ASPETTATIVA DI VITA - Quando arrivi avanti negli anni, vorresti stare per qualche istante a guardare le barche a vela sul porto ed immaginare, che così possa andare la tua vita: senza sforzo scivolare sul mare e senza nemmeno spingere dirigere la tua esistenza in maniera calma. Invece, non c'è niente di più crudele della natura anziana, alla quale non si può sfuggire se stai un poco bene, ma comunque l'impalcatura non regge più perché le sue energie stanno scemando. Allora ti fermi a pensare a come può andare avanti la tua vita d'ora in poi e pensando che tutto si può fermare da un momento all'altro ti rendi immediatamente conto che puoi cadere e farti male, ma non per la caduta, ma per il fatto di esserti fermata. Dentro di te, fino a quel momento c'erano delle illusioni solide ed erano queste a cozzare contro la natura anziana ed è questo che fa tanto male, che provoca il dolore interiore. D'altronde, la saggezza sopravviene solo quando si lasciano cadere certe barriere che si sono erette per causa di certi concetti e condizionamenti. Infatti, la saggezza non è qualcosa che si acquisisce con la vecchiaia e non deriva nemmeno dall'esperienze fatte e non si applica nemmeno attraverso le illusioni di ieri ai problemi di oggi; la saggezza spesso si ottiene dalla stessa soluzione a cui ricorrere sempre cioè capire prima o poi che una vita di 60 anni non è altro che un'esperienza ripetuta 60 volte. Infondo, lo confesso, penso che questo sia il modo giusto di agire con gli alcolizzati, i drogati, i divorziati e persino con i preti e le suore e tuttavia ammetto che questa non può essere definita saggezza. Saggezza, vorrebbe dire essere sensibili a questa o quella situazione, a questa o quella persona, senza farsi influenzare dal racconto del suo passato, senza residui di pregiudizi o sistemi educativi e culturali appresi durante il percorso di vita. Tutto ciò, però, è molto diverso da quello che la maggior parte della gente è abituata a pensare. Infatti, moltissimi vorrebbero avere il controllo nella loro esistenza, senza rendersi conto che sono dipendenti dal cellulare o dai social. Così quando senti che un altro ragazzo si è suicidato, che c'è molto isolamento tanto da far mettere in un centro commerciale, un grande cartello che pubblicizza una associazione onlus antibullismo e che cerca di risolvere i problemi dell'isolamento creato dai social network ti viene spontaneo domandarti se costoro hanno o meno letto Neill autore di "I ragazzi felici di Summerhill" dove si afferma che il segno distintivo che un bambino o adolescente è malato di psicosi di abbandono è il fatto che stia sempre attaccato ai genitori perché interessato esclusivamente alle persone, ma non alle cose. Quando, invece, un bambino o adolescente è sicuro dell'amore dei suoi genitori, si dimentica di loro per poter esplorare il mondo che lo circonda in modo da soddisfare la propria curiosità. Cerca una lucertolina, per vedere come si muove e poi con il fango ed i sassi costruisce al posto di rimanere attaccato alle gonne della madre o alle conferme del papà che poi non fanno altro che renderlo insicuro. Le madri, cercano di succhiare amore dai figli e i padri possono diventare come vampiri assetati del loro appoggio durante la vecchiaia e così i figli non avranno mai la libertà di cui hanno bisogno per potersi esprimere e quindi loro si ritroveranno inibiti e rintronati quando matureranno con l'età. Dunque, siamo stati assuefatti dalle droghe dell'approvazione, del successo, del prestigio, potere, capacità di eccellere, di apparire sulle prime pagine del giornale o di diventare onorevoli. Siamo stati assuefatti da esperienze come diventare il capitano di una squadra di calcio che guadagna miliardi e poi siamo diventati dipendenti da certi stereotipi o emblemi che abbiamo paura di perdere nel tempo. Perdiamo perciò il controllo per il terrore o la probabile minaccia della prospettiva di fallire o di commettere errori imperdonabili, per la prospettiva di essere criticati dagli altri ed è per questo che diventiamo vili. Alessandro invece aveva deciso di fare coming out proprio all'età di 60 anni perché aveva deciso finalmente di svegliarsi e di non marciare davvero più al ritmo dei tamburi della società, in quanto voleva d'ora in poi, diventare una persona che danza seguendo la musica che le sgorga dentro senza timore alcuno del giudizio altrui. Non importava più essere ignorato o criticato e provare un senso di abbandono; anche se questo fosse diventato insopportabile non sarebbe più mai più tornato indietro perché strisciare a terra come un serpente velenoso era peggio che rimanere isolato da quel mondo patinato e completamente ipocrita. Si rendeva conto, certamente che questa sua svolta lo avrebbe condotto ad una tensione infinita ma d'altronde si diceva "L'inferno è la gente che frequento, e ciò che sono non è peggio dell'inferno". Fino a quel momento, infondo, infondo era stato dipendente dal fatto di doversi comportare come una persona rispettabile che non si poteva lasciare andare ai propri sentimenti perché doveva soddisfare e corrispondere alle aspettative altrui, ma fino a quel momento lui in realtà non aveva per nulla vissuto la sua esistenza e l'aveva anzi sempre soffocata al piacimento degli altri. Stare con le persone significava non potersi mai rilassare, ma stare senza di esse comporta l'agonia dell'abbandono, perché se ne sente la mancanza. Alessandro aveva perso la capacità di vedere le persone per quello che erano: nient'altro che Pinocchi bugiardi che volevano stare nel paese dei balocchi a sollazzarsi il più possibile come lui.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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