STRONG - Appena ho sentito parlare di questo personaggio Cristo che rivoluzionava profondamente il concetto classico di libertà, definendolo totalmente in opposizione, non alla schiavitù politica ed esteriore, ma a quella interiore generata dall'obbedienza al male, mi sono incuriosita e ho voluto incontrarlo perché avevo un grosso problema da risolvere su cosa significasse la libertà che si accentra sulla volontà buona e che si riferisce alla causa di grazia divina come indipendente ed indispensabile strumento di liberazione. Non sapevo cosa aspettarmi perché fino a quel momento, molto probabilmente, ero stata corrotta dalla schiavitù del corpo e della mente e avevo bisogno di rigenerarmi. Prima di incontrarlo, però, mi ero adeguatamente documentata e preparata sulla libertà fra razionalismo ed empirismo per la quale il pensiero filosofico più moderno aveva prospettato 2 direzioni, di cui una riconducibile al razionalismo spiritualistico cartesiano e l'altra ad una lunga tradizione empiristica. Cartesio definisce la libertà non come semplice arbitrio di indifferenza (come dicevano i tardi scolastici), ma come scelta concreta che apre la via mediante il dubbio che potrebbe forse valere anche all'interno di uno studio di margine di intermediazione alla ricerca di ciò che sia più giusto, corretto ed equo fare. In opposizione a questa concezione speculativa, però, Hobbes definisce la libertà come assenza di ogni impedimento nel godere di una maggiore o minore libertà secondo l'ampiezza dello spazio di cui si dispone per muoversi nel potere di interagire. Tuttavia, dopo l'intervento di Leibniz, appresi che quando si discute di libertà del valore o del libero arbitrio, non si domanda mai se l'uomo possa o meno fare ciò che vuole veramente, bensì se la sua volontà sia di sufficiente indipendenza e quindi se sappia o meno correre il rischio anche di sbagliare e di fallire nella sua impresa. Gesù Cristo, invece, ancora una volta sovvertì tutte questi pensieri ed ideologie perché mi suggerì un fatto storico per farmi capire meglio il suo concetto di libertà: "Non ti ricordi - mi disse con la sua forza persuasiva e carismatica - dopo i governi tecnici di Lamberto Dini (dal gennaio 1995) le elezioni anticipate dell'aprile 1996 sono state vinte dalla coalizione del centro-sinistra, guidata da Romano Prodi, che assumendo l'incarico di presidente del consiglio ha seguito la linea economica di un certo rigore finanziario che ha bloccato le riforme istituzionali per cui si comprende che la libertà soggettiva non debba essere più intesa come possibilità dovuta in base alle capacità individuali (to be able) e/o ai mezzi per compiere una certa scelta piuttosto che un altra, ma che dipende dall'accettazione di una transazione liberale che mette oggi maggiormente l'accento sulla libertà della sfera individuale rispetto all'ingerenza del potere statale, e quindi sollecita alla partecipazione attiva dei soggetti alle decisioni politiche connettendole anche a livello social a concetti di autonomia, indipendenza e soprattutto autogoverno. Perciò, una volta di più, adesso la riflessione nella crisi europea va posta sulla eventuale irriducibilità o compatibilità dei 2 concetti di libertà negativa o positiva affermando vieppiù che la libertà è sempre di qualcuno, da qualcosa, di fare, di avere e soprattutto di diventare per la quale "Devo quindi posso" si traduce nel trovare la propria variabile rispetto a cosa si riferisce persona o soggetto, che cosa si intende per ostacolo o impedimento e che significa azione intenzionale e deliberata. In effetti la libertà a livello storico si è manifestata nell'eliminazione delle carestie in India dopo l'indipendenza, dovuta anche alle pressioni esercitate dalla stampa relativamente libera e da attivi partiti di opposizione che hanno impedito ai vari governi che si sono succeduti di sfuggire a severe sanzioni in caso di mancata attivazione di misure preventive per cui il pensiero critico può essere decisivo ed Io stesso ho accettato la critica degli Scribi e dei Farisei riguardo al fatto che operassi o meno miracoli in nome e per conto di Beelzebùl  (il demonio) ma Io ho risposto loro abilmente che se ho scacciato i demoni in nome del demonio i loro figli a nome di chi li scacceranno ed in pratica a livello giuridico cosa vale di più il giudizio sulla forma con cui è stata fatta una azione oppure