DEBOLI MENTI - Quel giorno la produttrice Ambra decise di sospendere i provini per la ricerca delle protagoniste per il programma "Donne verità" che avrebbe dovuto andare in onda a fine maggio e quindi mancava un mesetto al raggiungimento dell'obiettivo, ma il mondo era stato raggiunto dalla triste e brutta notizia del decesso di papa Francesco e quindi non sembrava il caso dover continuare la messa in onda di quello show quando tutta l'umanità era affranta e scossa dal cordoglio per la perdita di un pontefice così instancabile nel testimoniare il vangelo a favore dei più poveri, fragili e piccoli del mondo. Tuttavia, prima di sospendere la cernita di protagoniste si era fatto in tempo a osservare alcune donne che ancor di più avevano sottolineato l'importanza di dare un ruolo più centrale alla parte femminile pure all'interno della Chiesa. Infatti, la prima candidata venne scelta fra un gruppetto di studentesse dai 19 ai 25 anni che dovevano rappresentare la didattica moderna anche all'interno della Chiesa e si presentò Martina, una ragazza carina con il viso acqua e sapone, i capelli un poco scapigliati e gli occhiali da intellettuale che propose la sua visione della didattica per cui stava studiando alla facoltà di lettere e filosofia all'università "La Sapienza" di Roma. "Salve - si presentava - sono Martina, studio lettere e filosofia, mi piacciono i gatti, amo il colore rosa in particolare modo e adoro fare qualche volta dei lavoretti artigianali con quello che mi capita e poi li faccio vedere sui social, faccio parte delle Pink girls un gruppo di ragazze che ama il rosa come me e lo vuole vivere con simpatia. La chiesa dovrebbe essere un luogo privilegiato della disciplina che si basi sulla sensibilità che è in antitesi con ad una concezione dell'insegnamento che si bassava su forme di innatismo e di razionalismo metafisico, e che desumeva da esse una concezione autoritaria, prettamente dogmatica e verbalistica del rapporto educativo. Si deve dare una svolta alla disciplina attraverso l'uso della psicologia in una analisi rigorosa della vita psichica. La didattica ecclesiale nella sua fase di secolarizzazione riceverebbe così finalmente quell'impulso innovativo tanto atteso di trovare scorci all'interno dell'istruzione anche per l'aggregarsi di interessi determinati. D'altra parte si avverte sempre più la necessità che l'apprendimento intellettuale non solo segua le modalità generali dello sviluppo infantile ed adolescenziale, ma che sappia porre l'accento su una didattica che non si basi solamente sul rapporto conoscitivo, ma sul contesto psicologico in cui si svolge e si situa. Per la prima volta anche i brani biblici verrebbero "adattati" per supere la crisi che si è generata dall'"adultismo". La centralità dei bisogni dei fanciulli si trova nel cercare insieme all'alunno soluzioni intelligenti a situazioni problematiche, per motivazioni primarie che permettano durante i corsi di identificare l'interesse per l'apprendimento attivando la curiosità anche attraverso la disciplina e lo sforzo che esso richiede, ma in primo luogo con la promozione di attività spontanee degli allievi sulla base di progetti e scopi determinati. Il metodo globale si dovrebbe intersecare a quello di centri di interesse specie all'interno della socializzazione del lavoro di gruppo, della ricerca e dell'esplorazione, le attività espressive artistiche e manuali e lo scambio di testi ed elaborati liberamente scritti dagli allievi specie se donne a cui la chiesa potrebbe attingere per dare rilievo alle strutture cognitive femminili in una differenza di pensiero rappresentativa, che possa essere dominata dal nuovo realismo dell'emancipazione femminile là dove spesso l'egocentrismo maschilista ha reso incapaci di prescindere dall'esperienza percettiva che si fondava su schemi mentali e non su un pensiero operativo, che consentisse attraverso la reversibilità di interiorizzare e annullare mentalmente l'esperienza percettiva stessa. Parimenti fondamentale risulta per la didattica attuale la distinzione tra pensiero operativo concreto (dai 7 fino agli 11 anni) che ha bisogno di manipolare materiale reale, e pensiero operativo formale di tipo ipotetico-deduttivo. Le nuove didattiche privilegiano il momento dell'informazione e del condizionamento intellettuale che nell'istruzione programmata comporti sequenze logiche prefissate di singole unità didattiche, con verifiche immediate del loro apprendimento progressivo e l'utilizzazione delle scienze sociali e di settori d'indagine come l'informatica e l'attualissima I.A.. Le tecnologie, difatti, non consistono soltanto nell'uso dei vari strumenti di comunicazione su base tecnologica, ma in una serie di strategie educative che intendano rispondere ad armi pari alle nuove sfide costituite dalle contraddizioni della società e di una cultura difendibile come quella religiosa che divengono esse stesse tecnologie. Tutto ciò darà luogo, si spera (ed è questa la vera speranza su cui punta il giubileo) alla costruzione di nuove procedure di apprendimento individualizzato (team teaching) ed ipotesi di scuole senza classi e cioè aperte fino a giungere all'analisi dell'insegnamento degli obiettivi per attivare giusti e specifici curricoli lavorativi e a molti tentativi di formalizzazione didattica specie nel campo giuridico. La didattica si deve sempre più mettere a confronto con nuove organizzazioni nei rapporti fra agente educativo e scuola e la gestione democratica attraverso organismi rappresentativi che investano sulle forze sociali per il futuro soprattutto a livello di inclusione di disabili e inabili. La didattica, in pratica si sta sempre più trasformando in sociologia nei suoi modelli e la chiesa non può fare a meno di cogliere questa occasione per accettare la sfida dei mutamenti che ci si pongono davanti nella cultura contemporanea. Questo io rappresento con il mio personaggio" Martina venne scelta proprio per questo. 

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