CARTEGGIO BOLOGNESE - "Caro tesoro mio - scriveva Anselmo dopo essersi sistemato nel nuovo alloggio sulla collina di San Michele in Bosco - mi sono sistemato abbastanza bene in un locale piuttosto accogliente e non vedo l'ora che tu mi venga a trovare per stare un poco insieme. Tu lo sai, io fino ad ora ho sempre vissuto dentro una bolla di apparenza cosciente, mentre celavo a tutti la mia vera passione e il rapporto reale con i sentimenti e le mie emozioni era come avvolto nell'oscurità e persino il campo visivo della coscienza era dominato dal rapporto apparente. Ciò, mi ha portato ad avere dei seri e gravi momenti di nevrosi nelle quali si rilevavano in me 2 tendenze diametralmente opposte, una delle quali era inconscia. Perciò, mi sono ritrovato spesso in un conflitto di cui ero vittima di un momento di cambiamento personale, che era al contempo un conflitto dell'umanità vera che si manifestava in me. La mancata unità con me stesso significava cercare disperatamente di compendiare con ogni sforzo e sacrificio la frattura presente in me fra la mia natura omosessuale e la civiltà etero. In effetti, non riuscivo mai ad attuare quel processo di civilizzazione che mi veniva richiesto di una mia progressiva sottomissione ed un processo di addomesticamento che non poteva che realizzarsi attraverso una ribellione forte avida di libertà. Solo di quando, in quando la mia umanità riusciva a piegarsi sotto il giogo di una civilizzazione tradizionalista che raramente era percorsa da una ventata di ebrezza verso una ascesi che superasse il problema sessuale. Infatti, tutt'ora la natura istintuale dell'uomo si ritrova costantemente ad urtare contro le moltissime limitazioni imposte dalla civiltà. Questi ostacoli cambiano nome di volta, in volta, ma il fatto resta lo stesso. Oggi so per certo dopo anni di dissidi sia esteriori che interiori che non è sempre la nostra natura istintuale che non riesce a fondersi con le costrizioni imposte dalla civiltà perché spesso sono le nuove idee che emergono dall'inconscio che si trovano a loro volta in dissidio con la civiltà dominante, così come accade agli istinti. Infatti, leggendo i giornali, mi sto rendendo conto che le attuali discussioni politiche, non sono altro che un elemento precursore della necessità di avere una scossa religiosa molto più profonda, se no la maggior parte della gente tende alla nevrosi partecipando alle varie correnti dominanti del tempo e rispecchiandole poi nel suo conflitto personale. Ma io, mi devo occupare anche del mio lavoro di ricerca di artrologo in particolare modo sull'articolazione del ginocchio. L'altro giorno, infatti, si è presentato a noi il caso di questa signora obesa di 65 anni in cui si presentava un tilt rotuleo e dopo avere eseguito le radiografie assiali per la rotula a 45° e 60° ci siamo resi conto che la superficie patellare femorale, era più ristretta nella sua parte laterale e ciò perché molto probabilmente doveva sopportare un peso enorme, per cui la parte laterale oltre ad avere un decorso più ripido sulla prominenza anteriore del condilo laterale faceva fatica ad estendersi verso la faccia anteriore. Dunque, vista nel suo insieme la superficie patellare non appariva affatto asimmetrica e perciò la patella non riusciva bene ad adattarsi alla sua corrispondente doccia. Inoltre poiché il menisco laterale era tutto consumato da pressante usura bisognava ricorrere all'intervento chirurgico di asportazione, ma con il grasso c'era il rischio che l'asportazione non fosse completa e che quindi di conseguenza la rigenerazione successiva avvenisse a spese totali del connettivo vascolarizzato che circonda il margine periferico. Dopo asportazione completa di un menisco e prima della sua ricostruzione, l'articolazione del ginocchio funziona praticamente senza segni di instabilità; ma se viene sottoposta ad esercizio continuato attivo e violento oppure a vessazione di peso di massa corporea oltre un certo limite soglia, allora come è dimostrato dall'ampia esperienza clinica, la cartilagine diventa soggetta ad alterazione permanente, che è stata attribuita ad insufficiente lubrificazione delle superfici articolari durante la rigenerazione del menisco. Scusami non ti voglio annoiare con i particolari del mio studio e lavoro nel campo artrologico, ma tu lo sai, io questo lavoro lo faccio davvero con passione ed è per questo che poi finisco sempre per parlarne con enfasi. Difatti, l'atro giorno quando un mio vicino di casa, un signore anziano di 70 anni, cadendo si è rotto l'VIII costola mi sono chiesto se per caso non avesse una malformazione congenita costale per cui le sue costole tendevano a sdoppiarsi nella loro parte anteriore (coste a forchetta) e che quindi questa loro particolare forma non fosse stata scambiata per una frattura lievemente scomposta specie perché in particolare l'VIII costa si applica normalmente al margine inferiore della VII costa, ma se è della forma a "forchetta" pare come distaccata da questa e ciò viene confuso con frattura ed è perciò che il noto radiologo dottor Zompatori Maurizio consiglia di eseguire anche una radiografia del torace in espirio oltre che in inspirio per verificare se vi sia una piccola falda di PNX oppure una contusione polmonare specie in soggetti anziani. Come vedi, tesoro caro, il nostro lavoro richiede una grande dedizione ed attenzione per cui bisogna cercare sempre di rimanere estremamente concentrati a osservare tutti i dettagli. D'altronde, nel corso del tempo e con l'esperienza ho imparato che la nevrosi è strettamente legata al problema del tempo che sembra sempre sfuggirci di mano e che talvolta rappresenta un tentativo fallito dell'individuo di risolvere con sé stesso. La causa di questa frattura deriva, nella maggior parte degli uomini, dal fatto che la coscienza vorrebbe tanto riuscire a tenere fede ad un ideale morale, mentre poi alla fin fine l'inconscio tende verso un proprio ideale che tradizionalmente è immorale e persino scandaloso (almeno nel momento attuale) che la coscienza più rigorosa vorrebbe dal canto suo rinnegare. Invece, noi 2 caro Gennaro, facciamo parte di quella specie di uomini che vorrebbero essere più onesti e rispettabili di quanto infondo sono, ma poi alla fine il nostro conflitto viene sempre capovolto ed in conclusione ci ritroviamo ad essere più morali di quanto si possa pensare perché in sostanza la nostra immoralità è fittizia e cela alla base il lato morale piombato dall'inconscio. Perciò seppure viviamo continuamente ed incessantemente in un conflitto erotico insieme siamo sempre in divenire sul cammino che ricerca la strada migliore per poter conoscere il nostro lato amante più puro che possa divenire un seme che si sparge con dovizia per il mondo e che poi sa crescere e diventare rigoglioso come non mai. Ti saluto, ora debbo andare a mangiare. A presto."
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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