PROPOSTA IN BOZZA - Al Ministero del lavoro e politiche sociali, a don Marco Pagniello, a Pier Paolo Fraddosio, a Paolo Manzelli - INDICIZZAZIONE INFLAZIONISTICA NELLA DISTRIBUZIONE PNRR A NUCLEI INDIGENTI CONTINUATIVI - Oggi la definizione del termine povertà è cambiato in quanto c'è un tipo di povertà di carattere culturale e di categoria sociale che fatica ad inserirsi ed includersi nel mondo della sostenibilità. Infatti, mentre prima l'oggetto di studio privilegiato nella "vecchia" economia del benessere era sviluppato schematicamente trascurando alcuni aspetti del fenomeno, ora il tema della povertà dovrebbe essere svolto anche su discussioni più specialistiche dei problemi di giustizia distributiva per cui in base al regolamento CEE n. 223/2014 l'AGEA può massimo permettersi di assistere praticamente il 20% del numero effettivo degli aventi diritto alla sequela continuativa, mentre è possibile procurarsi a livello attuale solo il 13.8% del materiale e delle risorse necessarie a raggiungere l'obiettivo e al contempo l'inflazione dopo l'applicazione dei dazi doganali e della decisione europea al riarmo, salirà al 10,5% del suo valore e perciò visto che è stato fissato un ISSE inferiore a 9.360 euro per avere diritto alla suddetta assistenza bisogna fare un attimo di calcoli per verificare se si riesce a rientrare nel budget prefissato oppure se si deborda da questo, per non escludere nessuno. Allora per identificare i poveri ed isolarli dal resto della popolazione, sembra plausibile in primo luogo fissare una soglia critica di separazione; questa operazione, però, non è scevra di insidie. L'approccio dominante in tale senso suggerisce di adottare l'ISEE come grandezza economica di riferimento, ma poi c'è da considerare la quota che verrà assegnata a coloro che dichiarano lo stato di povertà perché se n è il numero di persone presenti in una popolazione e p (<=n) indica il numero di soggetti con reddito inferiore a 9.360 allora p/n rappresenta un valido indicatore della quota povera di popolazione da assistere. Tuttavia questo indicatore è piuttosto grossolano perché si limita a contare i poveri senza tenere conto delle distanze tra i loro redditi e la linea di povertà prefissata. Ecco che allora che si deve tenere conto anche del contesto storico-geografico in cui si procede all'individuazione di povertà anche se ciò contiene un ineludibile elemento di arbitrarietà. Perciò l'International Standard of Poverty Line ha deciso di fissare la povertà in corrispondenza ad una certa distanza dal reddito MEDIO pro-capite della popolazione in esame. A tale proposito dunque si propone insieme alla professoressa Tafaro Tiziana di stabilire un fondo a partire dal 20% di 9.360 euro =1.872 euro, poi di calcolare anche il 13,8% delle risorse inserite nei 9.360 = 1.291,68 e poi calcolare l'inflazione del 10,5% = 982,80 ed infine fare la media e cioè 1.872 + 1.291,68 + 982,80/3 = 1.382,16 che è lo stipendio che dovrebbe prendere un individuo per riuscire a campare dignitosamente e quindi moltiplicato x 12 senza 13° = 16.585,92 che rispetto ai 9.360 stabiliti manca di = 7.225,92 e perciò bisogna fare 9.360/7.225,92 = 1,29% che deve essere aggiunto ai 9.360 per effettuare una più corretta redistribuzione del vecchio reddito di cittadinanza e quini 9.360 x 1,29% = 120,74 euro di tasse da pagarci sopra x 12 = 1.448,88 che sottraiamo dai 9.360 = 7.911,12/12 mesi = 659,26 pensione sociale di cui hanno diritto gli indigenti per riuscire a barcamenarsi, ma se facciamo 659,26 x 6 mesi = 3.955,56 del bilancio provvisorio che vanno spesi subito e frazionati su 12 mesi seguenti = 329,63 di tasse che vanno scorporate dai 3.955,56 = 3.625,93/12 mesi = 302,16 e quindi come si vece la quota di tassa AGEA viene a decrescere a scalare e perciò dopo ci si ritrova con 3.625,93 - 302,16 = 3.323,77 x 3 anni di stallo bancario = 9.971,31 a cui è stata portata la quota di soglia sociale di povertà e quindi rispetto ai 9.360 = 611,31 di piccola pensioncina ricavata ulteriormente (meglio di niente vi pare??) che daremo a frate Gabriele Trivellin per pagare la prima quota di affitto locale ostello per ex carcerati, drogati o indigenti a patto che lavorino almeno, almeno per 6 h al giorno e quindi sono 611,31/6 h = 101,88 (facciamo 100 conto pari e non se ne parla più!) mentre i restanti 1,88 al gg x 360 gg = 676,80 che io cara Tafaro Tiziana prendo come prova del 9 che SI PUO' FARE perché in questa redistribuzione aumento la pensione sociale da 659,26 a 676,80 con un differenziale di = 17,54 che è la reale quota di offerta che si può fare per riuscire a creare una pensione sociale decente perché 17,54 x 360 gg = 6.314,40/10 del log base 10 = 631,44 altra pensione sociale ed insomma si possono creare diverse possibilità a seconda delle condizioni reali in cui versano gli indigenti e delle loro effettive capacità lavorative o intellettive di comprendere e volere uscire dalla confort zone per autodeterminarsi e autogestirsi senza intervento di assistenza sociale. Lo schema è stato creato, ora spetta agli addetti ai lavori poterlo applicare. CIAO GRAZIE 

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