PROPOSTA IN BOZZA - All'Istituto Alberto Marvelli  LA VERITA' ATTUALE DELLA CARITA' DELLA CROCE - Quando si parla di verità nella carità della croce si intende un sacrifico e delle rinunce come elemento fondamentale che si identifica nella donazione, accoglienza e comunione fraterna. Senza verità la carità scivola nel sentimentalismo, quando, invece, si ricerca  una tecnica politica, sociale e culturale che conduca alla compiuta felicità: una felicità che non si sostanzia, naturalmente solo di beni materiali, estrinseci all'uomo, bensì delle virtù. Ma, affinché la virtù possa dispiegarsi in pieno occorrono condizioni ottimali. Perciò si deve tributare una certa fiducia alla ragione umana la stessa che probabilmente ebbe Cristo sulla croce quando affidò tutta la sua umanità rappresentata da sua madre a Giovanni, suo apostolo prediletto che poi diviene un figlio putativo e da questo dimostra che l'anima non ha bisogno (considerata in sé) di nulla, ma al copro, invece occorrono molte cose estrinseche; cose che il singolo, senza aiuti, non potrebbe procurarsi e Giovanni potrebbe rappresentare proprio una forma di solidarietà istituzionale. La duplice natura dell'uomo, difatti, è la giustificazione a procurarsi i beni necessari alla sua esistenza, così come la felicità ne è il fine supremo. L'uomo è socievole per necessità e ciò porta l'analisi di naturali aspettative a capire quali sono i bisogni da soddisfare tra cui salute fisica, abbondanza di cibi e bevande e di vesti. Il bisogno insito nel doversi procurare tutto questo contrasta però con il presupposto necessario all'ottenimento della felicità, secondo il quale il cittadino dovrebbe essere tutto rivolto alle virtù per poter raggiungere la massima giustizia sociale. In realtà pochissimi hanno qualità e competenze tali da raggiungere la vera beatitudine e concretamente la società dovrebbe essere strutturata in modo tale da consentire a tutti di poter effettuare un buono ed efficace percorso interiore come quello dell'affidamento della Madre (inteso anche  come simbolo continuativo generazionale di trasmissione di valori tradizionali religiosi) a tutta l'umanità. Contrariamente nel magistero di Platone non sembra che debbano essere pochi eletti a dover governare una nazione. La partecipazione politica e sociale del popolo come previsto dalla nostra  Costituzione deve essere la più ampia possibile: la guida della comunità viene affidata tramite elezione a quelle persone più mature che si sono distinte come bravi cittadini. All'interno perciò del concetto di verità nella carità della croce tutto viene finalizzato allo scopo di avere la libertà di istruirsi e di poter così migliorare noi stessi nella tranquillità ed è questo il senso più profondo dell'affidamento di Maria Madre di Cristo a Giovanni ai piedi della croce. Il regime quindi non deve essere più aristocratico, ma elettivo, perché coloro che guastano l'armonia degli stati con provocazioni di risse, le sedizioni e le molte guerre internazionali o civili, non lo fanno per altra ragione che mossi e spinti da cupidigia e potere; e per evitare sommosse è meglio che sia in potere di ogni cittadino il regnare ed è questo il significato della Repubblica. Per tale motivo il commercio non va sottovalutato anche se è "bloccato" dalla attuale questione dazi doganali che prevedono nuovi riconoscimenti dell'arte senza dei quali il terreno degli scambi diviene sterile. In primo luogo si pensi ai coltivatori diretti, all'industria ed ai mercanti per capire che il commercio è essenziale per produrre ricchezza ed il fine di tale ricchezza non può essere la guerra. Il pensiero politico-economico principale finisce per concludere in generale che il commercio è un bene se e solo se la compravendita riguarda cose necessarie al vivere quotidiano, ma contrariamente alle sue auctoritates c'è la tendenza delle nazioni ad essere autosufficienti e, quindi, l'unica mancanza che ora il commercio si trova a dover colmare è l'accrescimento macroscopico delle spese del riarmo stabilite (per ora in maniera moderata) al 2% del PIL, ma che si presuppone possano salire al 5% in futuro. La mercatura, dunque, potrebbe assumere una funzione preventiva, affinché le città specialmente colpite dai conflitti e quindi non per nulla felici non conoscano l'indigenza