MANO NELLA MANO - Ricordati che la virtù d'amare sta nella pazienza di ascoltare e comprendere e di non cadere nella consuetudine.    Sono quella donna che sognava un grande amore da poter donare e ricevere ed invece rimasi delusa dalle tante umiliazioni e frustrazioni che subii, mentre ero in vita. Sono stata uccisa dalla gelosia ossessiva e dall'invidia compulsiva, di quando volevi avere tutto sotto controllo e manipolare la mia esistenza. Sono stata vilipesa e offesa, quando hai pensato solo alla tua passione per la carne e hai seguito solo l'impulso sconsiderato della tua libido. Ora un detective sta indagando su di me, come mai possa essere finito in questo brutale modo un grande amore dato che qualche tempo prima, ci vedevano uscire mano nella mano e sembravamo così innamorati. Tu eri caduto nella rete delle tue stesse contraddizioni poiché i peggiori nemici del tuo amore, si annidavano e nascondevano tosti dentro di te. Ma io volevo crederci, volevo sperare che tu ti pentissi e che poi decidessi di cambiare veramente e di seguire la via del perdono e della grazia dell'amore. Invece, tu mi hai minacciata di ucciderti, come per farmi sentire in colpa e responsabile della tua debolezza e fragilità. Forse, siamo stati intaccati da un eccessivo rigorismo morale, evidenza di cercatori di assoluto nell'esistenza amorosa. Forse, siamo rimasti prigionieri della nostra fantasia ed ingenuità immatura romantica, che però ha creato un distacco dalla realtà del vivere. Fatto sta che io sono morta e tu sei in prigione per avere dato retta al tuo impulso di potermi schiavizzare al tuo narcisistico possesso. Mi hanno rappresentata, dopo, come una specie di monumento autorale del femminismo che vuole vivere secondo una nuova autonomia più che altro psicologica, come attuale necessità che si impone, dal momento in cui si verifica il non essere nell'oppressione femminile, per l'uomo e per il mondo. Infondo, io non ero altro che la tua graziosa "orsetta" un giocattolo da prendere e giostrare come tu volevi, secondo il piacere del momento. Forse, eri incapace di resistere alle pressioni di un ambiente immaturo che ti chiedeva di mostrare la fiera orgogliosa della tua conquista, come se fosse una preda da caccia. Forse eri abbagliato da falsi miraggi dell'amore che deve sempre essere al massimo e deve dimostrare attorno una vittoriosa affermazione e che, però, non riesce mai pienamente a conciliare in sé stesso la Luce dell'intelligenza e della ragionevolezza logica con le buie, sotterrate ragioni dell'istinto animale e bruto. Chissà che idea avevi della coppia e chissà quale idea hai ora che sei diventato uno spietato assassino e che vivi nell'ergastolo del cinismo dell'amore. Forse avevi una idea grottesca della coppia e della famiglia, ma io ora sono una superdonna, mentre tu sei il mostro regredito. La nostra storia, sommessa e disperata, come tante oggetto di cronaca nera perde di naturalismo e fa vedere solo la superficialità e l'artificialità dell'amore. Vorrei tanto, perciò, rimanere mano nella mano con l'amica psicologia e la sostanza poesia che possa portare avanti un lavoro di missione umanitaria di riscatto, in un ambiente dove l'universale valore del bene per la vita e i nobili sentimenti pare accecato dalla nebbia altezzosa dell'egoismo. Vorrei tanto, trovare quella mano tesa che mi faccia sentire protetta e capita anche se c'è stortura e stordimento fra echi di figure che si muovono informi come sconosciute grida di aiuto e di celato conflitto interiore. Invece, il moto inesausto delle cose, cancella infanzia e giovinezza, affetti e bellezza, virtù e poesia ed ogni più alto valore. Il detective perciò scopre continuamente questo acerbo vero che rivela alla ragione la cruda verità oggettiva: l'uomo chiude per la vita gli occhi e si adatta a degli status quo per convenienza alla tranquilla mediocrità del quotidiano, oppure osserva ben fisso come un detective il desolato annullamento interiore che gli si apre dinanzi e vive dunque fino in fondo (senza religiose consolazioni) la propria infelicità per fallire i propri intenti. Questo antiprosaico stare nella disperazione macerante è una condizione immobile che non considera il divenire e che rimane, dunque di poetica monocorde: esso comporta un complesso processo psicologico, poiché da una parte significherebbe risuscitare ed auscultare meglio il cuore solitario e le sue ragioni di raggiungimento di affermazione e realizzazione per la letizia; dall'altro significa saper riconoscere la loro caduca fondatezza se rimangono pure fantasie adolescenziali, le quali ingannano e lusingano dilatando il senso ed il fascino delle chimere, alimentando così una sorta di moto pendolare, in cui ciascuno dei momenti di delirio non elimina mai l'altro pessimista della perdita e poi del fallimento. Vorrei perciò tenere stretta a me una mano ferma e coerente con il valore del rispetto e che tuttavia non sia troppo innocente, ma sia vestita piuttosto di consapevolezza della a volte squallida realtà dell'esistenza e che fa crescere il cuore. Vorrei esprimere la gentilezza dispiegata in immagini vocative e che benché esistano diverse tensioni all'amore sappia coglierne l'accento più responsabile e nobile e che non consideri troppo lontani i poli della meditazione e quello dell'illusione o del ricordo che sono comunque fra loro intrecciati. Vorrei, ma non posso perché mi hanno uccisa prima ancora che potessi fare qualcosa in merito, ma tu poesia puoi agir per me con la tua voce liberamente commossa, ora distesa, ora spezzata dall'anelito, ora incarnata nei suoi interrogativi e nei suoi dubbi senza risposta, ma sempre lontana da intemperanze troppo fantastiche o emotive. sia da troppo analitiche di esatte definizioni razionali. Tu puoi, cara a questo ermo sentimento d'amor perduto che vuole essere liberato e chiama per il significato progressivo di accogliere il sogno per trasformarlo in strofe di continuo mutare come muta il tempo, il ritmo e le passioni. Tu, solo tu, puoi darmi la mano che speravo, il sorriso che cercavo, la forza che volevo che mi fa traboccare e sbocciar d'amore anche qui in questa nascosta dimensione. Tu solo tu poesia, puoi agire contro l'oblio dell'amore, con il tuo interno solco, con la tua enfasi del rapporto maschile-femminile endecasillaba sciolta che si denuda senza vergogna per il mistero dell'abbraccio e dell'unione mistica e ancestrale del puro appartenere alla maternità. Qui, non soffro più e non sono ripiegata, ma suggestiva sto in ginocchio di prece che si conosca amor vivente mai disperso e vinto, mai declassato e deriso, mai sconsiderato e offeso, che si conosca com'ero io in quell'altalena di primavera fiorita; una giovane donna attesa d'amore per la vita. Firmato Giulia Cecchettin 

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