All'Istituto Alberto Marvelli, a padre Edgar Rimaycuna - PLURALITA' MARIANA - Quando l'Arcangelo Gabriele Trivellin portò l'annuncio a Maria, una ragazza di un piccolo paese, prescelta per essere madre di Cristo, della Chiesa cattolica e poi di tutta l'umanità lei per la prima volta smosse la coscienza umana verso un nuovo tipo di conoscenza: quella che si affida ad una missione dogmatica di essere al contempo Vergine e madre. In quel momento, sapeva di diventare uno strumento dove sia il corpo che la mente appartenevano ad un volere più alto di un Io superiore, che ne sarebbe diventato proprietario, per il fatto che mente e corpo, non avrebbero avuto alcuna entità separata ed indipendente dall'Io superiore dal momento in cui lei aderiva con il suo sì al progetto divino. Tutto stava a rivelare ed indicare che l'Io divino esisteva: eppure, a cercarlo bene intorno, non riusciva a trovarlo per il mistero in cui era avvolto. Infatti, l'Io superiore divino deve essere percepito entro i confini di un area circoscritta del ventre di Maria perché non ci sarebbe stato nessun'altro posto in cui si sarebbe potuto trovare dato che Gesù, pur essendo di natura divina, doveva incarnarsi in figura umana. Tuttavia, se lei pensava a Dio fatto uomo all'interno di un area circoscritta sentiva che non c'era Maria di Betlemme, ma tutta l'umanità, che doveva con lei andare al di là del corpo e della mente per dare una sostanza propriamente eterna a Gesù e poi di conseguenza a tutta l'umanità in Lui racchiusa. Gesù, di fatto, come ogni persona sarebbe stato in grado di parlare, di bere, di dormire di camminare e questo per Maria saprebbe stato sufficiente a provare che una cosa esiste anche quando non la si riesce a trovare o a comprendere. Questo, per Maria significava che la sua designazione a madre di Dio, della Chiesa cattolica e dell'umanità intera non la si trovava tra le basi della sua destinazione - che costituiscono il posto in cui ella deve esistere - per il fatto che il suo ruolo non si instaura per potere proprio, ma grazie alla forza dello Spirito Santo che in 3° persona scendeva su di lei con la sua ombra per fare in modo e maniera che si attuasse il progetto divino. La questione dogmatica di essere Vergine e madre non la si può postulare in nessun'altro modo. Così, ella diventava dipendente della concettualità della sua designazione. In questo modo, concepiva in maniera condizionata per giungere a significare non solo "un frutto benedetto del suo ventre designato dipendentemente da una Coscienza concettuale che designa l'oggetto della realizzazione del progetto divino", ma anche di dare la possibilità all'umanità tutta attraverso l'accettazione totale all'annuncio dell'Arcangelo di attuare le giuste cause ed effetti delle azioni, dandogli come base l'Io superiore divino nell'affidamento alla Sua volontà. Una volta capito questo, ci si libera dell'estremo della non esistenza e del nichilismo. Conseguentemente, l'esistenza dell'affermazione dogmatica mariana di Vergine e madre ha un significato più elevato di una semplice relazione con chi la percepisce, diviene una attenta e scrupolosa osservazione del rapporto fra materia e coscienza. Infatti, anche in base alle ultime ricerche sul funzionamento cerebrale e sulle nuove interazioni dell'intelligenza artificiale si comprende meglio come funziona la coscienza e soprattutto come cambia i livelli di interazione con il mondo che ci circonda. Da qui si delinea un sentiero spirituale che cerca di superare i continui conflitti tra diverse fazioni, sostenendo un fattore mentale dell'intenzione, nel momento in cui si motiva inizialmente l'azione dello Spirito Santo su Maria e ci si impegna a capire soprattutto a livello giuridico, il valore intenzionale sia dell'Arcangelo Gabriele Trivellin di portare l'annuncio a Maria per ordine e conto di Dio, e sia di Maria di realizzarsi attraverso l'accettazione con la dicitura "Sono l'Ancella del Signore, avvenga di me ciò che hai detto" (nel senso di dettame sia interiore che di atteggiamento esteriore). Secondo il sistema, dunque, della postula giuridica, l'esistenza di azioni fisiche e verbali di affermazione, si manifestano solo nel consenso e solo in tale modo tali azioni possono essere mentalmente, verbalmente e fisicamente concepite e poi portare a conseguenze efficaci. Riguardo, poi, alla coscienza, la predisposizione di Maria di essere stata concepita senza peccato originale è semplicemente un dettame dell'Io superiore divino di poter avere una base temporanea che diviene, poi successivamente una base perenne dopo l'apparizione di Cristo risorto e la discesa dello Spirito Santo fra Maria e gli apostoli radunati nel Cenacolo. Ella ha in questo modo immagazzinato anche per noi come figli suoi e di Dio, la stessa predisposizione dal momento che per causa della Salvezza dovuta al Cristo sacrificato in croce la coscienza umana non è più ricettacolo di peccato spostandosi da una forma di vita terrena ad un altra ultraterrena. Per tale motivo ciascuno attraverso una particolare vocazione nominalmente esistente che è puro nome, assume un particolare significato disarmato e disarmante. Tuttavia, poiché l'oggetto io come persona non esiste in via autoistituente per potere proprio senza dipendere da quel nome che diviene cristiano, ma esiste in stretta dipendenza alla sua affermazione, per una designazione concettuale, si dice che non è solo nome, ma diviene vocazione ricercata attraverso l'analisi del mero io che è fatto di capacità e predisposizioni, ambizioni naturali per cui le azioni acquisiscono un senso profondamente spirituale. Questo ci insegna Maria con la sua affermazione: a saper vedere la tomba vuota del Cristo risorto divenendo pure noi dei risorti e a realizzarci attraverso questo progetto di Salvezza.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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