L'OCCASIONE - Fermarsi a pensare cosa faremo da adulti è penso capitato a tutti, ma Luca si lamentava per il fatto che la sua ragazza, quella che aveva tanto inseguito e che faceva parte dei suoi sogni, lo aveva deluso. Si aspettava forse qualcosa di meglio? Le persone sono egoiste e non sono affatto buone perché sono parte della favola della bella addormentata che è persa dentro un caotico, fitto bosco. Luca, infondo era riuscito a malapena a sistemarsi in un monolocale e a lavorare sottopagato in un call-center. Quando, quel giorno che era stato lasciato, si accorse che era uno spiantato senza ombrello e pioveva di una pioggerellina leggera, lui non voleva fare altro che addormentarsi e risvegliarsi dentro una Rolls-Royce guidata da un autista con una bella divisa. Continuando a sognare, Luca si immagina che egli esca da quell'auto dicendo alla sua ragazza che incrociava in un vicolo "Poverina ti sei forse persa? Se vuoi ti dò un passaggio!" Ma lei rimane impassibile e risponde "Non posso accettare perché non potrei mai ricambiare in nessun modo, ma se vuoi sarai tu a venire a prendere un te a casa mia" Lui accetta l'invito, non sapendo cosa l'avrebbe aspettato e quando arrivano in un luogo dove la donna possiede una villa, vengono accolti dalla servitù a cui lei dà degli ordini perché possano trattare bene il suo ospite, tuttavia Luca non pare mai soddisfatto e quindi quando lei gli si avvicina per assicurarsi che stesse bene lui sporgendosi dalla finestra cade di sotto sfracellandosi senza motivo. Ecco, appunto, ciò che aveva ottenuto da quella che riteneva la sua occasione: trovarsi steso morto senza nemmeno sapere il perché. Quindi Luca da quel sogno aveva imparato che se si desidera troppo qualcosa si sta già troppo nei pasticci perché Luca in realtà voleva appoggiarsi a qualcuna che pensava fosse già arrivata alla meta e che sperava ci avrebbe fatto arrivare anche lui. In effetti, però, non è quella la speranza, ma questa si trova nel presente e non in un avvenire lontano e probabilmente irraggiungibile. L'unico modo che Luca aveva di cogliere la sua occasione era dunque quello di provare la frustrazione e l'umiliazione del fallimento che gli faceva chiedere quale fosse ora come ora la cosa più importante in assoluto. Questo non significava rimanere bloccati ed assorti nei propri problemi ed essere costantemente in ansia e preoccupati di sé, non è di questo che stiamo parlando, significa osservare tutto quello che ci accade come se avvenisse a qualcun altro/a ed ecco perché nell'iniziare il suo romanzo Luca aveva scelto come protagonista una figura femminile dal nome Lucilla (perché no?). Lucilla soffriva a causa di una specie di depressione dovuta alla sua inguaribile identificazione con le ansie in cui si rifletteva. In quel momento, in realtà, Lucilla aveva una etichetta cucita addosso di sfortunata e per lei si era fermata la comprensione per una serie di sottintesi di disapprovazione che avrebbero potuto fare calare le vendite del romanzo di Luca. In effetti, nessun giudizio o commento poteva andare bene a Lucilla perché lei era un tipo davvero strano che al lettore piace osservare, studiare e guardare senza alcun desiderio di possedere o di dover cambiare ciò che è stato stabilito dall'autore, basta ritrovarsi anche solo per qualche connotazione per poter dire che ci si ritrova pienamente in quel soggetto così particolare ed unico nel suo genere. Perché se si desidera cambiare qualche aspetto di un personaggio rendendolo più assomigliante a se stessi, bisogna chiedere l'autorizzazione si sa. Il momento però in cui si viene svegliati da un frastuono è un momento splendido perché non c'è niente di più bello che stiracchiare le braccia ed andare all'avventura con la disciplina della consapevolezza che fa uscire dalle tenebre in cui ci si era rinchiusi e fa respirare, ascoltare e capire come mai prima di allora per ritrovarsi poi a partecipare al romanzo più interessante della propria esistenza e ad esserne la protagonista e non più una comparsa come accadeva prima in una monotona e banale vita quotidiana che non era nemmeno degna di essere vissuta perché più che altro meccanica e ripetitiva. Lucilla voleva uscire dal romanzo per poter dire la propria e non vedeva l'ora che si presentasse la sua vera e sincera occasione per sentirsi finalmente se stessa. 

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