IGNAVI - Stefano, stava studiando alla facoltà di economia e commercio perché suo padre aveva intrapreso la professione di commercialista e sapeva che gli avrebbe fatto piacere se lui avesse seguito le sue orme per poi un giorno ritirarsi e lasciare il proprio studio a suo figlio. Tuttavia, Stefano non era completamente convinto che quella fosse stata davvero la strada più adeguata da intraprendere per riuscire a realizzarsi in quanto non era molto chiara in lui la sua vera ed autentica aspirazione. In quel momento, per esempio, stava studiando il materialismo storico nel nuovo comunismo di Karl Marx nella sua opera "La sacra famiglia" intesa a liquidare la posizione dei fratelli Bauer, i quali contrapponevano la loro "critica assoluta" alla totale inerzia della massa e lui, sinceramente tifava per l'inerzia come sua fondazione particolare in cui egli poteva prodursi e riprodursi nella sua immediatezza; in modi via, via determinati e correlati per un verso dalla forma di donazione dei rapporti sociali e per un altro allo sviluppo delle veterane forze produttive dove ha valore il lavoro di esperienza contro quello di apprendistato. A Stefano piaceva pensare di fare parte di una classe di "condizionati" dal capitale degli anziani accumulato in anni di sacrifici e rinunce, che faceva escogitare l'interpretazione utopica di poter godere in maniera di rendita dell'operato della vecchia generazione in modo tale da fare il pensionato a vita. D'altronde, in un certo senso, lo credeva anche Marx che la migliore prospettiva è quella di una trasformazione della società che, viene resa possibile dalle condizioni materiali createsi sotto il dominio della borghesia, che dovrà passare attraverso la presa di potere da parte della classe operaia, in vista di una graduale estinzione dello stato quale organo separato dalla società che lo subisce. Per tale motivo, egli si era fatto 2 conti in tasca e si era accorto di avere messo da parte 20.000 euro che non gli sarebbero bastati nemmeno per comprarsi un auto basica e perciò aveva deciso di investirne almeno la metà, ma purtroppo al chi-quadrato test era andato male perché era un test non parametrico che di solito veniva impiegato dai professori di economia e commercio per la verifica sull'ipotesi che un campione di denaro provenga da una determinata distribuzione di adattamento ai tempi che corrono ovvero per la verifica dell'ipotesi di indipendenza tra 2 variabili: la sua a voler restare a casa e quella dei nonni a volerlo proiettare nel mondo della finanza. Nel primo caso il valore di X redditizio dei genitori dovrebbe essere significativamente elevato, mentre nel 2° caso il divario fra ciò che Stefano potrebbe raggiungere e ciò che ha attualmente è misurato a livello di frequenze congiunte di poter prendere uno stipendio fisso con un lavoro ben remunerato e possibilmente poco faticoso e perciò aveva deciso di mettere da parte 10.000 euro e di spenderne gli altri 10.000 per poter proseguire la sua ricerca su un chi-quadrato variabile casuale per determinare il suo vero grado di libertà diverso da quello di indipendenza genitoriale. Egli però, per fare tale ipotesi avrebbe dovuto "scorporare" dai 10.000 euro, 5000 euro corrispondenti alle spese universitarie di almeno 5 anni di studio e perciò si sarebbe ritrovato con 5.000 euro x 2% di interesse bancario = 100 euro di interesse a fine del 1° anno che si aggiungevano ai 600 euro che si prendeva nei regali di compleanno fra nonni e genitori per cui si ritrovava con 700 euro da reimpiegare, ma di questi ne impiegava solo 500 (cioè la metà di 1000 euro del costo universitario), mentre gli altri 500 li prendeva dai regali e gliene rimanevano sempre altri 100 che avrebbe potuto aggiungere ai 100 iniziali per un valore di 200 accumulati che si aggiungevano ai 600 e perciò arrivava a 800 di cui impiegandone 500 arrivava ad averne 300 che si aggiungevano ai 200 per giungere ai 500 per cui per arrivare alla metà delle spese universitarie con gli accumuli bancari ci impiegava 3 anni e perciò sarebbe dovuto andare fuori corso di 1 anno per poter raggiungere (500 + 400 + 500) = 1.400 euro di uno stipendio con un guadagno effettivo di 400 euro cioè il doppio esatto dell'ingaggio regali di compleanno natale. Solo a quel punto avrebbe potuto iniziare a lavorare come ragioniere in una ditta qualsiasi ed allora prendendo lo stipendio pattuito di 1.400 euro sarebbe arrivato a 10.000 a cui si aggiungevano 17.800 euro e cioè 27.800 euro x 2% di interesse bancario = 556 e si superava la metà quota universitaria di 56 euro che si doveva mettere da parte ogni mese x 12 = 672 e quindi superava la quota regali di 72 euro e perciò l'anno successivo doveva mettere da parte 72 euro x 12 = 864 e superava la quota dei regali di 264 euro x 2 quote = 528 euro e cioè poco al di sotto della media della metà del costo universitario per 556 - 528 = 28 euro e quindi doveva mettere da parte il 3° anno 264 + 28 = 292 x 12 = 3.504 da aggiungere ai 27.800 = 31.304 per cui il rischio se si fosse moltiplicato 3.504 x 10 del log base 10 = 35.040 sarebbe stato di 35.040 - 31.304 = 3.736 e perciò ai 31.304 bisognava aggiungere altri 3.736 - 3.504 = 232 euro e si abbassava la quota del mutuo da 264 a 232 = 32 euro che si potevano aggiungere ai 1.400 euro di stipendio al 4° anno di lavoro e che Stefano poteva impiegare per la pensione integrativa x i successivi 38 anni di lavoro e quindi 32 x 12 x 38 anni = 14.592/12 = 1.216 di pensione, ma sarebbe dovuto andare in pensione a 63 anni di età. Questo era quello che pensava: non basta saper calcolare bisogna sapere bene cosa sia più conveniente fare nell'investire nel futuro per modo che sia meno scuro e su questo la sua professoressa Tafaro Tiziana era d'accordissimo. 

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