LA FARMACOLOGA - Quante cose si fanno per avere una buona salute, ci si mette a guardare internet per capire se una sintomatologia corrisponda a questa o quell'altra patologia e poi ci si improvvisa pure medici. Di questo tipo di persone non voleva fare assolutamente parte Silvia che aveva deciso perciò di studiare farmacologia e per questo si era iscritta al suo corso della durata di 4 anni, pensando che fosse un buon investimento per fare il mestiere della farmacista eventualmente anche in proprio con una Parafarmacia. Quando si iscrisse, si accorse che c'erano esami molto complicati e che i corsi erano tenuti da professori molto esigenti, fra cui c'era il professor Federico Pea ed il dottor Morolli Luca che volevano che le lezioni fossero seguite in presenza e che poi avessero sempre oltre che una parte teorica, anche una parte pratica e specifica ad una argomentazione, una richiesta, una anamnesi, una clinica. Il primo giorno di scuola Silvia assistette ad una lezione che non si dimenticherà mai e poi mai e che le è tutt'ora rimasta impressa nella mente come se fosse stata declamata ieri. Entrò in classe il professor Federico Pea e dopo aver salutato gli studenti ed essersi presentato fece la seguente domandona: "Secondo voi, qual'è la prima cosa che deve imparare qui un futuro bravo farmacologo??". Molti risposero la chimica, altri la biologia, ma a nessuno venne in mente quella risposta a sorpresa del professor Pea - "NO - disse con sicurezza - bisogna imparare a parlare come il nostro corpo umano, capendo i suoi meccanismi di funzionamento, le sue esigenze, le sue carenze, le sue particolarità ed i suoi sintomi, problemi e disturbi" Tutti lo guardarono un poco attoniti e poi chiamò alla cattedra proprio Silvia "Venga, venga lei - le disse indicandola con il dito - non abbia paura e ci spieghi quanto conosce lei il suo corpo ed i suoi meccanismi" Silvia insicura rispose "Non saprei" "Appunto - disse Pea - lei non sa, perché per quanto la struttura umana sia formata nello stesso modo comunque ognuno di noi può avere delle variabili sul tema, o diversi modi di reagire a malattie, farmaci e terapie. Stamattina, ad esempio recandomi in una farmacia della città, mi sono sentito dire che dovevo fare attenzione alla mia glicemia e mi sono chiesto sinceramente se quella farmacista avesse o meno studiato la cellula nel suo citoplasma specie della sua composizione per cui è molto difficile sapere se i costituenti trovati in una analisi medico legale del dottor Bellero siano propri del citoplasma oppure se provengano da granuli. D'altro canto si deve pur ammettere la possibilità che taluni costituenti del citoplasma siano assorbiti sulla superficie degli organelli che sedimentano, ed in questo caso non si trovano nel supernatante. Le più recenti tecniche di analisi mostrano che questa parte della cellula è molto ricca di acqua con un valore dell'85% e che questo apporto diminuisce in post-menopausa, mentre c'è una tendenza ad un aumento delle proteine strutturali e solubili, tra le quali alcune sono enzimi. Per tale motivo è stata strutturata una tabella dove nei vari contenuti dell'RNA, RNAm e solubili, si dimostra che si deve tenere conto nella formazione dell'    RNA totale anche di una frazione del 10-20% di zuccheri, amminoacidi, nucleosidi, nucleotidi e numerosi composti del metabolismo intermedio e sali inorganici. In particolare modo, poi, la parte insolubile del citoplasma è rappresentata dalle proteine strutturali, più spesso fibrose, e da particelle di glicogeno o da lipidi. Inoltre l'esistenza del citoplasma in numerose molecole di grandi dimensioni, fibrose, aglobulari, conferisce a questo costituente proprietà fisiche simili a quelle dei colloidi. Così, le macromolecole proteiche rappresentano la fase dispersa dei colloidi citoplasmatici, l'acqua e le piccole molecole disciolte la fase disperdente. Le macromolecole inoltre possono essere tenute unite da forze di vario tipo e perciò se tali legami sono forti, il colloide citoplasmatico è viscoso e possiede la consistenza di un gel; si parla dunque di plasmagel, ma se i legami sono deboli come avviene probabilmente nell'età senile ed in pazienti allettati allora il colloide è liquido e paragonabile ad un sol e per questo è detto plasmasol. Alcuni pazienti hanno una tixotropia dismetrica e cioè hanno più plasmagel o più plasmasol come incessanti cambiamenti dei legami che agiscono sulle macromolecole della fase dispersa. Il citoplasma ed il nucleo sono le sedi cellulari in cui avvengono quasi tutte le reazioni biochimiche compresa quella del metabolismo dei glucidi che è tutt'ora oggetto di studi sulle cellule epatiche e muscolari, ma io avevo detto chiaramente alla farmacista che ero stato operato di adenoma epatico e perciò nel mio caso potrebbe esserci un innalzamento di glucosio 6 fosfato nel suo aumento di degradazione specie nella sintesi di un polimero del glucosio: il glicogeno. In particolare la glicolisi attraverso la via dei pentosi conduce alla formazione di acido piruvico e la via dei pentosi alla formazione di zuccheri con 8 atomi di C con una formulazione ben precisa di 2 molecole di acido piruvico senza uso di ossigeno essendo anaerobici. Perciò per il consumo di zuccheri bisogna considerare la fosforilazione dall'ATP dal fruttosio 1-6 difosfonato in cui si consuma 1 molecola di ATP che diviene ADP. Lasciando anche perdere i passaggi chimici successivi il bilancio finale risulta di 3 molecole di  ATP per ogni molecola di G6P, ma 4 di loro sono state rigenerate nel corso della formazione di 2 molecole di piruvico provenienti dai 2 triosi Dunque per quanto riguarda i muscoli la farmacista aveva ragione perché il bilancio è il medesimo e perciò si merita un 6 (sufficiente). Cosa vuol dire tutto questo? Che non si sa mai con chi stai parlando perché potrebbe trattarsi di una nota biologa che ci tiene a conservare i suoi studi nella maniera più corretta possibile. Ed ora Silvia Mambelli la lascio tornare al suo posto. A domani." E terminò così la sua lezione. 

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