neppure durante lunghi ed estenuanti conflitti?? Il commercio per mare pareva il più redditizio ed è per questo che in passato la città ideale veniva posta sulla marina ma comunque edificata su un monte. Questa scelta era dovuta a fattori simbolici di elevazione e connessione di vicinanza a Dio. Tuttavia, l'assenza di una valida mediazione politica internazionale, ovvero l'impossibilità dell'esercizio del controllo sul rispetto di patti di pace, è ancora molto minacciosa e quindi ciò rende instabile il quadro storico internazionale. Ieri, come oggi inguaribili ottimisti ritengono invece che la maggior parte delle cose non sia altro che un misto di bene e di male e che si possa sfruttare il bene tenendo in un certo senso sotto controllo il male, e cioè facendo in modo che gli enti siano privi di malizia, e che pertanto se usati saggiamente, non possano che generare effetti buoni. A tale fine il saggio legislatore dispone di potenti mezzi di cui il principale è quello dell'educazione. I primi ad essere educati sono i genitori attraverso la sorveglianza del concepimento. In 2° luogo durante la prima infanzia la madre deve trasmettere la propria gioia ad avere raggiunto la maternità affinché il neonato cresca in un clima sereno che tenga conto di prescrizioni igieniche. Il bambino deve giocare, ma non con videogiochi che lo inebetiscono, ma con giochi formativi ed educativi e poi da ragazzo dovrà seguire l'insistente persuasione collettiva che lo spinge alla virtù e non all'odio per i vizi; se no durissimo si rivela sconveniente l'atteggiamento che assumeranno in futuro. La durezza è necessaria dal momento che si vedono moltissime brutture che lasciano un'impronta negativa la quale non si potrà più levare una volta divenuti adulti. D'altro canto visto che gli animi giovanili sono così impressionabili e condizionabili si istituiranno luoghi pubblici dove essi vengano ammaestrati ed istruiti alle virtù morali con i precetti e soprattutto con gli esempi. Le virtù intellettuali infatti richiedono studio, applicazione e cognizione di senso che si mostra a partire da cose belle prodotte dalla natura e frutto di arti figurative come la musica cosicché il giovane si accenda al desiderio di sapere e diventare fabbricatore Assai importante è evitare l'impulso a commettere il male e ciò avviene tramite la socializzazione e la reciproca conoscenza che si completa con una classe di clero i quali più che rappresentare Dio presso gli uomini, si occupano di rappresentare gli uomini presso Dio per renderlo benevolo con le arti contemplative e le virtù civili. Le condizioni per raggiungere le virtù sono di 3 ordini: di natura, di costume e di ragione. Il 1° ordine riguarda in particolare modo l'esercizio della temperanza, distacco dai beni materiali, affidabilità, facilità allo studio ed armonia interiore per i quali bisogna essere ben predisposti. Il 2° elemento si basa sulla retta consuetudine la quale indirizzata dalla ragione, lava gli affetti dell'anima dalle immondizie e sudiciumi degli appetiti vili e disonesti con il mezzo legislativo. Il 3° è la ragione, la quale può trascendere anche le buone usanze e spingere verso cose che risultano essere migliori di quelle che si fanno per l'uso e l'osservato generale costume. La bontà della ragione deriva in parte da dono di natura innato e parte dall'habitus acquisito dalle scienze ordinate dal legislatore. L'anima è divisa in razionale ed irrazionale: nella prima si trovano tutte le passioni e contiene particelle atte ad obbedire alla parte razionale e quest'ultima a sua volta è bipartita in pratica e speculativa. Su questi punti si apre un'ampia querelle per cui famoso è il moto di Paruta secondo il quale nulla è più pericoloso alla quiete della quiete per cui ci si immerge nella superiorità delle virtù contemplative per raggiungere la potenza dell'anima e la più sublime espressione: la speculativa. Pertanto il cittadino andrà guidato piuttosto per cose oneste che utili e più nelle virtù, che sono proprie della pace. In conclusione per cercare che gli uomini siano davvero felici il legislatore si preoccupi, per quanto possibile, di predisporre tutto affinché i cittadini usino la filosofia ed amino più essere speculativi che pratici. 

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