LA RIVALSA - A volte sottovalutiamo a tal punto la nostra capacità di stabilire ciò che è giusto e corretto per noi e per gli altri da dimenticare che è possibile azzardare alcune considerazioni generali su quali siano le caratteristiche di una infanzia emotivamente sana. In una infanzia emotivamente sana qualcuno si mette a nostra completa disposizione accantonando le proprie esigenze per concentrarsi su di noi. Così non dovevamo vivere gli stati affettivi in base al loro valore adattivo e rimanere timidi ed ansiosi e poi rischiare di sfociare nell'incoerenza tra manifestazione affettiva e reale. Anzi in una infanzia emotivamente sana ci viene concesso il beneficio del dubbio e siamo giudicati in base a ciò che un giorno potremmo diventare, e non per ciò che siamo in quel momento. Qualcuno è a nostra disposizione per dare la migliore interpretazione del nostro comportamento anche se i sentimenti sono spesso organizzati in modo dicotomico: piacere-dispiacere, eccitamento-inerzia, tensione-rilassamento. In questo racconto si parla di Grazia diventata madre per "obbligo" matrimoniale, nel senso che il matrimonio veniva considerato nella sua tipologia educativa valido solo quando era stato consumato ed il sesso serviva allo scopo di procreare. Grazia (nome d'arte) era una persona gretta che con il suo modo di fare arrogante provocava senso di profonda frustrazione, ma questo era il suo modo per fare valere la sua potestà genitoriale; l'unico che lei conosceva come valido e che a sua volta probabilmente le era stato severamente e rigidamente impartito. Questa donna era cresciuta in una famiglia patriarcale, dove sono gli uomini a comandare, a portare a casa i soldi e gestire il mantenimento e lo stile di vita da condurre, mentre le donne sono gli angeli del focolare e quindi debbono stare a casa ad occuparsi dell'educazione dei figli, delle esigenze della famiglia e della casa. In queste famiglie le donne erano sottomesse ad un egida maschilista piuttosto prepotente che le segregava e le relegava al silenzio e all'obbedienza più assoluta ai loro dettami, seppure fossero dispotici. Spesso, purtroppo, in tali famiglie c'erano molti episodi di violenza e le donne si trovavano costrette a subire le botte di uomini narcisisti ed egocentrici che sfogavano su di esse la loro meschinità e vigliaccheria a non volersi occupare di nulla se non di lavoro e ad essere così poco coinvolti nelle problematiche di cui doveva farsi carico la donna con immensi sacrifici e rinunce da parte sua per riuscire a mantenere un briciolo di dignità. Grazia, quindi non aveva alcuna libertà di poter esprimere una qualche opinione o di decidere in pieno della situazione patrimoniale, perlomeno non senza il consenso del marito che aveva predisposto un conto bancario dove si dovessero accumulare nel tempo dei piccoli risparmi per il futuro dei figli e per poter avere eventualmente un giorno il fondo necessario per una vecchiaia tranquilla che non desse pesi economici successivi alla prole. Tuttavia, proprio per questo Grazia aveva imparato ad essere gelosa ed avara non solo rispetto agli averi, ma anche rispetto ai sentimenti che riteneva più come un punto di competizione con i figli che provocava invidia in lei rispetto a ciò che potevano diventare i figli nel seguire un copione prefissato per il posto lavorativo sicuro ed uno stipendio fisso mensile che potesse dare una certa stabilità alla vita, cosa che lei non aveva mai molto avuto facendo in passato per breve tempo un lavoro stagionale di cernitrice di frutta presso un grande mercato ortofrutticolo. Grazia non aveva avuto l'opportunità di studiare essendo vissuta nell'epoca della 2° guerra mondiale e del fascio, dove solo le famiglie più abbienti potevano permettersi di fare studiare i figli alle scuole superiori e poi all'università, ma lei era vissuta in una famiglia con pochi mezzi presso una frazioncina del Veneto che era piuttosto isolata e priva di possibilità di uscire da una situazione di degrado e di povertà. Dunque, Grazia sapeva a malapena leggere e scrivere e conoscere a memoria qualche poesia, tanto per riuscire a firmare se serviva qualche documento per il resto non era mai voluta andare avanti nella sua maturazione scolastica tanto che continuava a parlare in dialetto e a rimanere all'oscuro di ciò che riguardavano le sue possibilità in quanto lei era destinata a restare ignorante per il ruolo che doveva ricoprire e per cui non aveva molto bisogno di conoscenze e di specifico sapere. E cosa c'è da sapere su come si pulisce una casa? Una volta imparato vedendolo fare da sua madre, pulire così come tutte le faccende di casa erano semplici da svolgere e senza tanti studi da dover apprendere e capire. Cosa c'è da sapere nell'accudire dei figli, se non doverli svegliare la mattina, preparare loro la colazione, mandarli a scuola con un grembiulino pulito e poi dare loro da mangiare e ricominciare poi tutto daccapo? Essere madri infondo era questo ed i figli debbono imparare che la vita è dura e non ti fa tanti sconti e perciò che tutto quello che vorresti in più di una grama esistenza te lo devi guadagnare con le unghie e con i denti, risparmiando sull'uso della pellicola da avvolgere i cibi, annacquando il sapone, riusando la lisciva della lavatrice per lavare alcuni panni a mano e comprando molte cose al mercato rionale. Cosa c'è da sapere su cosa abbiano bisogno i figli se non puoi sempre difenderli dalle cose che possono andare storte e sul fatto che riceveremo molte delusioni e per questo è meglio se rimarranno ancorati ad una vita assistenziale al genitore per avere molta più sicurezza e non invece la precarietà del mondo esterno che nemmeno si interessa molto di noi. Infondo, poi, nonostante i notevoli progressi in ambito tecnologico e materiale, non abbiamo compiuto significativi passi avanti rispetto alle generazioni precedenti nel garantire ai figli un'infanzia ed un futuro emotivamente sani. Il numero di crisi, di vittime di omicidi e suicidi dovute a vite poco autentiche e di anime prostrate e ferite da un passato poco sano aumentano a dismisura. Pare poco possibile riuscire a garantire infanzie e vite da adulti che si definiscano tollerabili ed accettabili e non tanto per cattiveria o indifferenza, ma perché siamo ancora ben lontani dal riuscire a padroneggiare in maniera consona e consapevole l'argomento affetto, emotività, amore. 

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