sulla sua appartenenza politica o invece ancora in nome di quale istituzione si fanno le regole e le leggi che decidono la libertà di comportamento in un senso piuttosto che un altro?? E' la forza della preposizione che vale a livello giuridico cara Marilù e non la forza delle armi come asseriva ieri sera Roberto Cingolani, ma purtroppo gli uomini non hanno forza di persuasione al dialogo per raggiungere una giustizia sociale ed economica ovvero una riduzione della disuguaglianza nella redistribuzione delle risorse secondo Rawls che prevede di dare ad ognuno l'opportunità di procurarsi le basi sociali necessarie ad assicurarsi il rispetto di sé e la dignità personale. Per questo successivamente Nozick ritenne che le attività dello stato debbano limitarsi alla sola protezione dei diritti naturali quali quello della proprietà, senza interferire minimamente alle scelte economiche, dei singoli. Ecco vedi, cara Marilù Io è vero ho guarito il sordomuto liberandolo dall'ostacolo dovuto alla sua limitazione psico-fisica, ma poi in realtà non so se egli abbia o meno usato al meglio questa sua liberazione trovando il modo per lavorare su se stesso per migliorarsi ogni giorno al fine di costruire il proprio progetto di vita e così potersi realizzare. Io non rendo mai le persone obbligate verso di me, ma piuttosto affido loro l'obbligo di usare al meglio i doni e le opportunità che ho donato loro comprendendo che il vero miracolo sta nel fare in modo che l'opportunità si espanda e cresca ulteriormente e poi divenga l'impresa politica della condivisione e non dell'accentramento, comprendi vero? Questa sarebbe per me la vera democrazia!" "Comprendo - risposi - ma sinceramente sono incerta sul da farsi ad esempio in base alla normativa inerente al codice al consumo del 07/03/23 n. 26 dove a quanto pare c'è l'obbligo dovere e quindi potere all'interno della trasparenza marketing editoriale di informare i lettori utenti circa la natura PROFESSIONALE del 3° che offre servizio a nome e per conto di... per espandimento prodotti di abbonamenti on line ed in caso di mancata assunzione degli impegni anche a livello europeo prevede un sistema sanzionatorio che non debba superare comunque il 4% del fatturato e quindi se per ipotesi accettiamo la proposta di un giornale di fare un abbonamento a 199 euro su sistemi digitali, podcast o interventi su network a favore dell'antibullismo e contro il cyberbullismo che genera isolamento e suicidi o peggio innesca inadeguatezze e squilibri di carattere inibitorio comportamentale allora il 4% del corretto intervento nel margine di intermediazione social corrisponderebbe a = 7,96 euro alla settimana (cioè per settimanale vuol dire 1,14 euro al valore quotidiano del pane moltiplicato per 377 giorni come proposto da un altro giornale per abbonamenti universitari e scolastici = 429,78 euro di guadagno x 20 testate di giornali italiani o aderenti editoriali = 8.595,60 x 12 mesi = 103.147,20 costo di un appartamento/429,78 = 240 euro da redistribuire e quindi sono 669,78 x 20 testate comprese quelle sportive = 13.395,60/12 = 1.116,30 valore di un servizio fotografico o di immaging o proposizione di restailing grafico x 20 servizi = 22.326/13 mesi compresa la 13° = 1.717,38 per servizio marketing expanding pubblicitario di cui le tasse sono di 669,78 x 12 = 8.037,36 e quindi il guadagno diminuirebbe in pratica a livello di quotazione  8.595,60 - 8.037,36 = 558,24 e dunque a livello di mancato guadagno bisogna aggiungere nuovi contenuti di libertà di stampa inerenti l'intervento di politica interna nel proporre valori di impegno partecipativo economico giovanile con interventi di rieducazione all'inclusività e alla relazione non più basata sull'estetica, ma su contenuti che possono nella loro elaborazione essere di stimolo e di spinta a darsi l'opportunità di raggiungere la propria realizzazione nella rubrica "Vorrei diventare..." come, cosa, perché i mezzi ci sono se l'idea viene dimostrata con criterio ponderato di scelta. Per i giovani impegnati di domani la cultura della libertà di formarsi al carattere strong dei propri doni non più intesi come semplici capacità, ma proprietà assertive alla libertà espressiva unica di ciascuno. I talenti ci sono basta saperli vedere e parlarne di più!" "Era proprio questo che volevo da te, tuo Gesù!!" 

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