QUESTA DONNA - Proverò ancora imbarazzo nel dire che mi sono innamorata di un tipo ideale che mi lusinga con i suoi complimenti e gentilezze che paiono da gentiluomo. Lo ammetto, mi lascio soggiogare e sottomettere da una immagine di uomo legata ad una particolarità di uno schema paradosso: più è duro con me e più mi fa sentire protetta e più rimango accanto a lui e alle sue ossessioni. Il mio sistema di percezione-coscienza è a senso unico ed in funzione di lui e delle sue esigenze, così da diventare un suo oggetto e una sua facile preda nelle sue mani. Invece, non dovrei avere bisogno di ritrovarmi di fronte alla versione regressiva dell'uomo che mi conquista perché il suo schema di conquista è siffatto per spiegare la qualità allucinatoria dell'esperienza del sogno erotico che non riesce ad ammettere a sé stesso un senso regredente della circolazione quantitativa che si esprime nel processo eccitamento-scarica. Avevo avuto il sospetto che ci fosse in lui una certa caducità, dato che tutto ciò che egli si era creato nella fantasia e nella sua visione di me non dipendeva del tutto dalla costruzione di uno schema virile del maschio ma da un sistema paradossale. Notarlo, forse mi avrebbe permesso di fare un po' di luce sul modo in cui lui avrebbe impiegato il termine di regressione in seguito e cioè con una molteplicità di sensi che presenta moltissime ambiguità di colpe a carico mio ed allora sarei potuta fuggire in tempo. Anzitutto, appare come regressione topica ciò che si verifica nell'apparato nervoso maschile che per eccesso di stimoli eccitativi va in senso contrario, ossia verso la scarica violenta e fallace, ed anche verso la mobilizzazione di un sistema educativo appreso che costituisce il sistema inconscio maschile tutt'oggi. Quello che sarebbe da spiegare sono gli aspetti del sogno femminile erotico - che d'altronde non possono dirsi sensoriali se non in maniera puramente metaforica -, la sua raffigurazione, difatti se rimane bloccata ed inibita alla prima formulazione può tradursi in un sistema allucinatorio messo in gioco dai bisogni istintivi più primordiali. Bisogna che l'uomo riesca a dominare i forti eccitamenti che gli vengono dall'organismo ed in special modo dalla pressione dei bisogni di potenza virile che producono in lui esperienze astratte di sessualità come vuole la comune concezione di maschio nel suo apprendimento di valore erotico soddisfacente. Ogni volta infatti che si produce la stessa pulsione che provoca desiderio di sessualità possessiva, i circuiti associati alle prime esperienze registrate nel cervello si mettono all'erta e possono generare ansia da prestazione. I segnali interni dei neuroni si accendono a sproposito per colpa di una concezione allucinatoria che vuole essere all'altezza del compito del maschio predatore da cui nasce l'idea di un processo di organismo psichico che essendo stato soddisfatto in un certo modo o trovandosi ad imitare da un riferimento maschile quelle prime confuse esperienze sessuali legate ai suoi primi bisogni adolescenziali di provare sensazioni nuove lo vuole continuamente ottenere anche in maniera violenta ed aggressiva. Ciò implica una identificazione tra il fenomeno fisico che si svolge nel neurone e ciò che ne è l'inverso epifenomenico, cioè quello che il soggetto maschio percepisce nel suo parallelismo psicofisico. Io, invece sono questa donna, fragile, vulnerabile, debole che vuole poggiarsi sullo schema di un uomo forte che la protegga, senza avvedermi che mi sto lasciando sedurre ed ingannare dall'immagine di trappola dell'orologio biologico con le sue esigenze materne che divengono gravi quando cedo all'allucinazione piuttosto che restare sola e sentirmi inadeguata o peggio emarginata ed abbandonata al mio duro destino di sconsiderazione. Perché le cose cambino deve dunque costituirsi qualcosa a misura di esperienza, che possa fare diminuire nel maschio l'investimento quantitativo fino al punto sensibile dell'incidenza del bisogno dell'ego e non più della semplice pulsione. La domanda che si pone a Zamparetti Marco e a Graldi è come poter attuare questo processo di regolazione interna maschile?? Esiste un nuovo processo di derivazione che non sia troppo suscettibile ai dinieghi femminili e al loro strutturarsi come donne più consapevoli?? Ci può essere a livello normativo un limite prefissato fra ciò che è il consenso e ciò che è l'istinto sessuale di entrambe le parti uomo-donna?? Le ipotesi che si possono presupporre sono tante e quindi si procede di caso in caso per non doverci ritrovare di fronte a costruzioni alquanto deludenti. Forse bisogna creare uno schema temporale di mediazione psichica per cui se prevale l'ego allora ci possa essere un transfer sull'ordine dei procedimenti da acquisire a livello educativo. Non è semplice e bisogna sempre lasciare aperto il discorso dell'inesplicabile come fecero Freud e Valabrega specie dal punto di vista topico dove "questa" non significa una conclusione, ma una continua crescita donna nel modo di sapersi districare fra fantasie e l'agitarsi dell'ormonico interiore mare.
STRIDULI SOGNI. Terry non era mai andata molto bene a scuola, un po' per il suo problema di retinopatia agli occhi, un po' perché il diabete diminuiva la sua attenzione e un po' perché faceva veramente fatica ad apprendere, così, una maestra propose ai suoi genitori un atteggiamento di interesse proposizionale dei 10 passi e delle 10 parole. Si trattava di stimolare degli stati mentali (come la credenza, il desiderio, l'intenzione) caratterizzati dall'avere un contenuto esprimibile in forma proposizionale. Questo sistema veniva ottenuto usando degli enunciati della forma "X verbo di atteggiamento che P vuole", dove X è un agente, il verbo di atteggiamento è un verbo quale credere, desiderare, intendere e P un enunciato (per esempio si iniziava dalla domanda:"Cosa intende studiare oggi la mente di Terry?" Seguita dalla frase:"La mente di Terry crede di poter studiare ferma mente l'italiano") . Sulla base di questa struttura linguist...
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