CHI USI? Anche in questo caso Gabriele era pienamente d'accordo con Marco che continuava dicendo:"L'amore, nella sua più completa espressione, non è altro che una indissolubile combinazione di 2 elementi principali: diletto ed affetto. Tale può essere il sentimento di un genitore verso un figlio che si rispetti, o l'amore sessuale nella sua perfezione d'intenti. In quest'ultimo, però, può esservi benevolenza soltanto se sostenuta da fiducioso possesso; diversamente la gelosia e l'invidia lo distruggerà, pur accrescendo l'attrattiva estetica e devozionale. Il diletto, senza affetto di base, può essere davvero molto crudele e viceversa, l'affetto senza diletto può raffreddare i rapporti in maniera addirittura competitiva e prevaricante fino a giungere alla semplice superiorità protettiva che di solito si arrogano i genitori che vogliono tenersi adesi i figli. Una persona, invece, che vuole sentirsi amata desidera con tutta se stessa suscitare entrambi i sentimenti, a meno che si tratti di persona particolarmente debole, come potrebbe essere il bambino ancora vergine o un ammalato grave. In questi casi la benevolenza confermativa del proprio valore è tutto ciò che si desidera. Al contrario, la forza interiore ricerca piuttosto l'ammirazione e ciò riguarda i potenti come Putin, Trump e Xi Jinping. Secondo la logica biologica, noi cerchiamo l'affetto altrui in proporzione al nostro bisogno di aiuto o al nostro timore di subire del male e ciò vale in particolar modo per i pedofili e i sado-masochisti che proiettano, in un certo senso, le loro sensazioni di inadeguatezza su persone che più rappresentano la loro fragilità morale come donne e bambini. Essi, come tutti, sono particolarmente desiderosi di attenzioni ed affetto per sfuggire al loro senso profondo di solitudine interiore ed isolamento e per sentirsi compresi. Infatti, le persone il cui affetto ci appaga, dovrebbero non soltanto volerci bene, ma anche capire cosa ci occorre per sentirci felici e quindi avere la rettitudine della consapevole conoscenza. L'amore, quindi, dovrebbe essere determinato da una perfetta fusione di diletto, affetto e senso di comprensione, ma ciò non significa affatto provare tali sentimenti per tutte le persone che incontriamo lungo il nostro percorso di vita, anzi significa piuttosto sapere distinguere fra la nonna-lupo ingannatrice ed il cacciatore sincero. La nonna-lupo ha in sé un certo fondo di vitalità costituito dall'istinto animale predatore che può essere affinato nella civiltà, ma non sostituito da essa. Però la nonna-lupo è di per sé noiosa, ripetitiva e banale ed è per questo che nella favola di Cappuccetto Rosso viene rappresentata anziana e non giovane e bella. Dal canto suo, però, il cacciatore nel voler percepire dall'amore anche il diletto è inevitabilmente selettivo nell'espressione dei suoi sentimenti di uccidere la parte animale e pure quella noiosa della nonna antiquata, per riuscire a salvare Cappuccetto Rosso dal maligno che lo vuole fagocitare nello stereotipo. Allorché, sorgono conflitti fra diletto e benevolenza, essi di regola, debbono essere risolti con il compromesso del fucile che spara sugli occhi avidi e affamati della nonna-lupo, ma (sopresona per Marco Zamparetti) non già con una completa resa dell'uno (il lupo famelico) all'altra (Cappuccetto Rosso ingenua). Difatti, l'istinto ha i suoi pieni diritti e può permettersi di fare le sue sottili vendette (come prevede la favola) qualora il fatto  di potersi esprimere in maniera sciolta, sincera, schietta, sensuale, erotica, sensibile nella sessualità vengano penalizzati da quel cestino di doni-doti di cui il lupo cattivo si vuole approfittare per raggiungere i suoi sporchi e lussuriosi scopi. Perciò, chi aspira davvero alla retta via consacrati compresi non deve mai dimenticare che la favola di Cappuccetto Rosso ci insegna a rispettare anche i diritti dell'istinto naturale di riproduzione e di donazione di sé all'altro/a e che è questo in primo luogo che la gente deve comprendere nella dottrina di "Non commettere atti impuri".