro al corpo, introduce la funzione del rapporto in base al linguaggio, sia verbale che fisico e le sue aspettative riportate al sapere e al godimento. D'altronde, Martina per comunicare il suo stato di infatuazione scriveva una lettera al suo fidanzatino Alessio che iniziava con "Caro Amorino mio..." in cui esprimeva un evidente affetto enigmatico che pareva più che altro basato su una immaginifica convinzione di avere trovato il significato dell'amore incarnato. In effetti, però, non era così perché quell'affetto non aveva per Alessio lo stesso effetto di senso che aveva per Martina, laddove spesso in età adolescenziale e in pubertà precoce l'affetto non è che la traccia sensibile del godimento prodotta dal suo significante. La traccia del linguaggio era l'unica che Martina all'età di 14 anni riusciva a cogliere, mentre per lei era ancora presto per cogliere quella della funzione del corpo e quindi penso che il mio compito come sessuologo sia quello di fare interrogare i ragazzi in età adolescenziale sulla funzione sessuale dei loro corpi soprattutto riguardo l'articolazione riguardante fra ciò che pubblicamente si scrive (specie a livello giornalistico e di social network) e fra ciò che non può scriversi e ciò che non appare mai scritto: un profondissimo senso di solitudine, legata alla forte rottura col sapere, che non soltanto condiziona negativamente la psiche giovanile, ma che di per sé stessa rappresenta un lacerante conflitto interiore ed una rottura per eccellenza con quella che viene intesa come "normalità" che lascia una traccia di vuoto incolmabile e di grande sensazione di fallimento se non addirittura di snaturatezza. In un suo sedicente diario Giulia Cecchettin scriveva."Non mi sento affatto pronta ad affrontare la sessualità perché per ora il flusso della mia vita e la traiettoria dei vari impegni in cui mi sono gettata impediscono la sincronia di momenti di intimità che possano dirsi importanti. Ci sono una serie di coincidenze che portano a rifiutare certe effusioni che mi propone Filippo, pensando che mi facciano piacere, quando a me al momento pare tutta una messa in scena della ferita fra il suo voler dimostrare di essere uomo e il proprio corpo scabramente libidinoso che si avventa su di me come un predatore e la frattura fra la mia volontà di lasciarmi andare e la mia reale condizione umana piena di interrogativi se mai sia veramente giusto farlo, oppure se invece sia solo la passione di un momento che non fa altro che produrre un divario irrefrenabile tra una vita illusa del "vissero per sempre felici e contenti" e un corpo di uomo che resta ostinatamente antico ad uno stereotipo patriarcale dove la donna deve rimanere soggiogata all'uomo e obbedirgli in tutto e per tutto facendo diventare l'amore un puro oggetto di desiderio momentaneo e generando così il mio stigma" - "Qui si vede - continua Caruson che esiste una voce animale dove più che altro parla l'egemonia della carne del maschio alfa, mentre se ci fosse Freud presente proverebbe un grande sgomento, un orrore abissale come di una sonda buttata in un territorio quasi sconosciuto e poco limpido che viene percorso dall'interno di una caverna di mucosa ingigantita, dove l'immagine si sposta verso il basso fino ad arrivare al precipizio del raptus. Così, vengono meno tutte le immagini spirituali dell'amore e questo muore nella sua più bella interpretazione perché è stato ridotto da un giudizio ed una misura brutali di uso e consumo occasionale senza risvolti emotivi ed obiettivi. Martina e Giulia come molte altre donne si sono lasciate incantare ed ammaliare da quella voce d'amore che le ha sconvolte e che ha provocato in loro molta inquietudine ed angoscia per non riuscire ad ottenere quel risultato che i fidanzati si aspettavano di cedimento e di essere rimaste rigide, mentre per Alessio e Filippo un rifiuto avrebbe impedito per sempre di avere l'ultima parola che ciò che facevano li avrebbe resi uomini da rispettare rispetto ad una catena sociale che si modula. Io mi chiedo sinceramente quale fosse l'affetto legato a questo se non l'ignoranza e la totale menzogna che bisogna tentare di sconfiggere e per cui vale la pena di lottare."
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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