INGAVI - Questa nuova generazione pare essersi fermata perché comprende che i progetti più meritevoli di nota richiedono immensi sacrifici e che rientra nella natura di questi sacrifici che ci sia qualcuno disposto a farli per chi, a sua volta, li fa per una comunità. Crearsi una famiglia può essere un mezzo con cui le persone possono diciamo così specializzarsi - magari nel fare soldi, o nel gestire la casa e può diventare estremamente costruttivo, ma comporta dei grandi rischi ed ecco perché spesso e volentieri le nuove generazioni si "parcheggiano" all'università e con la scusa di studiare per potersi realizzare in un lontanissimo futuro, perdono tempo adagiandosi comodamente su libri che poi lasciano ad impolverare sugli scaffali di qualche libreria. Quindi, le nuove generazioni divengono devoti allo studio nell'intento di rimanere ancorati ad un porto sicuro per non avere degli svantaggi in seguito. Però, le nuove generazioni non pensano all'istituzione del matrimonio e massimo vanno a convivere perché gli argomenti a favore del matrimonio sono cambiati: non riguardano più forze esterne che hanno un potere su di noi come la religione, lo Stato, un ideale di legittimità di un unione o di rispettabilità sociale, adesso giustamente ci si focalizza maggiormente sul valore psicologico insito nel poter trarre o meno beneficio (seppure a caro prezzo) dal dovere di rispettare determinati impegni, perché alcune delle nostre esigenze chiave hanno una struttura innegabilmente a lungo termine. Adesso, dunque la sfida per i giovani è un'altra: ricordare a noi stessi perché la fuga immediata dagli impegni e responsabilità non sempre ha senso e cercare di cogliere l'importanza di saper aspettare che le acque tempestose si calmino. Legarsi a qualcuno comporta comunque di avere la consapevolezza che le inevitabili fluttuazioni dei nostri sentimenti non abbiano il potere di distruggere una relazione che sappiamo essere importante e che comunque può darci stabilità ed un certo senso di equilibrio emotivo. Stare insieme a qualcuno comporta tenere conto di una serie di limitazioni imposte ad una forma di libertà di fuggire, in modo da proteggere la libertà condivisa di maturare insieme cercando qualcosa di duraturo su cui poter contare nei giorni peggiori e la cui sofferenza è allineata alla parte migliore di noi. In effetti, i giovani tentano sempre di rafforzare la fiducia in loro stessi ed è per questo che cercano intorno a loro continue conferme che ciò che stanno pensando possa essere valido, ma poi nei momenti più difficili e disagevoli non riescono a lottare per avere intelligenza, competenza e una più matura esperienza e così gettano la spugna nel fango. Tutto questo, ovviamente, ha delle gravi conseguenze. Esiste infatti una forma di sfiducia che nasce quando ci leghiamo troppo al nostro senso di dignità e diventiamo ansiosi di fronte a situazioni che in qualche modo pensiamo possano minacciarci. Rinunciamo alle sfide rischiando di mostrare al mondo intero il nostro lato più ridicolo, ma in questo modo ci perdiamo molte delle occasioni più interessanti. Quando ci sentiamo persi e vinti, esitiamo a chiedere aiuto per avere indicazioni su come poter ritrovare la strada e poterci orientare perché non volgiamo passare per ignoranti che non sanno dove andare e dove sbattere la testa. Desideriamo essere vicini a qualcuno e volergli bene, ma al contempo non ci lasciamo mai del tutto andare per paura che possano avere visto il nostro io interiore e che quindi, conoscendo i nostri punti deboli, possano approfittarsi di noi e farci soffrire. Oppure, al lavoro rimaniamo al nostro solito posto perché sappiamo che i miglioramenti o la carriera ci chiederà maggiore impegno. Insomma, per evitare di sembrare stupidi non ci avventuriamo mai troppo lontano dalla nostra comoda tana e quindi ci perdiamo il bello di ciò che potrebbe venire. In pratica siamo ignavi perché abbiamo una immagine distorta di quando una persona normale possa essere definita dignitosa e tutto questo perché ci accontentiamo di una vita che possa essere accettabile per modo tale da non tramutarci in perfetti idioti. A tutto ciò ci può essere un rimedio se solo sappiamo vivere ogni tanto anche qualche briciolo di follia e lasciarci trascinare da essa.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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