AVVERTIMENTO - Passano le generazioni, ma le questioni giovanili rimangono sempre le medesime; sempre lo stesso sussurrare disperato, lo stesso mormorio impotente si leva non solo più dai banchi di scuola, ma dai social network, dai giornali e dalla TV. Composizioni collettive, però, non ci sono più e i pensieri paiono persi dietro volgari vocaboli, virgolette senza nesso,, collages di vaga ispirazione goliardica, con sentimenti alla rinfusa che lo scolaro non riesce più a strutturare nemmeno con la fantasia. Non si fanno nemmeno più ricerche di gruppo e gli alunni, rimangono più vociferanti e dispersi, più ingenui cadendo spesso in equivoci e fraintendimenti contenutistici. Così c'è quel poverino del 3° banco, inchiodato davanti al foglio bianco in una abietta paralisi scolare di un generale accasciato ormai smarrimento della selva oscura mentale che affligge il giovane esegeta dantesco del Paradiso. La verità, è che i vari riformatori ministeriali sono scomparsi eclissati da un inconscio pregiudizio, per il quale lo scrivere è affine al leggere e addirittura parlare e perciò basterebbe conoscere i meccanismi elementari della lingua e qualche vocabolo più in uso per poter esprimere ciò che si ha nella testa. Niente di più sbagliato. Infatti, i lettori di Manzoni, tutti senza eccezioni, secondo una statistica accreditata, sanno materialmente scrivere, parola più, parola meno; e da ciò deriva la sensazione dei docenti di trovarsi di fronte a degli alunni modello, quando, invece, costoro sanno solamente zappettare ai margini di quel campo della comprensione ed interpretazione della scrittura che ha invalicabili abissi. Forse, questo abbaglio antico non viene inteso dai più. Quindi, si tratta di ritrovare i temi nozionistici che possano essere i più innocui, i più funzionali, i meno coercitivi, i meno subdoli all'apprendimento. Purtroppo, però, né la memoria a lungo termine e nemmeno l'applicazione della ripetitività riesce a riportare un buon ordine sul foglio per riuscire a generare un buon elaborato anche perché un bambino ed un adolescente fino ai 15 anni non riesce ancora a farsi un opinione propria. La scuola, invece tende a confondere le carte e a volere delle relazioni scolastiche come se fossero congressi di specialisti fatte di lunghe e complicate premesse, attorcigliamenti di periodi e poi un risicato tema che faccia comprendere la nozione, sebbene questa si possa esprimere in poche parole e spiegare in pochi termini. Così, vuoi perché neghittosi, vuoi perché senza idee, molti finiscono per addentrarsi in un tema "libero" esponendosi a vari pericoli di cieca incoscienza e mezzi espressivi rudimentali se non addirittura in madornali errori di ortografia e grammatica. Ci si ritrova, quindi davanti ad infelici scolari che vanno a raschiare nel fondo di una misera cultura, traendone solo banali e puerili fantasie fanciullesche trite e ritrite, fatte di pietosi cascami, di goffe velleità che attivano micidiali paragoni. Irritazione e severità, dell'insegnante poi conducono  all'inevitabile scoramento che porta ad un giudizio disastroso per tutta la classe. Rimane, così, il tema della retorica o dell'attualità, aggiornamento del vecchio tema della lungimiranza del Duce che ha cercato di ritirare fuori il Presidente della Repubblica Mattarella a Marsiglia con risultati a dir poco disastrosi specie a livello diplomatico. Da questo si evince che non ci si può proprio esprimere liberamente, ma che si deve avere specie in ambito pubblico un certo conformismo che non porti a rischi e fatiche eccessive di riparazione, giacché basta leggere un pò i giornali e guardarsi un pò il TG per avere una presa generale di coscienza di come va il mondo nei problemi contemporanei per poter svolgere non solo una trattazione accettabile, ma anche una senza strascichi di fraintendimenti internazionali. Quindi, c'è un rigore da seguire quando si diventa personaggi istituzionali e questo rigore prevede a livello scolastico e tecnico di imprimere un saggio movimento dialettico del tipo: Putin ha invaso la Russia, ma d'altra parte c'è sempre stata la guerra per cui comunque gli uomini sapranno trovare soluzioni di accordi di pace. E' in ogni caso essenziale comprendere che la questione della gestione del buon padre di famiglia passa attraverso dei buoni sentimenti che non istigano ancor di più i conflitti, e che bisogna piuttosto avere compassione per i deboli, solidarietà per gli oppressi, sdegno sottointeso per i prepotenti, riprovazione per i ricchi egoisti oziosi e corrotti, spregio per la guerra e la violenza in genere, amore per la pace ed il lavoro, fiducia piena nella democrazia e nell'avvenire, non mai disgiunta però da una virile consapevolezza delle difficoltà mediatiche che abbiamo tutti i giorni di fronte e che non vogliono formule moralistiche di parte da infilare inutilmente fra le righe provocando il peggio, ma vogliono che ci sia un culminare di tono responsabile e riflettente specie da parte di un personaggio istituzionale come un Presidente della Repubblica. Una lettura o rilettura del testo da parte di persone più obiettive dello staff presidenziale poteva essere utile così come da parte (perché no??) dello stesso Ministro dell'Istruzione Valditara perché addestrarsi alla composizione specie a livello dei materiali emotivi non si finisce mai di farlo per il meglio di sé stessi e di una intera nazione. Quanto maneggiare la lingua disinvoltamente ed elegantemente non vi è dubbio che Mattarella Sergio lo sappia fare, ma a scuola non sono ancora state fatte drastiche riforme specie a livello del sindacal-residenziale anziché militar-patriottica e perciò se lo vorrà per il bene di tutti che si aggiorni sulla rilettura del libro Cuore nelle sue trasposizioni di sostituzioni di luoghi comuni per poter comprendere che i tempi sono maturi solo per pochi eletti, mentre per altri esiste ancora una mentalità ottusa. Saper scrivere e leggere è un arte che deve sempre essere affinata . 

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