IL DISARMO - Il fenomeno del disarmo ha caratterizzato nel corso del sec. XX sia i periodi immediatamente successivi ai 2 conflitti mondiali e ad altri importanti conflitti come le guerre in Corea e del Vietnam sia alla fine della "guerra fredda" e all'inizio degli anni '90. Durante il processo di disarmo si registra una diminuzione della spesa pubblica e del personale militare e civile, richiesto per esigenze belliche o per il mantenimento delle forze armate di pace al fine di evitare l'escalation specie della Russia. Il problema però posto dal disarmo riguarda la riallocazione delle risorse già impegnate a livello produttivo per obiettivi militari verso usi civili, ma l'esperienza storica ci insegna che tali processi di riconversione sono difficili e costosi e che ciò potrebbe condurre come negli anni fra il 1919 ed il 1920 a dissesti finanziari delle imprese che prosperano grazie alla guerra, ed ecco perché Trump si vede costretto, insieme alla Cina, al Canada, al Messico ad aumentare i dazi per alcuni prodotti di importazione fino al 25%. Inoltre il processo di disarmo nei paesi della NATO non produrrebbe il desiderato "dividendo della pace" a cui tutte le grandi nazioni e l'Europa mirano, perché tale dividendo matura solo dopo che si è compiuto quel processo di copertura dei precedenti costi di guerra, per cui l'incasso non solo è a lungo termine, ma dipende senza dubbio dalle politiche macroeconomiche attuate nel periodo del disarmo, là dove la riduzione delle spese militari potrebbe essere compensata da un aumento della spesa sociale di pari entità; oppure tradursi in una diminuzione delle imposte commerciali (cosa che tutte le grandi imprese ricercano). Gli effetti di una riduzione delle spese militari dei paesi sviluppati sull'economia mondiale, furono già esaminati negli anni della guerra fredda, nel contesto di iniziative delle Nazioni Unite senza però esiti concreti e difatti il Patto di Leontief e Duchin Militar Spending, Facts and Figures del 1983 pur utilizzando un modello input-output per l'economia mondiale non venne ritenuto valevole e soddisfacente, e per questo vennero studiati altri modelli quali il LINR d'impostazione keynesiana o il modello MULTIMOD del Fondo monetario internazionale in cui l'impostazione keynesiana è completata solo dopo una più attenta analisi dell'offerta. In linea generale, dunque questi modelli indicano che ad una fase iniziale, in cui alla caduta della spesa militare consegue un effetto depressivo sulla domanda, segue una fase in cui questa è stimolata dalla ripresa dell'investimento a seguito di una riduzione del tasso di interesse resa possibile dalla riduzione dei disavanzi pubblici, conseguente ai tagli di spese per la difesa. In passato l'Europa (anni '90) aveva varato un programma di aiuti regionali, denominato KONVER che poi nel 1993 è stato riconvertito dallo stato italiano in piani di razionalizzazione e ristrutturazione, richiesti dall'adattamento ai nuovi e risotti livelli di domanda militare nazionale ed internazionale.Ciò richiede un inevitabile aumento dei prestiti dei prestiti della Banca Mondiale che può giungere fino al 50% e quindi fino a circa 20 miliardi di dollari per 3 anni a favore di circa 15 paesi in grado di adottare riforme ed aggiustamenti strutturali elaborate di concerto con FMI e la Banca Mondiale. Le riforme si affidano al settore privato per appalto di funzioni statali e del deficit di bilancio, riforme fiscali e del mercato del lavoro in genere e del commercio liberalizzato per cui si propone a Paolo Manzelli attraverso mediazione sindacale una prima ipotesi di quadro economico caratterizzato da una crescita del 3% del PIL e tassi di interessi NOMINALI dall'8-9% e massima crescita di indebitamento del 5% REALE, caduta del prezzo della benzina, diesel e un lieve aumento del prezzo delle materie prime fino al massimo del 2,6% del valore medio ponderale. Si propone dunque una variabile al piano Brady che riconosceva che il prestito addizionale per finanziare la crescita non era sufficiente e quindi si imponevano misure per determinare riduzioni al debito incombente cioè quello già ultimamente accumulato che veniva scontato con nuove obbligazioni "collateralizzate" e cioè garantite da attività sicure per riacquisto del debito. Facendo una ipotesi di 52 miliardi di dollari lo si suddivide in 2/3 = 34 miliardi di dollari da suddividere ulteriormente in 3 anni = 11 miliardi all'anno in più di cui tenere conto per questa operazione e quindi 92 milioni di dollari circa al mese per fare fronte alle spese su cui si calcola già il 9% del tasso di interesse del prestito di indebitamento = 828.000 dollari e l'aumento del 2,6% proposto per la lavorazione del grezzo = 21.528 che dovrebbe guadagnare in media un impiegato all'anno per riuscire a sbarcare il lunario e quindi sono 1.794 euro al mese x 4 mesi = 7.176 e ciò vuol dire che nel giro di un quadrimestre l'aumento dei prezzi è del 3% per 21.528/7.176 e quindi ci sarà un aumento dello 0.04% che dobbiamo togliere ai 1.794 = 72 centesimi e perciò si perdono 0,72 x 12 mesi x 3 anni = 25,92 euro del valore minimo obbligazionario x 100 obbligazioni acquistate minime = 2.592 all'anno di perdita di investimenti bancari e di rischio ipotizzato x 3 anni = 7.776 x 3% = 233,28 che se dividiamo per 10 del log base 10 = 23,33 e quindi solo dopo 3 anni come prova del 9 si può giungere ad una diminuzione dell'impatto di costi per il disarmo, prima non se ne parla proprio e perciò dovremmo probabilmente assistere ad altre sceneggiate come quella dell'alterco in diretta fra Trump e Zelenscky che ci ha fatto vergognare tutti quanti, quando era invece più necessario, magari, trovare un recovery plan che potesse dare inizio alla sigla del processo di pace che tutti ci auspichiamo, ma che per ora sembra essere molto lontano.
STRIDULI SOGNI. Terry non era mai andata molto bene a scuola, un po' per il suo problema di retinopatia agli occhi, un po' perché il diabete diminuiva la sua attenzione e un po' perché faceva veramente fatica ad apprendere, così, una maestra propose ai suoi genitori un atteggiamento di interesse proposizionale dei 10 passi e delle 10 parole. Si trattava di stimolare degli stati mentali (come la credenza, il desiderio, l'intenzione) caratterizzati dall'avere un contenuto esprimibile in forma proposizionale. Questo sistema veniva ottenuto usando degli enunciati della forma "X verbo di atteggiamento che P vuole", dove X è un agente, il verbo di atteggiamento è un verbo quale credere, desiderare, intendere e P un enunciato (per esempio si iniziava dalla domanda:"Cosa intende studiare oggi la mente di Terry?" Seguita dalla frase:"La mente di Terry crede di poter studiare ferma mente l'italiano") . Sulla base di questa struttura linguist...
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