All'Istituto Alberto Marvelli - PROGRAMMA CONCISTORO - Durante il conclave subito dopo che venne eletto il nuovo pontefice che decise di prendere il nome di Francesco Paolo I questi decise subito di dare una nuova regola ai cardinali dicendo loro così:"Fratelli miei io mi sento smarrito e disperso dopo la morte del mio predecessore a dover continuare il suo magistero e la sua eredità spirituale e perciò vi prego di ritardare la fumata bianca della mia avvenuta elezione di qualche giorno perché ciascuno di voi, ispirato dallo Spirito Santo mi scriva i suoi suggerimenti su come poter continuare il mio cammino e così io mi sentirò sorretto dal vostro buon giudizio e dalla vostra particolare vicinanza" I cardinali accettando la proposta di Francesco Paolo I decisero che massimo avrebbero ritardato la fumata bianca di 3 giorni numero perfetto della santa Trinità e delle virtù teologali di Fede, Speranza e Carità. Iniziarono a scrivere in maniera anonima ed il 3° giorno decisero di leggere gli scritti che dovevano essere brevi e contenere un messaggio concreto per il da farsi. Nel 1° scritto scelto a caso da una cassetta si diceva:"Dobbiamo mantenere una certa sobrietà nel presentarci al popolo dei fedeli e non e ciò comporta la rinuncia a tutti i beni e la distribuzione delle elemosine per il Pontefice ai poveri, perché la Chiesa è dei poveri, degli emarginati, dei miseri, ammalati e delle persone sole e ignoranti. Tutti i giorni reciteremo almeno un Padre nostro a favore dei fratelli e specialmente per il nuovo pontefice Francesco Paolo I e tutti i giorni chiederemo di non agire per la cupidigia di ricevere ricompense umane, ma di fare opere che siano di esempio di tenere lontano l'ozio e la pigrizia in quanto è questa in primo luogo la nostra responsabilità ed il nostro compito di prelati ed infine noi rivolgeremo sempre e comunque il saluto a chiunque incontriamo lungo il nostro percorso che il Signore ci dia la Pace in modo da invocarla per tutti e ovunque andiamo" Un altro scriveva "Noi dobbiamo cercare di seguire le orme di Cristo che nel mondo ha voluto essere povero e ospite di chiunque lo accogliesse ed è vissuto di elemosine, Lui, la Beata Vergine ed i suoi discepoli e noi dobbiamo continuare questo impegno ad attuare questo progetto di vita non isolatamente ma rimanendo in fraternità, in un clima di condivisione e di reciprocità. Questo è importante per tutti noi" Un altro ancora scriveva "Dobbiamo seguire un ordine che significa maniera di vivere secondo comuni interessi religiosi ed anche profani, cercando di stabilire dei rapporti di mutua fratellanza e solidarietà sulla base della consanguineità spirituale derivante dal battesimo. In questo dimostriamo l'Amore di Cristo per noi." Fu la prima volta nella storia che venne fatto un concistoro straordinario durante il conclave per potere dare delle indicazioni di programma al nuovo pontefice e questo procedimento creava una vera e propria uguaglianza fondamentale fra i cardinali e fra questi e i loro rappresentanti Vescovi e sacerdoti consacrate e poi anche semplici fedeli e laici. Fu la prima volta che ogni cardinale ebbe l'occasione di esprimere il proprio pensiero per come portare avanti il pontificato in modo tale che ci fosse unità in varie parti del mondo e che questo fosse esempio di possibile pace fra diversi popoli e culture e di iniziativa di dialogo interreligioso per cui un cardinale scriveva "Non dobbiamo mai interrompere i tentativi per un dialogo di pace mettendo in evidenza che questa nostra intenzione parte da un continuo e costante esercizio dell'autorità evangelica inteso come servizio ai fratelli. E' compito nostro confortare i deboli malati e carcerati ed è compito nostro occuparci delle cose che riguardano la salute dell'anima nell'ascoltare ed obbedire al Vangelo perché obbedire deriva dal latino obaudire che significa ascoltare e ciò significa apertura agli altri e piena e vitale consapevolezza che la propria crescita e maturità umana e religiosa si attua non nella chiusura in se stessi, ma nella disponibilità ad ascoltare gli altri facendoli esistere come soggetti con i quali ci si può relazionare. Il rapporto obbediente riguarda ogni cristiano e pria di tutto noi specie riguardo alla carità che viene dallo Spirito così come spiega san Paolo di cui il pontefice nuovo ha scelto il secondo nome il quale dichiara che per i cristiani essere liberi non vuole affatto dire restare irretiti in una mentalità egocentrica, che tutto pretende senza nulla dare, bensì nell'aprirsi agli altri, stabilendo con loro relazioni di muta obbedienza che sono manifestazioni di amore disinteressato" Il nuovo pontefice decise di fare pubblicare dall'Osservatore Romano e dal giornale Avvenire questa novità perché anche i fedeli laici potessero attingere da quelle indicazioni di massima in modo da sentirsi fratelli tutti. 

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