OPERA OMNIA EUROPA - Fu per prima Roma ad unificare il nucleo centrale dell'Europa, dandole durature basi di civiltà. Infatti, alla caduta dell'impero romano, mentre si diffondeva il cristianesimo, si formavano in occidente numerosi regni barbarici ed in oriente si consolidò l'impero bizantino. Nel secolo VIII Carlo Magno conquistò la Germania ed il regno dei franchi si tramutò in Sacro Romano Impero, istituzione che durò, in varie forme, fino al 1806 e dopo con la dissoluzione dell'impero carolingio ed il diffondersi del feudalismo, cominciò a nascere una comune civiltà europea. Così anche i popoli dell'Europa orientale e settentrionale abbandonarono le loro credenze ancestrali per il cristianesimo di Bisanzio o di Roma e si fissarono ognuno in un territorio, lasciando le strutture tribali per dare vita a monarchie nazionali. Fu un processo lento, iniziato con la conversione degli slavi e dei bulgari nell'area balcanico-danubiana e proseguito con quella dei russi, degli scandinavi, dei polacchi e degli ungari.  - L'Europa sta parlando di sé per farsi conoscere meglio e perciò continua dicendo - Nel secolo XII -XIII l'Europa tornò ad annettersi aree già strappatele dall'Islam, con la conquista normanna della Sicilia e della penisola Iberica. Successivamente l'Europa prese a svilupparsi, sotto la guida di 2 poteri, in conflitto fra di loro, del papato e dell'impero. Mentre in Italia si affermava la civiltà comunale, in Francia, Inghilterra e Spagna si rafforzarono le monarchie nazionali. Aumentò, così il distacco con l'oriente, soprattutto quando i turchi conquistarono Costantinopoli. Nella prima metà del secolo XVI ci fu una grande rivalità fra la monarchia francese e gli Asburgo. Al trionfo del rinascimento fece riscontro, con la riforma, la rottura dell'unità religiosa, che comportò a lungo andare un periodo di guerre. Di seguito, alla supremazia spagnola dominatrice di vasti territori in America, succedette quella francese, che raggiunse il massimo splendore con Luigi XIV. Anche la Russia si affacciò sulla scena europea, mentre l'Inghilterra affermò la sua potenza navale e commerciale. Con il trattato di Ultrecht l'egemonia francese fu ridimensionata e si stabilì un certo equilibrio tra le potenze europee. In Europa, poi, dopo la rivoluzione francese l'equilibrio delle sue potenze venne sconvolto da Napoleone e successivamente ripristinato nel congresso di Vienna nel 1815. Nei decenni successivi si affermarono i principi liberali e quelli di nazionalità che portarono all'indipendenza e all'unità di alcuni stati fra cui l'Italia e trasformando le monarchie da assolute a costituzionali. Nella seconda metà del secolo XIX, mentre l'Inghilterra raggiungeva il massimo dello sviluppo industriale e dell'espansione coloniale, in Europa si ebbe la crescita della potenza dell'impero germanico, fondato nel 1871. Si giunge così alla contrapposizione di blocchi che diede origine nel 1914 alla prima guerra mondiale. Alla fine della guerra, si dissolsero l'impero austro-ungarico e quello ottomano, mentre in Russia dalla rivoluzione del 1917 nasceva l'Unione Sovietica. E' da qui che parte la nostra storia, da un desiderio di cercare di prevenire nuovi conflitti che portò alla creazione della Società delle nazioni che comunque non funzionò perché si giunse di nuovo ad una seconda guerra mondiale. L'Europa, ancora oggi, pare divisa in 2 blocchi: le democrazie occidentali ed i paesi socialisti e difatti, l'Unione Sovietica si opponendosi al patto di Varsavia dimostrò di non sentirsi parte della NATO ed è rimasto da questo il distacco specie a livello del processo di integrazione economica dell'Euratom della CECA, della CEE e della politica del COMECON che con la sua rigidità accentrava i paesi aderenti intorno a programmi economici dell'URSS a cui fece ricorso un complesso evolversi del MEC. Da queste suddivisioni l'Europa occidentale è sempre di più diventata un'area economica di primo piano, ma ha assunto solo molto lentamente responsabilità politiche unitarie ed è per questo che si è sentita sempre più l'esigenza di creare una forza militare per evitare come in passato sussulti di repressioni militare sovietica come la rivolta dell'Ungheria del 1956 e della "Primavera di Praga" nel 1968 e nascita del sindacato libero di Solidarnosc in Polonia nel 1981, relativa politica estera rumena e della Jugoslavia che restavano sotto il dominio sovietico. Già nel 1975 si era avviata una Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione europea ad Helsinki che vedeva la partecipazione di quasi tutti i paesi del continente con gli USA ed il Canada. Ora, invece, le riforme avviate nel 1985 in Russia da Gorbaciov sembrano decadere ed essere state dimenticate nei libri di storia e pare che Putin voglia ritornare anacronisticamente all'epoca dei regimi totalitari e che ci siano ancora vecchie tensioni politiche-democratiche da risolvere anche per una difficile riconversione degli apparati produttivi e per la disagevole economia di mercato nell'area ormai ex Comecon. Perciò la storia tende a ripetersi specie per il fatto che l'Unione europea ha sbagliato a credere che tenesse il trattato di Maastricht del 1992 dove si vede che il ruolo politico unitario rimane debole e che si tendono ad attuare localismi ed autonomismi sanzionatori che sono sempre fonte di tragici conflitti e tensioni specie a livello delle guerre commerciali dei dazi doganali. Questa è l'Europa, una storia lenta ancora da strutturare. 

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